22 marzo 2018

Adeguato al contesto
Giammiero appuntato che i materiali nella scuola ma di lingue questa volta sono più adatti ai partecipanti (adulti, expat, da molte nazioni diverse), noncomme alla scuola dei poveri vecchi che andavo per la lingua dei wuster dove la frase tipica era "Quanti anni hai?" "12" "E cosa vuoi fare da grande?" "Il pilota di formula 1" chepper una classe dove il più giovane aveva 3 volte l'età di quello del libro era poco aderente.

Però anche per la maestra, l'unica che è indigena ovviamente, non è facile capire tutti i aspetti della vita dei studenti expat.

Oggi cisono stati due esempi brillanti ma difficili da cogliere se uno non è di nessun posto.

- la frase era tipo "Non ti preoccupare per il trasloco, ti aiuterò [____]. La prossima settimana sono in vacanza.". La risposta corretta era IO ma nessuna la capiva.
Quando gli expat sono in vacanza partono immediatamente o per il proprio paese, se è vicino, o per andare via dalla città e vistare il continente se vengono da lontano, ma praticamente non restano mai in città. Quindi l'idea che se sono in vacanza ti aiuto perché resto in città non è logica e non è nell'esperienza comune.

- l'altra frase era "Parli con i tuoi vicini?" "No, sono stranieri e non ci parlo". Per un expat la frase è logica, non tanto per una questione di razzismo ma banalmente perché è nell'esperienza di tutti che hai vicini con cui non hai una lingua in comune, quindi non ci parli molto. Invece il testo non diceva 'stranieri' ma 'strani' cosa che a nessuno sembrava particolarmente critica dato che è ovvio che i vicini siano strani.

Troppo bubbo!
- Leggere bubbo rende bubbo, anzi troppo bubbo -