27 ottobre 2011

Tagliando e copiando
E' molto bello che la risposta alla globalizzazione sia globale, anche se ancora mi pare che non si sia abituati a vedere le cose come non legate alle singole nazioni, dando così peso a istituzioni o persone che dovrebbero essere completamente trascurate inquanto puppazzi e non pupari.

E un esempio di che è globale è quello dell'istruzione. Due premesse sennò poi non melo ricordo, dato che sono prive di senso logico.
1) che l'istruzione si diventa tutti ricchi. Ma si deve intendere solo l'istuzione di testa, solo imparata con un certo modo e solo in un certo tempo. E' un'idea talmente assurda che bisogna sempre ricordarsi che i enti che parlano di istruzione parlano solo di questo. Viceversa è male qualsiasi sapere che sia profondo, che non sia ricevuto in un certo tipo di struttura (e qui è logico data la necessità vitale delel strutture di tenersi vive a scapito di qualuque altra persona o valore) o che riguardi abilità manuali prima che di testa.
2) In senso liberita la spesa per l'istruzione (sempre delle istituzioni come dico prima) è una a) stupidaggine b) necessaria. Quindi con mille contorcimenti bisogna a) contenerla e dirigerla ai produttivi b) mantenere il livello di propaganda e la convinzione che si diventa tutti ricchi.

Allora il punto è che ci sono i test per vedere se i bubbini hanno imparato le cose (ovviamente non per vedere se quello che hanno imparato ha un senso o se contribuisce al progressare dell'umanità tutta) e con le crocette perché vige anche il mito che sia tutto scientifico e oggettivo.

E tante nazioni manomano viene fuori che alteravano i dati per fare più bella figura. I modi sono vari (e, almeno questi, non ancora globali): chi toglie i stranieri / diversamente intelligenti / sospetti e creativi. Chi toglie le scuole delle zone povere (che sarebbe come prima ma su base di geosfiga e non su base di sfiga su base di casta), chi semplicemente cambia i numeri. Però troppa è la gente coinvolta eppoi almeno un po' li hanno pescati.

Ma è bello che le istituzioni nazionali, ancora bambine sul piano della globalizzazione e dei miti del liberismo, stiano imparando a copiare e a truffare i dati.
Sono ancora a scuola, sono preoccupate di fare bella figura con i pupari e ricorrono a scelte estreme e a gesti disperati per compiacere chi le sovrasta.

E inoltre è un passo in più verso quella idea di fare ma per finta che permetterebbe ai stagisti dell'economia di essere contenti coi dati (falsi) e a tutti gli altri di vivere ma bene e senza paura. Neppure delle crocette.

Troppo bubbo!