25 novembre 2009

Bubbitatis humili amicis actionis salvatio rei reus?
Già lo dicevo in altri commentari ma melo appunto qui spiegato benebene. La cosa dei brevi non è questione di tecnofunzionamento burocratico e papiresco ma di amicizia e fedeltà.

Ah, quante sciocchezze in nome del supremo valore dell'amicizia!

Infatti mi pare addirittura che taluni bubbini mettano in moto flebilmente dell'aria, esalando quel minimo di lamentele e lagnanza che sono permesse dall'attuale clima di concordia unipartitica e di democratura multimediale.

Il punto è se l'amicizia e la fedeltà è stata manifestata con gli strumenti dovuti o se cenerano altri migliori, quindi non interessa e non conta se la nuova bubbolegge serve affinche la spada della giustizia sia agitata più o meno saggiamente contro il popolaccio ribelle da una dea (peraltro bendata) al giusto grido di "chi cojo, cojo ché sono uguale per tutti".

La tecnologia scelta ha dei costi mediatici non nulli, infatti gli amici dicono che è una misura estrema a causa della persecuzione, non che è una misura giusta a causa della cattiveria del popolaccio.

Non so. Forse si poteva fare meglio e temo che gli amici siano stati troppo influenzati dal pepe al cul* che fa correre un vecchietto pelato in luoghi remoti pur di non essere carcerato mentre mamma muore. La fretta di manifestare i sentimenti benigni può fare brutti scherzi e forse non permette di vedere lucidamente la situazione.

Tuttavia ora ci sarà altro tempo e mille frecce potranno centrare il bersaglio se una fallisce, come dicevano gli antichi.

Troppo bubbo!