11 aprile 2008

De bubbitatis Tibeti
Bubbinos Tibeti confrontationis nationis historiam et corum populis volontatio.

Appuntando bene la questione dei tibeti presenta aspetti bubbi in quantitá. Anche se molte osservazioni fatte da bubbi saggi sono sagge, bubbamente ci sono differenze con il pensamento dell'augusto Bubbo Bubboni.

1) similitati mostruos, mortem nationis entre fragores et feras codaties. Giá mi ero appuntato che, a colpo sicuro, nessuno ricorda piú perché ci é la tale nazione. Serviva per avere piú terra da zappettare, perché il tale rey era in lite con il talaltro rey o perché il mismissimo deo disse "spiega l'ugne"? Chi cazz* puó capirlo guardando i moderni fatti bubbi che richiedono nazioni più grandi (es. energia, ambiente, mafia) o più piccole (es. sviluppo, cultura, partecipazione dei bubbini)? Cosí è da ricordare che le nazioni grosse si spezzetteranno comunque in entitá piú piccole, piú bubbe e piú inutili.

Peró è un po' come dire che non serve uccidere perché tutti i bubbi muoiono. Il punto è "quando" e "come" e non "se".

Da questo punto di vista tutto dipende dai bevitori di vodka e non dai cini o dai tibeti. I cini, se non fosse successo quello che è successo, avrebbero giá pensionato lo staccio colorato attuale. Ma visto cosa succede a chiudere bottega troppo presto hanno imparato e rimandato.

E' male? Ho visto bubbi con il pelo a riccioli spaventati dal fatto che, tra la vodka un banchiere sull'auto corazzata fosse ordinariamente ammazzabile di giorno. E chi si chiede chi è il mandante dell'assassinio dei Giornalisti, senza sapere la risposta?

Il fatto di votare ogni tanto non è affatto garanzia della tutela dei diritti dei bubbini. Le mode attuali su gestione dell'economia, la tensione tra stati antichi e necessità moderne, ecc. non sono una scusa per picchiare i tibeti. Però la bubbica semplificazione che vuole l'avvio della """democrazia""" come soluzione di tutti i mali è bubbica. Pare che i bubbi che la propugnano abbiano "dimenticato" o mai capito l'effetto di una brusca trasformazione (e il conseguente sorgere della mafia a riempire il vuoto di potere, e la conseguente scarstità di diritti umani che si è creata).

Vabbé semplificare e ridurre tutto alla trama di un cartone animato per pampini militaristi, però poi non bisogna credere a quello che ne viene fuori.

2) criticum bubbitatis erroneum sin lectio umanitatis directio defensorum magistralis. Sui diritti umani si vede bene che la contrapposizione è tra stati e bubbini e non tra stati buoni e stati cattivi. Ok, scegliamo un altro posto per i [NOME SPETTACOLO CHIMICO GESTITO DA MAFIA INTERNAZIONALE]. Genova con i torturatori non condannabili perché lì la tortura non è reato? 'merica con Guantanamo? Europ* con i voli """segreti""" per torturare altrove? Altrove dove si tortura per conto dei 'mericani? Oppure dove durante le recenti manifestazioni contro [OGGETTO SIMBOLO DELLA MAFIA INTERNAZIONALE] la polizia picchiava i manifestanti?

I giornali sembrava che trovassero normale che la polizia picchasse i manifestanti e non il picione in mutande che portava la [OGGETTO SIMBOLO DELLA MAFIA INTERNAZIONALE]. Perché? Perché il tale stato, che nessun pennivendolo condanna per il mancato rispetto dei diritti umani, manda dei suoi pagati a picchiare i manifestanti? O i manifestanti volevano picchiare il picione in mutande e la polizia lo ha difeso? Comunque i diritti umani sembrano scarseggiare un po' ovunque.

Di buono c'è quando due manifestanti hanno impugnato degli estintori non sono stati uccisi e schiacciati da una camionetta come era capitato in uno stato che di diritti umani se ne intende.

Non mi pare soddisfacente lamentarsi perché il tale stato non rispetta i diritti umani, quanto è essenziale lamentarsi perché i diritti umani non sono rispettati da moltissimi stati, con una lamentela che non sia episodica o parziale. Le organizzazioni serie, che davvero si occupano di diritti umani e non della politica degli stati bubbi, hanno sempre molto da dire e su molti stati. I cini sono in bubba compagnia e i compagni sono mooolto vicini a casa, non va dimenticato.

