21 ottobre 2008

De bubbitatis magisters - Politicorum sentium
Continuando a riflessionare sulla questione c'è da capire il senso politico della cosa. Solo che il bubbo è quasi completamente privo di senso politico.

E' difficile definire cosa sia la capacità di vedere le cose politicamente. Ogni regoletta funziona male e avere un senso vuole dire non avere una regoletta ma capire le situazioni vedendole anche in senso generale, ma anche particolare e così non si capisce cos'è il senso politico ma si capisce bene se non c'è.

Ad esempio alcuni credono che il senso politico sia chiedersi sempre "a quid gioves?". E così il bubbo pensa che il sole sorga solo per l'interesse dei venditori di pannelli solari e tramonti solo per qualche inciucio oscuro dei venditori di lampioni.

Oppure il bubbo crede che se tizio dice "ammazziamoli tutti" sia perché vuole la morte degli altri e non qualcosa per sè.

Ad esempio il nazzistello recentemento morto ubriaco non era solo un pio regalatore di sempre graditi alberi natalizi ma era essenzialmente un'opportunista. Era nazi, ma se il clima fosse bubbinista, ad esempio sarebbe stato il più bubbinista dei bubbinisti. Questo è perchè aveva senso politico (anche se il senso politico non coincide affatto con limitarsi a fiutare il vento). Ma questo succede mentre gli altri nazzistelli ci credono davvero e credono che ci ci crede ci creda, ma è perché non hanno senso politico.

Così quando i tizi agitano l'odio razziale è sbagliato pensare che gnene freghi della razza o dell'odio. Serve e lo usano, come un preistorico usa un ramo come stilo per il palmare perché non avevano capacità di fare gli stili bene.

Quello che intessa capire non è "a quid gioves?" ma "a quod serves?"

Troppo bubbo!