24 maggio 2010

Tempus tempi
Già melo ero appuntato che si viaggia sempre nel tempo e non solo nello spazio. Non è che uno tutto bubbo è andato nella tale città ma è che ci è andato in un certo tempo, sia di tutti che proprio.

Così rivedere dal tassì la città della carbonara mi ha fatto impressione. Mi sembrava come una foto messa nell'album che poi non ingiallisce ma cambia. I luoghi dei turisti sono anche i miei ma non come spazio, piuttosto come tempo. Io aspettavo la l'inizio dell'opera, io pranzavo lì in un giorno di sole, io visitavo il museo laggiù quando cera l'apertura gratuita. Nulla è spazio, ma tempo, tempi.

Così non è che ho vissuto qui, è che ero qui in un tempo. E anche ora non sono tra i gianduiotti e non sono più tra le tapas. Ma è che sono in un tempo che scorre e che quindi mi fa muovere.

Non sarò mai più di una città o di una nazione, oramai sarò sempre in viaggio e in un tempo.

Troppo bubbo!

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ohi, il Bubbo poeta? E si è trasferito nella aeterna civitas?

Orientalia nordica (suo malgrado)

24/5/10 17:00  
Blogger Bubbo Bubboni said...

Citus, citus, convenius et voltum gianduiottum.

24/5/10 17:19  

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