12 settembre 2008

La benedizione di San Bubbo
Girulando tra le chiesette romaniche si nota come i contadini devoti di quell'antica religione, oggi scomparsa, erano fedeli a San Bubbo.

Non c'è chiesa, fino al '400 priva di un capitello, una statua, un bassorilievo da cui appare sorridente il santo protettore e benigno.

Era una religione bella, allegra, in cui i capitelli ospitavano divinità pagane della fertilità (facile capire quali sono ancora oggi), pellegrini, monaci cantanti e suonanti, omini e donnine che si tirano su la veste per mostrare quelle che oggi si chiamano "vergogne", contadini che vincono i nobili (mascherati rispettivamente da Davide e Golia), animali bubbi e frutti gonfi (e biologici) e tanta gente contenta. Contenta di non essere tutti morti nel 1000.00, ma forse anche di godersi le spiegazioni in lingua più che volgare.

Siccome non erano pratici di lettura e di consumismo i concetti erano dipinti e scolpiti a facile (allora) istruzione del popolaccio.

Ah, i tempi antichi. Poi, un po' alla volta, cessò la devozione a San Bubbo e ai suoi bubbi insegnamenti, lucrarono sul peccato e sull'ansia che se ne generava e non sulla festa e la salvezza, del loro deo complesso e multiforme ne ricavarono un santino tascabile e completamente spiegazzato da qualche monopolista, una lingua non-lingua per essere capita dagli analfabeti venne sostituita con una non-lingua per essere priva di senso per tutti, omofobi, sessuofobi e psicoputtanieri presero il comando e, benigni verso se stessi, non lo furono più verso gli altri.

Così capitò come con molte chiesette romaniche perse nella campagna: sono chiuse, chi ha le chiavi non entra e non permette ad altri di entrare.

Troppo bubbo!