20 giugno 2011

In defectio normalitates
E' un po' che non mi lagno di come sarebbe bello trovarsi ancora tra le tapas è rimedio anche per memorare una normalità dei tempi che tra le pizze non trovo. Già il concetto era chiaro, le pizze non sono tanto un crepaccio nello spazio quanto nel tempo, posizionandosi ma come se fosse qualche tempo indietro.

No, indietro non espressa il concetto. Certo gli antichi con i loro enormi telefonini e le loro dita grossissime sembrano arretrati visti dai futuri. Però gli antichi erano aggiornati su tanti temi. In Afghanistan negli anni '60 avevano le minigonne, tra le pizze la laicità dello stato era un concetto comprenisbile e condiviso (come definizione, poi magari uno era contro ma lo capiva), e mille e mille esempi.

Più che le pizze essere nel passato sembrano su un binario morto della historia, inviluppato in una retorica che altrove non è più attuale e non risponde più alle esigenze. Come se fossero stati selettivamente persi dei pezzi del mondo contemporaneo per cui ci sono i telefonini nuovi per concetti stantii e per una retorica che sale da una gerontocrazia diffusa.

Allora due cose mi appunto che lo esemplificano. Quello degli indignados non lascia dubbi. E' bello confrontare la produzione degli indignados, puntuale contro la criminale politica economica della comunità europe*, con l'intervento contro le multe per le quote latte che faceva il tale xenofobo ieri.

Ma anche cose più semplici ma più profonde come che ha vinto un concurso della televisione pubblica il video che hanno messo qui. Nel video, che poi magari lo tolgono, cè una pareja di due ma sono uomini entrambi. E discutono di un problema di codici segreti, ma come normali.

Così tanto è contemporaneo ciò che è normale e tanto è arretrato quello che è strano, come lo è pensare, come i passati ma di almeno due secoli, che i sentimenti strani esistano e che non siano normali.

In defectio normalitatis tempus antiquo et pizzaiolum, in normalitatis tempus correntis et cum tapas.

Troppo bubbo!