22 marzo 2011

Bellicum titubis
Cè da dire che la retorica bellica è un po' cambiata per questa guerra:

- Niente tentativi di non chiamarla "guerra". Un po' è un segno che non servono, non si pone il problema con la cossuttazione perchè nessuno lo pone, un po' perché la propaganda ha fallito. Le guerre di pace luuuunghe, che pagano tangenti, che li ammazzano lo stesso, che un po' mettono ospedali ma un po' anche uccidono, che si scusano e che buttano un sacco di soldi alla fine non hanno meritato la loro etichetta ufficiale e sono rimaste solo guerre.

- Il pincipio, ben conosciuto già prima della propaganda per le guerre di pace, che le guerre si sa come si inizia ma non come si finisce, è ormai noto. Nessuno parla più di guerra lampo, ci si aspetta il pappone che oscilla tra stato fallito (alta cosa che si sa che è pericolosa) e amici che diventano tutti terroristi. Insomma confusione.

- La questione che non interessa la pace e la felicità dei nativi ma il petrolio e il controllo sulle aree è nota e chiara. Il punto è solo chi lo prende non se lo prende o se è motivante a buttare soldi e bombe.

- Rimane un po' che vengono uccisi solo i cattivi, quello del terrorismo, che si aiutano gli amici. Vabbé routine ma tanto meno di prima.

Vedevo che qualcuno si chiedeva fintamente perché i pacifisti non manifestano. Quegli stessi che quando manifestavano li facevano sparire ora si lamentano perché non manifestano, o perché non possono farli sparire?

Io sono antimilitarista (pacifista sarebbe che uno se la guerra la fa l'ONU su incarico di una congrega che raduna i 6 principali venditori di armi è tutto contento) però c'è da notare che alcune istanze dei pacifisti ora sono diffuse:
- è una guerra;
- ammazzano;
- non si sa come finisce;
- c'è di mezzo i soldi e non il buono e il bello.

Non è tutto, manca tanto quello che quindi la soluzione era altrove e che negli anni è stata creata esattamente questa situzione e le democrature europee erano contente. Ma un po' è arrivato, nonostante lenormità della propaganda e della retorica.

E già qualcosa di bubbo, anzi di

Troppo bubbo!