07 dicembre 2009

A fare l'onesto
E' bubbo riflessionare sulla cosa dei librai. Intanto mi appunto qualche idea raffazzonata ma non riesco a finire il pensamento.

Ieri ho letto che un libraio spiegava, ma l'intervistatore era bubbo e non esplicava bene, che quelli che hanno il negozietto vogliono che siano vietati opus legem gli sconti sui libri. Altrimenti, siccome i consumatori comprano i libri al supermercato che fanno gli sconti, loro chiudono perché tanto guadagnano pocopoco. E invece loro offrono un servizio perché si leggono i libri eppoi ti dicono quali sono buoni e invece i supermercati fanno soldi con le bubberie che scontano, però sono le uniche che vendono tanto anche i librai piccoli.

Beh, qualche contraddizione logica c'è, eh.

Se il servizio che si leggono i libri e teli dicono è importate sicuramente poi uno non si fa dire il libro eppoi lo compra altrove. Anche perché altrove trovi solo le bubberie che non ti direbbero che sono buone. O lasciamo queste contraddizioni?

Se loro fanno stock di libri che al supermercato non vendono perché vendono solo le bubberie e questo è un servizio buono mappoi cosa tene importa se al supermercato scontano le bubberie. Tanto tu non le vendi! O no, le vendi e ci faresti soldi ma i bubbi le comprano al supermercato perché costano meno? Allora c'è contraddizione.

Ma il punto è uno stato moderno, supponiamo non uno in particolare che nella sua istanzia concreta ci sono di mezzo incompatibilità, ecc. ecc., ma uno stato teorico di come, in pratica, non sene vendono più, cosa dovrebbe fare? Teoria delle teorie dovrebbe sostenere la diffusione culturale o dovrebbe sostenere un solo modello di business con tutta la sua bubba value chain?

E' troppo complesso ora riflessionarci. Mamelo appunto che mi sembra bubbo.

Troppo bubbo!