Partiamo alla lontana e con una critica alla solita europeata.
Una volta i semafori erano messi sulla striscia di arresto + sul lato opposto della strada +, nel caso di incroci grandi e/o con molto traffico e/o con traffico pesante, anche penzolanti a centro incrocio.
Poi arriva l'euroburosauro e i semafori sono solo sulla striscia di arresto.
Questo fa si che:
1) se uno si porta più avanti della striscia di arresto;
2) se la striscia di arresto e/o il semaforo sono collocati bubbamente;
3) se uno è nella corsia 2 mentre nella 1 c'è un mezzo pesante;
4) altri casi più o meno bubbi;
quando scatta il verde se qualcuno riesce a vederlo deve strombazzare per par partire il veicolo che non può vedere il semaforo.
Ultimamente la cosa è peggiorata dato che si è intersecata un'altra europeata. Ci sono dei semafori SOLO per i pedoni che, essendo sul lato opposto, sono facilmente visibili agli automobilisti. Così alcuni partono senza cogliere la finezza dell'omino verde quando l'apposita invisibile lampada dedicata alle auto è rossa.
Quando racconto di questa europeata taluni bubbi si ribellano, osservando come se uno si ferma dietro la striscia il problema non è così frequente. Oltre a non essere vero, la questione è: ma lo stato a cosa serve? Lo stato serve a punire chi oltrepassa la striscia o serve a mettere i semafori per facilitare la circolazione? E se è vera la seconda ipotesi queste europeate non sono un tradimento del motivo per cui esiste lo stato o almeno un grave segnale di bubbità?
E il Giapponi? Beh, in Giapponi non ci sono i cestini della spazzatura! E' ovviamente tutto pulito (= anche le cicche non sono gettate in terra) ma non ci sono i cestini. Qualche cestino si trova solo vicino alle macchinette delle bibite, ma non sempre e nelle stazioni, ma non sempre.
Taluni bubbi italioti prontamente sporcherebbero sostenendo che "se lo stato non mette i cestini non posso che buttare la spazzatura in terra", anche se gli indigeni sembrano pensarla diversamente.
Nel complesso mi sembra che siano esempi buoni per ragionare sull'utilità dello stato e sulla relazione tra ex-cittadini (ora consumatori) e stato.
Una volta i semafori erano messi sulla striscia di arresto + sul lato opposto della strada +, nel caso di incroci grandi e/o con molto traffico e/o con traffico pesante, anche penzolanti a centro incrocio.
Poi arriva l'euroburosauro e i semafori sono solo sulla striscia di arresto.
Questo fa si che:
1) se uno si porta più avanti della striscia di arresto;
2) se la striscia di arresto e/o il semaforo sono collocati bubbamente;
3) se uno è nella corsia 2 mentre nella 1 c'è un mezzo pesante;
4) altri casi più o meno bubbi;
quando scatta il verde se qualcuno riesce a vederlo deve strombazzare per par partire il veicolo che non può vedere il semaforo.
Ultimamente la cosa è peggiorata dato che si è intersecata un'altra europeata. Ci sono dei semafori SOLO per i pedoni che, essendo sul lato opposto, sono facilmente visibili agli automobilisti. Così alcuni partono senza cogliere la finezza dell'omino verde quando l'apposita invisibile lampada dedicata alle auto è rossa.
Quando racconto di questa europeata taluni bubbi si ribellano, osservando come se uno si ferma dietro la striscia il problema non è così frequente. Oltre a non essere vero, la questione è: ma lo stato a cosa serve? Lo stato serve a punire chi oltrepassa la striscia o serve a mettere i semafori per facilitare la circolazione? E se è vera la seconda ipotesi queste europeate non sono un tradimento del motivo per cui esiste lo stato o almeno un grave segnale di bubbità?
E il Giapponi? Beh, in Giapponi non ci sono i cestini della spazzatura! E' ovviamente tutto pulito (= anche le cicche non sono gettate in terra) ma non ci sono i cestini. Qualche cestino si trova solo vicino alle macchinette delle bibite, ma non sempre e nelle stazioni, ma non sempre.
Taluni bubbi italioti prontamente sporcherebbero sostenendo che "se lo stato non mette i cestini non posso che buttare la spazzatura in terra", anche se gli indigeni sembrano pensarla diversamente.
Nel complesso mi sembra che siano esempi buoni per ragionare sull'utilità dello stato e sulla relazione tra ex-cittadini (ora consumatori) e stato.
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