11 maggio 2014

Il tasso del calo
Una delle fintonotizie più comuni della crisis financiera e che si vede anche tra le pizze sia pure passandoci poco è quello delle statistiche che dimostrano inequivoche che, grazie all'azione benefica del governo, del partito e di altri amici della società di amm.ne del periodico in oggetto, la crisis è praticamente quasi certamente avviata ad una prossima immediata visibile e riscontrabile fine.

Poi il dato è qualunque dai consumi di bubbolinite solida evaportata al numero di addetti all'imballaggio dei diavoletti di cartesio che lavorano il mercoledì dopo le 18.32 è sempre tutto un crescendo inarrestabile e trionfale ma, soprattutto, dovuto alle forse oscure sopracitate.

Ma direi che, anche nell'occasionalità dei miei riscontri, questa volta credo che sia superata la soglia di bubbità.

Però premessa è che se uno ipoteticamente capisse le cose per valutare questi dati serve sempre (ma sempre) il foglio di calcolo. Infatti un dato ha senso solo se raffrontato con un minimo di intelligenza ai dati precedenti e sempre e solo se correlato ad altri dati che lo confermano, smentiscono o lo esplicano.
Chiunque, fossanche Bubboni, che valutasse un dato istatistico o ha una memoria prodigiosa, o ha un foglio di calcolo o dice una bubberia solenne.
Poi l'esperienza inteviene per affinare il ragionamento ma fare il ragionamento senza dati non è ragionare sui dati e i dati (lo dice la parola) non sono mai uno. Ovviamente il pennivendolo ne scrive uno e con le percentuali più o meno giuste dell'anno o del mese prima sempre uno il dato rimane e allora non si può ragionare sui dati se sono uno ma solo alabare il partito e gli amici dell'editore.

Allora il dato bubbo che comprova la fine della crisis sarebbe che "il tasso di discesa dei prestiti è calato".

Bubbo, no?! C'è meno gente che ha bisogno di soldi e allora siamo contenti perché sono tutti ricchi? C'è più gente che ha bisogno di soldi perché sono poveri ma più banche che li danno perché sono ricche? C'è la stessa gente che ha bisogno di soldi perché sono poveri ma ora gli danno un po' più prestiti perché tanto le banche sono un po' più ricche? I prestiti calano perché neanche gli strozzini si fidano ma si fidano un po' di più di prima perché sono un po' più ricchi? Il cambio di pendenza della derivata seconda di un fenomeno espansivo è antidepressivo e meno recessivo di un fenomeno recessivo a parità di depressione della derivata prima di un antirecessivo espresso con serie normalizzate?

Beh, avere il dato è una cosa ma capirlo è bubbo, anzi

Troppo bubbo!