28 marzo 2007

Il dibattito dei bubbini
Finalmente tra le tapas! Ieri ho visto alla tv (al solito, per fare un po' di pratica quando parlano bubbi del popolo) qualche pezzo di un ""nuovo"" modo di fare i dibattiti tv.

La formula è importata dal vicino stato dei formaggi e consiste in 100 bubbini del popolo (buono! usano accenti diversi e parlano come d'uso nella rispettiva casta) che fanno domande ad un bubbo grosso del governo (ieri c'era ZP in persona) e, dopo una settimana, dell'opposizione. I bubbini sono selezionati statisticamente per collocazione politica, censo, occupazione, ecc. in modo da rappresentare la società.

Due gli spunti:
- fare domande buone in questo contesto è impossibile. In definitiva il bubbo risponditore dice quello che vuole, usando le tecniche classiche. Io stesso avrei potuto affrontare tutto il dibattito con il pilota automatico. Es. "pensioni basse" risposta "statistiche sugli incrementi e, leggerissima accusa che se non le hai viste aumentare è perché la tua pensione non è tra le più basse". Ecc.
C'è anche da considerare che qui l'economia va forte e alcune questioni non ci sono, però se il domandante dettaglia la domanda viene noiosa o lunga e viene saltata con facilità. In definitiva per incalzare davvero il bubbo grosso non basta fare una domanda ma bisognerebbe che i bubbini si alleassero per battere il chiodo cosa che, essendo bubbini, non sanno fare.
- i bubbini sono molto migliori dei giornalisti professionisti, comuque. Così il format ha avuto un grosso successo di pubblico e tutti ne sono contenti. I giornalisti sono troppo parte del sistema di potere per poter anche solo pensare alcune questioni che i bubbini vedono meglio.

In ogni caso si dimostra che è meglio avere uno intelligente a fare domande che cento bubbini statisticamente assortiti.

Troppo bubbo!