Essendo bubbo ho il vantaggio di poter tornare sempre sulle stesse quattro cose, tanto non è che ne pensi tante. Però è anche bubbo vedere sempre che nella politica un valore prevale sempre e comunque su tutti gli altri ed è la fedeltà.
Quello della competizione tra valori è un bel tema, fin dai tempi in cui ci si chiedeva se era meglio la moto o la ragazza. Ed oggi si continua un po' con le stesse domande.
Aspetto il listino per vedere benebene quante possibilità offre poter far eleggere qualcuno senza passare dal noioso conteggio delle schede però già è certo che la fedeltà sarà premiata. Uno superficiale potrebbe ritenere che vincano i valori della famiglia o della tutela degli imbecilli ma non è così perché il ragazzino imposto nel posto, se fa troppe cretinante, è uno che il papà può subito rimettere in sesto e quindi è la fedeltà che prevale sui sentimenti della famiglia.
Analogamente il tale che raccomanda senza il consentimento del suo capo e senza un canale di comunicazione sicuro è punito selvaggiamente. Avrebbe dovuto intercedere ma non concedere la grazia in proprio, come si impara dalle storie dei santi. Il tale non è stato fedele e quindi è condannato perché tutti possono essere bubbi ma solo i fedeli possono restare nella corte.
Un po' è strano che in un mondo che sembra che tutti si picchiano poi quello che conta è la fedeltà, ma oggi come nell'antichità quando si crea un certo tipo di corte nel potere si resta o per congiura o per fedeltà. Peccato che la riflessione sulla democratura non si fondi su una profonda conoscenza della storia del potere regio perché ci sarebbe da apprendere (così come la riflessione sul diritto internazionale dovrebbe fondarsi sulla conoscenza profonda del colonialismo e quella sulle migrazioni sul traffico degli schiavi).
Ah, se ai bubbini potessero essere spiegati i buoni sentimenti! E invece no, bisogna fargli credere che le crocette sconvolgono i sacri valori! Come se la nera matita potesse imbrattare il candore degli affetti e le amicizie con il suo segno funerario! Meno male che legis non consentis potentatis terminum!
Troppo bubbo!
Quello della competizione tra valori è un bel tema, fin dai tempi in cui ci si chiedeva se era meglio la moto o la ragazza. Ed oggi si continua un po' con le stesse domande.
Aspetto il listino per vedere benebene quante possibilità offre poter far eleggere qualcuno senza passare dal noioso conteggio delle schede però già è certo che la fedeltà sarà premiata. Uno superficiale potrebbe ritenere che vincano i valori della famiglia o della tutela degli imbecilli ma non è così perché il ragazzino imposto nel posto, se fa troppe cretinante, è uno che il papà può subito rimettere in sesto e quindi è la fedeltà che prevale sui sentimenti della famiglia.
Analogamente il tale che raccomanda senza il consentimento del suo capo e senza un canale di comunicazione sicuro è punito selvaggiamente. Avrebbe dovuto intercedere ma non concedere la grazia in proprio, come si impara dalle storie dei santi. Il tale non è stato fedele e quindi è condannato perché tutti possono essere bubbi ma solo i fedeli possono restare nella corte.
Un po' è strano che in un mondo che sembra che tutti si picchiano poi quello che conta è la fedeltà, ma oggi come nell'antichità quando si crea un certo tipo di corte nel potere si resta o per congiura o per fedeltà. Peccato che la riflessione sulla democratura non si fondi su una profonda conoscenza della storia del potere regio perché ci sarebbe da apprendere (così come la riflessione sul diritto internazionale dovrebbe fondarsi sulla conoscenza profonda del colonialismo e quella sulle migrazioni sul traffico degli schiavi).
Ah, se ai bubbini potessero essere spiegati i buoni sentimenti! E invece no, bisogna fargli credere che le crocette sconvolgono i sacri valori! Come se la nera matita potesse imbrattare il candore degli affetti e le amicizie con il suo segno funerario! Meno male che legis non consentis potentatis terminum!
Troppo bubbo!
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