Più leggo delle cose dei periodisti come dice qui o qui e meno la cosa si capisce.
Prima dicono, ma non dico lì, dico qui e la dicono, che i giornali sono pieni di articoli spazzatura perché così vogliono i lettori, che altrimenti non vendono, che campano con quello che vendono e le inserzioni e tutti vogliono tette & culi, xenofobia & razzismo, sangue & mostri, ma che loro non vorrebbero pubblicare solo questa robaccia ma altrimenti non vendono e devono altrimenti chiudono.
Poi dicono che non vendono e che chiudono.
Ma il dubbio che la spazzatura qualcuno voleva che fosse pubblicata non viene mai a nessuno? Qualcuno diverso da un ipotetico lettore pagante, intendo. Eppure mi pare chiaro che per ogni articolo irrilevante viene nascosto qualche fatto importante e che non si è nella proprietà di un periodico per ingrassare ma per sostenere altri business.
Anche mi pare bubbo quello dell'obbiettività e degli articoli coi fatti e senza tanti commenti che poi mi faccio io l'opinione. E utile questo concetto perché appena viene espresso so che chi parla è un bubbo, che è privo di qualsiasi capacità di capire le cose profonde, che gli imparano le cose che poi crede di aver pensato e tutto.
Però è vero che il periodismo cambia con il tempo e i mezzi, ma la programmazione del bubbo è sempre più forte. E' notevole come il bubbo gli imparano delle cose di economia, di energia, di ambiente, di trasporti e storia, e tutto ma alcune sono cose anche complesse.
Così il bubbo che sembra semplice e umile in realtà è bubbo, anzi
Troppo bubbo!
Prima dicono, ma non dico lì, dico qui e la dicono, che i giornali sono pieni di articoli spazzatura perché così vogliono i lettori, che altrimenti non vendono, che campano con quello che vendono e le inserzioni e tutti vogliono tette & culi, xenofobia & razzismo, sangue & mostri, ma che loro non vorrebbero pubblicare solo questa robaccia ma altrimenti non vendono e devono altrimenti chiudono.
Poi dicono che non vendono e che chiudono.
Ma il dubbio che la spazzatura qualcuno voleva che fosse pubblicata non viene mai a nessuno? Qualcuno diverso da un ipotetico lettore pagante, intendo. Eppure mi pare chiaro che per ogni articolo irrilevante viene nascosto qualche fatto importante e che non si è nella proprietà di un periodico per ingrassare ma per sostenere altri business.
Anche mi pare bubbo quello dell'obbiettività e degli articoli coi fatti e senza tanti commenti che poi mi faccio io l'opinione. E utile questo concetto perché appena viene espresso so che chi parla è un bubbo, che è privo di qualsiasi capacità di capire le cose profonde, che gli imparano le cose che poi crede di aver pensato e tutto.
Però è vero che il periodismo cambia con il tempo e i mezzi, ma la programmazione del bubbo è sempre più forte. E' notevole come il bubbo gli imparano delle cose di economia, di energia, di ambiente, di trasporti e storia, e tutto ma alcune sono cose anche complesse.
Così il bubbo che sembra semplice e umile in realtà è bubbo, anzi
Troppo bubbo!
9 Comments:
beh no io credo che si possa fare, come strombazzano (ma in pratica non fanno molto) in USA, che di un fatto si danno due versioni opposte. Certo, se ambedue sono bubbe, però...!
(Il codice bubbo è troppo bbello, ahò, sembra L'Espresso)
Ogni tanto ci sono gli articoli di due bubbi diversi che dicono cose opposte. Solo che chi sceglie il "campione" di ogni posizione? Chi dice che sono quelle le posizioni da confrontare?
La redazione ha un evidente e necessario potere di scegliere, il mito dell'obiettività è, oltre che una bubberia, solo un mito perdipiù inutile.
Dice una nota bubbina che
"la spazzatura vende, eccome, infatti [NOME] mette i wall poster (o metteva? non lo apro più) con le donnine nude.
(Non correre ad aprirlo Bubbo che ti sloghi una caviglia;))"
Solo che [NOME] era pieno di caratteri bubbi e l'ho tolto.
Comunque rimane valida la cosa, non credo che la spazzatura venda, o almeno non basta per un risultato economico.
Massè uno volesse un risultato su altri piani?
bubbina: infatti non è per vendere che la nota macchia sporcava tutto, ma per farsi pubblicità e attirare anche i bubbi più bavosi. Sigh.
e' un mito, ovvio, ma è importante provarci presentando una notizia con il proprio punto di vista (in modo chiaro) e un punto di vista opposto. Tutto qui. Almeno chi legge sa che esiste anche un altro modo di vedere la cosa, opposto o diversissimo.
Ovvio che neanche Erodoto ci credeva nella storiografia, figuriamoci noi oggi, però si dovrebbe provare nei giornali a fare questo.
Sìsì, non mi pare male che su alcuni temi siano presentate più posizioni, lasciando spazio a "campioni" delle stesse.
Però in nessun caso il lettore può ipotizzare che questo risponda al mito dell'obiettività o delle notizie separate dai fatti o simili bubberie. Sarebbe come guardare la pubblicità per farsi un'idea dei difetti del prodotto.
L'informazione si basa sulla ricerca e il confronto tra fonti diverse, non sulla pia aspettativa della pappa fatta.
Senza considerare che le cose bisogna anche capirle, anche rivedendo i pregiudizi, e non sono operazioni alla portata di tutti, sopratutto se uno è bubbo.
Anonimo: come dicevo, se i giornali falliscono quello che fanno per vendere non funziona (ammesso che i loro soldi vengano dalle vendite).
Pertanto la spazzatura non ha giustificazione, non per moralismo ma per denaro.
Se è per questo, uno dovrebbe anche vagliare la scelta delle fonti, e così via. Perché si scelgono solo certe fonti e non altre? Chi/dove/quando e perché riporta di dati? Perché proprio quelli? A chi fanno comodo? E così via.
Ma dire che una cosa è difficile o impossibile nella sua intierezza non giustifica non farla: intanto si prova, e al meglio, perché è sempre meglio poco che niente (filosofia pura;)). Anche nell'informazione.
La perfezione che non esiste non giustifica la relatività assoluta e quindi il diritto di presentare a un pubblico che legge, e si deve formare un'opinione, delle realtà del tutto personalistiche.
C'è comunque una verità assoluta, che è quella del fatto (che esiste sempre, anche se nel buddhismo la realtà stessa del fatto è vista in modo diverso). Poi si può presentare in in modo o in un altro: ecco, presentarlo almeno in due modi diversi. Provare a non giudicare e non forgiare la realtà del fatto a nostro piacere, perché magari il fatto non ci piace oppure lo vogliamo usare per propaganda.
Ripeto: se si inseguisse il mito della realtà assoluta e della perfezione (cioè della completezza di informazione) non si farebbe più niente. Non esisterebbe neanche la storiografia.
E non si vivrebbe mai il momento, il fatto in sé, ma si inseguirebbe il tempo futuro (ogni cosa ha qualcosa di meglio, ogni tempo relativo un tempo assoluto), il "vero", il "bello", ecc.
Gli storici fanno solo quello che possono. I giornalisti pure, ma ci vorrebbe anche qui onestà (intellettuale e, perché no, etica e morale).
IMHO.
La spazzatura non ha senso per buon gusto!
Oltre che per rispetto delle donne.
Bubbina
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