Mi chiede un commentatore di rispondere alla domanda in oggetto. E io, serio, umile e per svagarmi da una configurazione rognosa, bubbamente rispondo.
Intanto i sondaggi con risposta sì-o-no non mi piacciono. Meglio che lo dica subito. La risposta non è sì o no, è sempre qualcosa di più complesso, con premesse, condizioni e una strategia o visione che permette poi di girulare il timone al variare delle condizioni (e le condizioni variano sempre per eventi che durano più di un picosecondo e che coinvolgono milioni di bubbi).
Quindi, se le condizioni non sono specificate benebene, potrei rispondeti sì/no/forse senza nessun problema.
Bah, come risposta potresti incasellarla in un "bubbamente, si nega a rispondere" ma provo a dire qualcosa di più.
In generale l'idea che lo stato si dà la pena di raccogliere le tasse e di redistribuirle non è sbagliata. Il problema è che gli stati (oramai hanno una certa etè e si può dire) sono molto inefficienti nel fare questa semplice funzione. Intanto raccolgono male, poi si perdono i soldi per strada e poi redistribuiscono in modo spesso vergognoso (e quindi non lo documentano, come già dicevo, per vergogna).
Il CICI ha una complicazione in più ed è il leghismo. Per inventarsi qualcosa che desse un senso alla richiesta di spezzettare la nazione (ma un po' per finta) e per vincoli bubbo-europe*, ci sono questo tipo di imposte che vanno ai comuni. Siccome gli altri partiti vogliono pescare dallo stesso bacino elettorale non hanno potuto dire: bubbamente, le imposte locali si gestiscono così e cosà e hanno sostenuto un sistema di esazione e di trasfferimento di denaro che è un colabrodo. Ma nessuno può apparire come critico del sistema, per cercare di pescare i voti leghisti di riffa o di raffa. E questo è il massimo di teoria che vedo nel sistema.
Il CICI ha un pregio o, meglio, un "effetto". Stimola a non lasciare inutilizzati gli immobili. Solo che anche questo effetto si otterebbe meglio e in modo più giusto se la giustizia fosse giusta, giusto? Ma non è così. Però non è un pregio assoluto, è un modo che lo stato ha di rimediare ai suoi errori senza dirlo e dando la colpa ad altri della propria bubbità.
Ancora un aspetto e me ne torno alla mia configurazione. L'etichetta delle cose mi interessa sempre poco, se non per dovere markettaro e di augusto studioso della bubbità. Lo stato (centrale o periferico) non consuma meno perché c'è un imposta in meno e non spreca meno perché questo richiederebbe una svolta morale inimmaginabile di questi tempi. Quindi se non si chiama CICI si chierà BICI o MICI ma non è che questo introduca necessariamente più equità nel prelievo. E' un cambio di tecnologia, qualcosa magari fa ma non è come introdurre una strategia completa e sensata o come moralizzare il palazzo.
Solo un nodo rimane: il prossimo governo non potrà reintrodurre il CICI paroparo. Se gli piace la nuova forma la lascieranno, altrimenti cambieranno il nome. Chissà che non cambiando faccie non cambi solo la facciata di questa e di altre cose, ma mi pare che le faccie non cambiano e quindi cambia solo la facciata.
Troppo bubbo!
Intanto i sondaggi con risposta sì-o-no non mi piacciono. Meglio che lo dica subito. La risposta non è sì o no, è sempre qualcosa di più complesso, con premesse, condizioni e una strategia o visione che permette poi di girulare il timone al variare delle condizioni (e le condizioni variano sempre per eventi che durano più di un picosecondo e che coinvolgono milioni di bubbi).
Quindi, se le condizioni non sono specificate benebene, potrei rispondeti sì/no/forse senza nessun problema.
Bah, come risposta potresti incasellarla in un "bubbamente, si nega a rispondere" ma provo a dire qualcosa di più.
In generale l'idea che lo stato si dà la pena di raccogliere le tasse e di redistribuirle non è sbagliata. Il problema è che gli stati (oramai hanno una certa etè e si può dire) sono molto inefficienti nel fare questa semplice funzione. Intanto raccolgono male, poi si perdono i soldi per strada e poi redistribuiscono in modo spesso vergognoso (e quindi non lo documentano, come già dicevo, per vergogna).
Il CICI ha una complicazione in più ed è il leghismo. Per inventarsi qualcosa che desse un senso alla richiesta di spezzettare la nazione (ma un po' per finta) e per vincoli bubbo-europe*, ci sono questo tipo di imposte che vanno ai comuni. Siccome gli altri partiti vogliono pescare dallo stesso bacino elettorale non hanno potuto dire: bubbamente, le imposte locali si gestiscono così e cosà e hanno sostenuto un sistema di esazione e di trasfferimento di denaro che è un colabrodo. Ma nessuno può apparire come critico del sistema, per cercare di pescare i voti leghisti di riffa o di raffa. E questo è il massimo di teoria che vedo nel sistema.
Il CICI ha un pregio o, meglio, un "effetto". Stimola a non lasciare inutilizzati gli immobili. Solo che anche questo effetto si otterebbe meglio e in modo più giusto se la giustizia fosse giusta, giusto? Ma non è così. Però non è un pregio assoluto, è un modo che lo stato ha di rimediare ai suoi errori senza dirlo e dando la colpa ad altri della propria bubbità.
Ancora un aspetto e me ne torno alla mia configurazione. L'etichetta delle cose mi interessa sempre poco, se non per dovere markettaro e di augusto studioso della bubbità. Lo stato (centrale o periferico) non consuma meno perché c'è un imposta in meno e non spreca meno perché questo richiederebbe una svolta morale inimmaginabile di questi tempi. Quindi se non si chiama CICI si chierà BICI o MICI ma non è che questo introduca necessariamente più equità nel prelievo. E' un cambio di tecnologia, qualcosa magari fa ma non è come introdurre una strategia completa e sensata o come moralizzare il palazzo.
Solo un nodo rimane: il prossimo governo non potrà reintrodurre il CICI paroparo. Se gli piace la nuova forma la lascieranno, altrimenti cambieranno il nome. Chissà che non cambiando faccie non cambi solo la facciata di questa e di altre cose, ma mi pare che le faccie non cambiano e quindi cambia solo la facciata.
Troppo bubbo!
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