28 novembre 2008

Umilii amicus donus magnum
Niente da fare, la bubbità della carta del povero è troppo bubba e merita un elencazione siappure parziale.

- Nel gestionare la carta molti soldi si perdono per strada, parrebbe. E invece no, vanno agli amici più poveri. Infatti se un povero è contento di 1.30 euri al giorno da spendersi in negozi non necessariamente economici una grossa società può necessitare bisognosa di qualche milione di euri. Non è sbagliato dare secondo le proprie necessità, per questo le banche ricevono sempre più denaro dei poveri dai governi buoni et equi.

- Tutti i dati per la carta sono già nei cervellini elettronici dello stato. Quindi il povero fa del danno a ricopiarli sul modulino e, arzillo e dinamico, a portarli a spasso per la gioconda e sempre accogliente (per un anziano) città. Si vede che non hanno una buona coscienza ecologica, un senso dell'efficienza e molestano anche enti vari che già hanno il loro dafare. E' giusto che questo danno sia punito con una piccola sanzione riducendo gli importi. Inoltre molti poveri non faranno la trafila perché consci di fare del male e non li si può bastonare anche perché non escono di casa.

- La carta è anonima ma per usarla serve un documento d'identità. E' anonima ma fatta così c'è solo quella. E' anonima ma un povero lo si riconosce a 100 metri. Credo che i poveri non dovrebbero esibire così la loro povertà, tutto sommato demoralizzano i vincenti bubbi che stanno protagonizzando una delle più spettacolari riprese della storia dell'economia mondiale dai tempi di Pacioli. In definitiva è meglio se la carta la usano con circospezione.

- Il povero, inadatto all'uso del denaro che giustamente non detiene, potrebbe essere indotto a mangiare male, magari troppo riccamente per le sue tasche e abitudini. Era meglio se il governo, che ha già la lista dei poveri in tasca, consegnava direttamente del cibo adatto, fato da aziende amiche desiderose di sperimentare nuovi prodotti e frontiere scientifiche ma in modo sano, responsabile e statisticamente basato sulla speranza di vita. Ancora una volta sarebbe stata una scelta win-win, come si fa normalmente in altre situazioni e luoghi, sempre aiutando e aiutandosi. Anche i poveri possono dare e, con i giusti stimoli, non mancano mai di dare.

- Avendo diffuso i dati reddituali online i dati dei poveri li sanno tutti, ovunque nel mondo, e con nome e cognome. Questa anonimità della carta, che da un lato è buona perché riduce il numero di poveri, dovrebbe essere integrata con una possibilità di espressione dell'individualità del povero. Un modo moderno e 2.0 di dire che anche un povero può e deve espressionarsi nel massificato mondo moderno. Anzichè essere già pronta cadauno potrebbe farsi da solo la sua tessera, con un normale impianto di clonazione carte che tutti hanno in casa. L'augusto stato invia il codice e il povero se lo programma, personalizzandosi il supporto come il suo gusto artistico gli suggerisce.

Ah bubbitatis pauperis demcratia ostaculii, vista pauperis economicus depressionibus.
Justa regis gaudium magnum, amicus ossequi festivitate vicinae et lietibus!

Troppo bubbo!