10 ottobre 2011

Post mortes
Ho visto che il primo giorno erano tutti che era un grandissimo, poi il giorno dopo che aveva anche fatto qualche errore e chi non lo ammetteva era un fanatico religioso, poi il giorno dopo ancora che sfruttava i cini ed era bubbo e che comunque il futuro ora dipendeva da altri. Allora adesso che si può anche io mi appunto di quello che è morto.

Ma non è tanto la bubbità sua propria quella che emerge quanto come ha fatto, per me, emergere quella degli altri. Ho sempre pensato che fosse geniale ma nella media, ogni tanto sì e ogni tanto no e non capivo più che altro perché le altre grosse aziende non facessero lostesso ma delle cose belle.

Poi, quando ho capito bene come funziona un'azienda grossa, come si seleziona la dirigenza, come si producono le cose che poi si vendono e come si vendono senza produrle ma solo importandole (e tutti i disastri chene conseguono), allora mi è parso più chiaro quali scelte erano davvero sue e rilevanti e perché gli altri non riescono tuttora.

Mene sono dinuovo reso conto leggendo una presentazione di come vanno le cose moderne nelle telecomunicazioni. E' impressionante. Tutti i dati sono veri, corretti e con la fonte. Tutto il complesso di quello che ne ricava un bubbo dirigente delle telecomunicazioni è falso, sbagliato, limitato e passatista. E questo è esattamente l'effetto che vuole ottenere l'autore bubbo consulente. Il motivo è che interpretare i dati veri correttamente produrrebbe una critica forte, una necessità di rivedere le cose e le strutture (che sempre lottano per la propria sopravvivenza) e anche di capire che certi settori non bisogna spenderci (e dirlo a chi dirige proprio quel settore).

Ovviamente è impossibile per uno che voglia fare il consulente famoso e per essere onesto e etico è anche meglio essere quel po' di stupido e trullo che tanto agevola nella consulenza direzionale.

Così è questa la grandezza del tale. Essere riuscito a fare quello che andava fatto, sicuramente circondato da chi usava dati veri per conclusioni false (e per di più scritte con i condizionali, in modo che poi puoi dire che lo avevi detto, ma che all'epoca non lo volevi assolutamente dire e se uno lo ricorda non lo avevi proprio detto).

Sono le conclusioni di tutti gli altri, quelle che ora tutti sene lagnano quando vedono come andava fatto ma che, nella propria azienda, non si sognerebbero mai di mettere in discussione.

E speravo anche che il successo di un altro poi portava che tutti avrebbero voluto fare lostesso. Ma non è così. Il successo di un altro è più spesso motivo di dire che va disprezzato (perché evidenzia il tuo insuccesso) che non di essere di ispirazione per fare ancora meglio.

Perché uno magari è meno bubbo del solito, ma tutto il resto è
Troppo bubbo!