16 febbraio 2024

Una volta

Alle volte capita che qualcuno, probabilmente per isbaglio, dice delle cose che sono bubbe ma che non sono io. Mele segno, magari poi con il tempo risulterà chele ho dette io, ricavandone la vanagloria conseguente.

Il bubbo esplicava che la società per cui lavora voleva imporre quello di lavorare in presenza (nel senso di in presenza ma di persona tutti nello stesso openspace) pena il licenziamento perché lavorare in presenza è universalmente considerato talmente bello che senza minaccia non sarebbe accettato. Allora anche se il lavoro gli piace ha chiesto all'ufficio personale in quale data il suo contratto sarebbe terminato, visto che non accettava il danno alla qualità della vita e del lavoro che ne sarebbe conseguito. Non deve essere stato il solo a scrivere, così poi la società ha fatto sparire l'obbligo di rientro senza tante fanfare ed esplicazioni.

E commentando all'assurdità della richiesta aziendale bubbamente diceva

"Questo è il 2024, questo una volta era il futuro"

e anche io vedendo la massa di morti settimanali perché mancano norme sull'aria pulita e attrezzature adeguate nei luoghi più critici, incontrando sempre più persone che devono trovare unesplicazione per la penosa situazione salutaria in cui sono precipitati, vedendo le norme stupide e dannose per il medio ambiente sempre strombazzate come equoverdi, e mille e mille stupidità dico lo stesso

"Questo una volta era il futuro" e non era affatto così!

Troppo bubbo!
- Leggere bubbo rende bubbo, anzi troppo bubbo -

09 febbraio 2024

Allora rimango!

Non coincido nella critica dei bientalisti contro i siti di commercio economici, nel senso che la critica dovrebbe avere altri contenuti e altre valutazioni.

Però allevolte dei prodotti sono davvero misteriosi e, forse, dannosi.

Troppo bubbo!
- Leggere bubbo rende bubbo, anzi troppo bubbo -