Ci ho messo un po' a mettere a fuoco il giusto criterio da usare per gli acquisti di beni che, nonostante l'autoproduzione, sono costretto a fare.
Un po' sono d'accordo che l'acquisto è un "voto", anche se non condivido la posizione di chi, stanco dei bubbi e delle loro famiglie che hanno occupato la politica e i partiti, si limita solo più a fare la spesa e a bloggare tutto impegnato e non conflittuale.
Comunque, quale che sia il peso della componente "politica", l'acquisto ha sicuramente una componente ecologica ed è questa che mi interessa prioritariamente tutelare.
Ora i 'mericani hanno messo a punto una scaletta, credo usata nelle scuole elementari, di tre livelli, rigidamente ordinati.
1) A) I) Reduce
2) B) II) Reuse
3) C) III) Recycle
Cioè il comportamento migliore non è quello di buttare nella spazzatura differenziata ma è quello di ridurre la massa di bubberie in circolazione. Comprare cretinate in carta riciclata non è ottimale.
Per questo trovo poco saggia la posizione di chi si lamenta del Pb nei componenti elettronici e poi compra oggetti finiti "usa e getta". Se il Pb te lo tieni per 20 anni in una cosa che usi non è poi tanto grave. Il problema è un oggetto senza piombo che potrebbe durare 20 anni finisce nella spazzatura perfettamente funzionante dopo una settimana.
Per questo apprezzarei una campagna per fare oggetti apribili, riparabili, manutenibili, upgradabili anziché sparare bubberie sul tale materiale. Capisco che bisognerebbe capire bene le bubberie elettrochimiche connesse e che quindi non è possibile che i bubbi ecologhi si concentrino su questo tipo di cose, però questo sarebbe ottimale e razionale per chi vive su una palla isolata e finita per un tempo potenzialmente lungo.
Del resto non credevo di vedere nel corso della mia vita quelli che cercano materie prime (rame) nelle discariche. Pensavo che succedesse, ma dopo e invece ci siamo già.
Questo è il punto sul "livello di vita" che viene poco citato. La società bubba non è quella dei beni di consumo, delle mele senza verme e con la buccia ripassata nella cera, dei cellulari, dell'energia, delle auto ecologiche (che già fa ridere senza aggiungere altro), ecc.
La società bubba è quella della discarica. La massa di cose funzionanti, di frutta buona, di cibi mangiabili, che finisce in discarica è la vera caratteristica di questi tempi.
Il bubbo produce spazzatura anche quando pensa, figuriamoci quando agita le zampette per produrre (o far produrre dai cini) degli oggetti!
Quando leggo lagnanze sugli OGM o sugli antiparassitari o sul Pb o sul coltan non vedo mai molta chiarezza nel ricordare che la massa di beni che "non negoziabilmente" dovrebbero definire lo standard di vita bubbo sono quelli tirati in discarica e non in casa.
Mi appunto un esempio. E' già qualche anno che all'inizio delle ferie compro una bottiglietta d'acqua di plastica. Poi vado su e giù per un mese, con trekking, gite, ecc come al solito sempre bevendo dalla bottiglietta ricaricata alle sorgenti fatate oppure dalle fontanelle.
Per almeno un mese uso un oggetto che è fatto per durare pochi minuti, senza problemi, senza che si danneggi.
In questo "errore" progettuale si vede come e perché se gli oggetti durano il bubbo avrà vita breve.
Un po' sono d'accordo che l'acquisto è un "voto", anche se non condivido la posizione di chi, stanco dei bubbi e delle loro famiglie che hanno occupato la politica e i partiti, si limita solo più a fare la spesa e a bloggare tutto impegnato e non conflittuale.
Comunque, quale che sia il peso della componente "politica", l'acquisto ha sicuramente una componente ecologica ed è questa che mi interessa prioritariamente tutelare.
Ora i 'mericani hanno messo a punto una scaletta, credo usata nelle scuole elementari, di tre livelli, rigidamente ordinati.
1) A) I) Reduce
2) B) II) Reuse
3) C) III) Recycle
Cioè il comportamento migliore non è quello di buttare nella spazzatura differenziata ma è quello di ridurre la massa di bubberie in circolazione. Comprare cretinate in carta riciclata non è ottimale.
Per questo trovo poco saggia la posizione di chi si lamenta del Pb nei componenti elettronici e poi compra oggetti finiti "usa e getta". Se il Pb te lo tieni per 20 anni in una cosa che usi non è poi tanto grave. Il problema è un oggetto senza piombo che potrebbe durare 20 anni finisce nella spazzatura perfettamente funzionante dopo una settimana.
Per questo apprezzarei una campagna per fare oggetti apribili, riparabili, manutenibili, upgradabili anziché sparare bubberie sul tale materiale. Capisco che bisognerebbe capire bene le bubberie elettrochimiche connesse e che quindi non è possibile che i bubbi ecologhi si concentrino su questo tipo di cose, però questo sarebbe ottimale e razionale per chi vive su una palla isolata e finita per un tempo potenzialmente lungo.
Del resto non credevo di vedere nel corso della mia vita quelli che cercano materie prime (rame) nelle discariche. Pensavo che succedesse, ma dopo e invece ci siamo già.
Questo è il punto sul "livello di vita" che viene poco citato. La società bubba non è quella dei beni di consumo, delle mele senza verme e con la buccia ripassata nella cera, dei cellulari, dell'energia, delle auto ecologiche (che già fa ridere senza aggiungere altro), ecc.
La società bubba è quella della discarica. La massa di cose funzionanti, di frutta buona, di cibi mangiabili, che finisce in discarica è la vera caratteristica di questi tempi.
Il bubbo produce spazzatura anche quando pensa, figuriamoci quando agita le zampette per produrre (o far produrre dai cini) degli oggetti!
Quando leggo lagnanze sugli OGM o sugli antiparassitari o sul Pb o sul coltan non vedo mai molta chiarezza nel ricordare che la massa di beni che "non negoziabilmente" dovrebbero definire lo standard di vita bubbo sono quelli tirati in discarica e non in casa.
Mi appunto un esempio. E' già qualche anno che all'inizio delle ferie compro una bottiglietta d'acqua di plastica. Poi vado su e giù per un mese, con trekking, gite, ecc come al solito sempre bevendo dalla bottiglietta ricaricata alle sorgenti fatate oppure dalle fontanelle.
Per almeno un mese uso un oggetto che è fatto per durare pochi minuti, senza problemi, senza che si danneggi.
In questo "errore" progettuale si vede come e perché se gli oggetti durano il bubbo avrà vita breve.
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