11 gennaio 2012

Bubbitatis limipatis
Comè sano preferisco i vestiti (magliette, giacchette) senza scritte, senza etichette, senza loghi che, viaggiando, è considerato lesivo di quella concordia universale che le istituzioni mondiali sempre curano di diffondere a suon di bombe.

Comè bubbo che sia è praticamente impossibile trovare vestiti senza scritte, dato che produrli sarebbe troppo astuto per il mondo contemporaneo.

Comuque quelli più miserabili cisi avvicinano, lasciando quelli che hanno addirittura il nome della nazione scritto ma grandissimo a chi sia più spiritoso o più bubbo, qualsiasi arriva prima.

Così avevo la mia piccola collezione di magliette sottili e spesse tutte bubbe e quasi senza scritte, pronte per essere pelate della massa di etichette inutili.

Due i punti bubbi, che segnano una nuova tappa nella bubbità conseguente all'acquisto di beni ma adesso che sono tutti contemporanei:

1) cè una specie di calcolo matematico ma fatto coi simbolini che vorrebbe dire che se si lava a 30° una maglietta (che cè scritto di lavarla a 30°) si consuma meno elettricità e si produce meno gas che fanno male e puzzano. Se gli spiegano a quello dell'etichette che si può anche lavare le cose a mano... non voglio fare ipotesi che potrebbero essere pericolose.

2) una maglietta ma spessa cera scritto di lavarla a rovescio. Boh? Intanto l'ho stesa senza averla lavata, appena sarà bagnata la metto in lavatrice e vediamo se esce asciutta, mami pare bubbo, anzi

Troppo bubbo!