3) simbolorum maleficus bubbinos menti nascit casis bellum. La contrapposizione tra stati (mediata dallo """"sport"""", per non sembrare troppo lurida) e il linguaggio relativo è sempre una bella base per le guerre, l'odio verso il nemico, e via bubbeggiando. Che queste leve siano usate dagli stati è normale, sono fatti così, ma i bubbini dovrebbero astenersi da questi veleni. Vabbé, si parla uno spettacolo che è una vetrina internazionale per l'industria chimico-medica-tossica quindi non è strano che girino veleni.

4) cinum criticas lex populorum evolutionis bubbitatis. Anche questa volta il comportamento degli stati e dei politicanti è bubbo. Sono passati pochi mesi da quando un improvviso male al cul* di tanti politicanti gli impediva di incontrare [TITOLO TEOCRATE] e ora sono tutti lì a volerlo incontrare. Vabbé, avevamo davvero male al cul* e ora sono miracolosamente guariti? E quello più ridicolo degli altri che non può andare alla cosa perché aveva già preso altri impegni? E quelli che adombrano, un po' sì e un po' no perché altrimenti le lobby locali dei produttori si lamentano, una riduzione delle importazioni?

Questi non sono credibili e non sono onesti nella difesa dei diritti umani. Un po' perché non li difendono a casa loro un po' perché come gli antichi bubbi che devono combattere contro un drago prendono quello che trovano senza badare se si tratta di una clava o di un valore.

5) Bubbinis ambitionem equitatis mundum salvatio tibeti. Il desiderio di tutti i bubbini di aiutare i tibeti è buono, ma il bubbino superficiale è solo uno strumento nelle mani del bubbo.

Ricordo quando manifestando contro i missili nucleari taluni bubbi dicevano "così aiutate i ns. nemici". Erano le solite considerazioni dei bubbi, l'antimilitarismo è difficilmente strumentalizzabile perché non si ferma ad una sola installazione o ad un solo esercito. Allo stesso modo la lotta per i diritti umani o è universale (e quindi anche in casa propria, se necessario, ed è necessario) o non è davvero per i diritti umani.

Non penso che chi si lamenta per i tibeti sia accusabile di non fare nulla per la fame nel mondo, i vaccini, la droga, la prosituzione, i pampini poveri, i bubbi grassi, la guerra, le pensioni basse, l'alitosi, ecc. Però penso che se da una pia lamentela non sorge una riflessione seria sui valori, i diritti umani, l'anitimilitarismo, il bubbismo, i simboli, la globalizzazione, ecc. allora questa lamentela è strumentalizzabile e quindi sarà strumentalizzata.

6) gloria pax mutations ideas: teo nascitures bellicus, teo pacem et bonos. Il tale non è sempre stato nonviolento ma ci è arrivato. Il diritto a cambiare idea è essenziale, ed è una fortuna se uno nasce già buono e mentre cammina non si lascia indietro qualche brutta storia. Comunque, almeno ora, sembra che possa essere un veicolo mediatico per portare idee sane tra i bubbini. Pochi possono fare il mito e l'eroe dall'inizio alla fine, ma in tutti i casi non serve avere miti ed eroi se non quando la superficialità massmediatica lo richiede.

Sperantia Bubbonis gaudium futures bubbitatis mundi:
- fine del linguaggio bellicista parlando di tibeti e cini: noi, loro, la tale nazione ha sempre fatto così, ecc.
- la globalizzazione non si basa su prodotti di basso valore, prodotti da schiavi, e guadagni di alto valore goduti da schiavisti ma sulla comunicazione tra bubbini
- gli stati che non rispettano i diritti umani lo fanno e così diventano autorevoli quando criticano altri
- i [NOME SPETTACOLO CHIMICO GESTITO DA MAFIA INTERNAZIONALE] sono tolti alla gestione dei mafiosi, tutti i simboli sono rilasciati in CC, le squadre sono composte per sorteggio, i farmaco-chimici sono soppressi non per legge ma perché nessuno li vuole più sperimentare
- le nazioni si trasformano, spezzattandosi, senza uccidere bubbini durante il processo
- tutti i bubbini cantano e ballano, felici per avere il cul* ben nettato da mille stracci colorati

Troppo bubbo!

5 Comments:

Blogger Unknown said...

La Cina ha invaso il Tibet per ragioni geopolitiche, per essere a confronto diretto con l'India.

Nello scacchiere asiatico è essenziale, dato che gli ha sempre conteso il posto, perché del Tibet in sé per sé, nazione brulla, inospitale, che non ha niente di niente, non gliene importava un granché.

