11 aprile 2011

La vergine cuccia - seconda parte
La cosa della poesia si distingue dalle altre storie citate perché cenè la fine. Il servo e la sua famiglia sono giustamente puniti e il male è stato riparato. L'equilibro delle caste è ristabilito con il ristabilirsi della distanza e tutto è risolto.

Ma delle altre storie un po' manca sia la fine che l'inizio. Ad esempio negli anni '60 in Afghanistan cerano le minigonne e la musica. Poi la scelta di sostenere i tali contro i nemici dell'epoca ha fatto finire tutto. E tanto più oggi con l'occupazione militare e le tangenti ai signorotti della guerra che bloccano quello che altrimenti si sarebbe modificato comè naturale.

L'intervento estero aveva altri scopi, una rielezione, le amicizie, i nemici e tutto e quello ha raggiunto. La questione delle donne e delle elezioni sono parte della strategia di comunicazione ma nonè che poi interessino tanto altrimenti non si andrebbe in giro ad ammazzare gente, fino al punto che non si capisce qualè l'errore di cui si scusano con tutta la solennità del taglia-incolla nei comunicati stampa.

Come inzia la storia di quei pampini? Gli hanno ammazzato qualche parente? E il tessuto sociale del loro dintorno è normale o è distrutto dall'occuppazione militare? Perché ci vuole il consenso sociale per fare una cosa in gruppo e se la cosa è stupida bisogna che la società sia malata, prima che tradizionale come gli antichi che, poveretti, non sapevano e non capivano come noi tutti moderni.

E come finisce quello dei pampini? Che vita avranno e hanno? Come quelli che nelle periferie delle democrazie che tiravano sassi per uccidere? Come quelli che poi fanno i militari perché cè che non cè lavoro a casa loro perché i soldi seli sono presi i principi della democrazia? Dopotutto chi porta le armi e chi mette i morti hanno in comune di essere burattini di un gioco che non dominano.

E quello della vecchia? Come inizia? Perché cercare il rame? Doveva riparare una vecchia pentola ornamentale per svagarsi nel tempo libero del pensionato? Probabilmente sì, ma questo dinuovo farebbe pensare ad una società malata. O forse voleva collegare il suo nuovo notebook con porta 10 Gb/s alla rete veloce? Difficile dirlo. Il periodista non approndisce e non cè modo di capire che problemi avesse per mettersi a scavare e cortare il cavo ottico.

Io sono sempre per il superamento del carcere ma il fatto che Internet sia oramai da considerare un diritto umano esplica perchè la furia della legge si è abbattuta su chi, per passatempo o per imperizia tecnica, ha fatto danni anche se vecchio.

Ma anche lì bisognerebbe mettersi a spiegargli le esigenze di un'altra casta, di un altro mondo che sembra vicino ma che non deve essere sfiorato.

Ma è lungo, eppoi magari non capiscono quello della rete o della relazione sana con la natura. Questi sembrano tutti contadini e poveri, sempre inclini a vedere la miseria e le disgrazie e non il bello di cure sofisticate e reti veloci. Eppure forse anche loro possono ricordare dei valori belli ed entrare in qualche rilassante dipinto rurale, se solo si sapesse come finiva la loro storia.

Troppo bubbo!