11 gennaio 2014

Sin comprensionis
Volevo ponermi al dia con i pizzaioli e allora ho visto che i blog parlavano di una pellicola. Anche tra le tapas avevo visto che cera questa pellicola ma delle pizze e allora volevo vedere comera.

Mi sono messo li con i sottotitoli (giusto per essere abbastanza esterofilo in modo bubbissimo, ma cheppoi mi servono quando parlano che non si capisce) a mirare.

Ovviamente che ne parlavano era bene, che cera tutto un ragionamento contorto ma che non si capiva e qui e li. Vabbé sapevo che tanti chene parlano poi sono andati che si vede la pellicola e ti danno da mangiare e allora ne parlano bene. Anche io se si vede la pellicola e mi danno da mangiare, serio e bubbo professionale, ne parlo bene se il cibo è buono e che poi mi invitano anche una ltra volta.

Però non mi aspettavo che fosse una cretinata di questo livello. Fatta male, girato peggio, una roba che anche con l'avanti veloce ti annoi, ma soprattutto quasi priva di senso. "Quasi" perché magari il senso è che ogni tanto compaiono le mignotte con le puppe e quindi il senso cè oppure che gli hanno dato i soldi che hanno tolto da cose belle e culturali.

Ma nelle recensioni degli esteri, sempre che non cera da mangiare anche li, la pellicola piaceva per una ragione bubba e chemi appunto.

Nello stordimento di non sapere che quello che opini sono ricicciature di pregiudizi che riscontri perché non capisci e perché non sai della historia e dei suoi riflessi, capita spesso che gli esteri tirino fuori delle sciocchezze che però i indigeni li incoraggiano. Quelli più furbi (degli indigeni) ci ridono su madi nascosto, gli altri credono davvero alle bubberie nate dalla confusione mentale degli esteri e dalla loro fermissima convinzione di aver capito cosa si cela dietro il pregiudizio perché tutti astuti.

Nello specifico supponiamo che io scriva delle parole in latino bubboniano ma a casaccio. Ad esempio:

Lugete, o Veneres Cupidinesque,
et quantum est hominum venustiorum:
passer mortuus est meae puellae,
passer, deliciae meae puellae,
quem plus illa oculis suis amabat.

Epppoi succede che, in virtute superiori mentis, uno si ingenia a pensare che abbiano senso e, cerca cerca celo trova, e opina che isso fatto è furbo e lo strombazza.

Ma in realtà erano parole a caso ma a quel punto non si può dire.

Così tre sono i segnamenti di qualche minuto con l'avanti veloce con una creninata pizzaiola cone le mignotte sullo sfondo:
1) che dicono delle pellicole non è vero
2) se a me danno i premi letterali perché non leggono i libri (che neanche ho scritto) anche quelli delle pellicole mi sa che non li vedono e vanno per mangiare
3) ancora una volta si dimostra il fondamento della comunicazione bubboniana: "il senso delle cose sta nella testa di chile legge e non in quella di chi, bubbamente, le scrive".

Troppo bubbo!