Rivendicando una specie di sudditanza che nel corso dei secoli il Tibet ha affettivamente avuto verso la CIna, anche se non diretta (c'era solo una specie di messo imperiale a Lhasa) e anche se non sempre. Il Tibet è stato anche un grande impero.

Ai bubbini non importa niente della Cina e dell'India e il Tibet, che il Tibet neanche sanno dov'è (dov'era), basta avere una ragione per cui scaldarsi e combattere e convogliare le energie.

Per chi conosce quella gente e ha studiato quelle culture ed è ha vissuto lì, quello che ha fatto la Cina è un'azione intollerabile. E per i buddhisti. Mettendo da parte i diritti umani il diritto all'autodeterminazione dei popoli a non essere invasi ecc. ecc.

11/4/08 15:31  
Blogger Bubbo Bubboni said...

Mah, sono più fiducioso nei bubbini. Per questo che temo che i governi, sempre allegri oppressori dei diritti umani, si mangino quello che, se resta superficiale, è solo un pio sentimento da bubbini.

Non credo che ci sia un diritto della nazioni a non cambiare. Questi aggregati dovrebbero essere a servizio del bubbino e non qualcosa che ha una sua propria dignità. Altrimenti la naturale resistenza delle strutture a non morire quando sarebbe ora di farlo diventa pericolosa.

La felicità dei tibeti, o di chiunque altro, non dipende dallo straccio colorato ma dal fatto che in quella terra si vive liberi e si canta felici.

Come dice la canzone: "Dove'è la mia patria? Dove c'è la libertà."

Comunque più passa il tempo e più gli stati agitano i diritti umani come una clava. Smettessero di agitare i manganelli a casa loro sarebbe più utile.

11/4/08 16:33  
Anonymous Anonimo said...

sì è vero, ma almeno qui (in Italia intendo) si può protestare, di solito, lì no. Si può parlare, e scrivere, lì no.

I governi non agitano niente, perché non gliene può fregare di meno e non gli conviene affatto: è la gente che li ha spinti a fare qualcosa.

Non credo che i bubbini lo facciano per grande coscienza politica, diritti umani e compagnia bella: ma certamente è uttile a loro tibetani intendo, e così si fa. Bene.

Sì che conta il diritto delle nazioni a autodeterminarsi e non essere invase, eccome: anche quando i romani conquistavano terre e nazioni le lasciavano semi-libere, e rigogliose, anzi più prospere, eppure appena hanno potuto queste hanno sbattuto fuori i romani.

Non è che se dai panen et circenses la gente è felicissima, se non sei libero di essere chi sei: e fra tibetani e cinesi, come fra cinesi e giap, c'è sempre stato un profondo conflitto di culture.

11/4/08 18:33  
Blogger Bubbo Bubboni said...

Umm, le conquiste dei romani erano abbastanza bubbe. Un tratto comune anche ai gg. ns. è che i conquistati dovevano umiliarsi bene bene, così come oggi fanno le nazioni e i politicanti inferiori ossequiando i superiori.

Sarebbe bello se i conflitti di culture fossero in .pdf o in una roba culturale con piatti tipici, non per le strade a suon di botte.

E' vero che a noi ci compete di dire e diffondere quello che i tibeti non possono dire e diffondere però è un po' come per il conflitto "due popoli/tre stati". Io non sono di nessuno dei due popoli in questione, quello che mi compete è richiedere il rispetto dei diritti umani, della smilitarizzazione del conflitto, di non addestrare i pampini alla guerra, di non addestrare i suicidi a suicidarsi, di non finanziare gli eserciti, di aiutare i profughi e i disertori, ecc. ecc. Non mi compete di travestirmi da cino o da tibeto perché mi pescano subito che sono Bubbo Bubboni.

Bubbitatis culturae magum cibus, sine bellus et orbitaties bottem!

11/4/08 19:02  
Anonymous Anonimo said...

sì giusto, giustissimo gran bubbo!

Quando insegnavo a Harvard, che quando insegnavo a Macerata mi dicevano (a Macerata) che era l'istesso, dicevo che quando ero lì il mio boss (che era molto intelligente, molto bravo e neanche raccomandato! per me fu uno shock culturale:)) mi diceva sempre che non basta sedere su un tatami per capire la cultura giap.

Però se chi si veste di stracci colorati riresce a fare paura ai grandi bubbi politicanti, perché se no non si beccano il voto, ben vengano gli stracci.

(Di solito neanche io mi schiero, ma se ti interessa che i bhutia, diciamolo in sanscrito va', abbiano le cose che dici, la conseguenza è che ti schieri..)

12/4/08 12:04  

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