Era già luglio dell'anno scorso quando dicevo nei commentari qui cheppoi spiegavo la cosa di soluzionare che esiste.
Poi il tempo passa, ma devo mettere la esplicazione in honoris commentatorii che ha messo anche il link tutto bubbo e selo merita.
Ero anche un po' incerto se metterla la esplicazione perché ne parla un capitolo del mio primo best-seller "Io Bubbo", ma non posso farne una colpa se, come confermano i tanti premi letterari che ho ricevuto, ancora nessuno lo ha letto, ne del resto io l'ho scritto.
Così lo rispiego brevebreve. Nella teoria bubba della comunicazione il bubbo vede cose, non le capisce ma le dice in una lingua che non sa bene, le cose sono ascoltate da bubbi che danno un significato alle parole ma che tanto hanno già delle idee in testa e non hanno spazio per altre e comunque, essendo bubbi, non capiscono.
Quindi il significato delle parole non è nella testa comune di chi parla e di chi ascolta. Siamo in tempo di individualismo io-me-io-me, quindi ogni bubbo ha il suo significato e non lo condivide con nessuno. La comununicazione, in assenza del codice comune che invoca la teoria della comunicazione che insegnano a scuola, avviene lo stesso perché si poggia su ciò che è nella mente del recettore che non è mai vuota ma è sempre piena di pregiudizi e cose imparate alla TV.
E lungo esplicare bene la teoria bubba della comunicazione, del resto se cè un capitolo intero cè un motivo, ma considera il caso dei discorsi del vecchio coglion*. Ho fatto due prove. In una c'è l'audio del discorso del coglion* e io faccio le faccie in tema, nell'altra prova lui fa le faccie e io solo dei versi inarticolati e bubbi. Beh, non posso mettere sul sitio dei video nessuno dei due perché mi denucerebbero tutti per il reato di "palesamento della coglioneri* del vecchio coglion*" che è punito severamente. Eppure il tutto avviene senza che dica una sola parola.
Altra prova. Se dico "basta con i ladri in parlamento!" tutti hanno in testa qualcosa. Si crea un immagine mentale, un giudizio su di me, un frullare di antiche informazioni e fantasie. Eppure la frase è pressoché priva di senso e io non parlo mai di una nazione specifica o esistente ne di una sola nazione nella medesima frase.
Allora chi ha messo il senso alle faccie, ai suoni bubbi o a una frase senza senso? La testa di chi vede e sente il messaggio. E' lì che sono tutte le significanze.
Torniamo ora al punto. Soluzionare esiste? Esiste perché io lo faccio esistere, non importa se c'è paropar nella lingua delle tapas (e non come dicono quelli del forum dei wuster o dei 'mericani). Si capisce cosa vuol dire? Devi guardare nella tua testa per vedere se ci riesci ad associare un significato, non nella mia, e facilmente una significanza la trovi e quindi il vettore esiste perché stimola la mente a incontrare una significanza.
E' un po' come nel libro della pampina e dello specchio che c'è uno a forma di uovo che vuole che le parole significhino quello che vuole lui. Non è così, le parole significano quello che vuole chi le legge, a patto che chi le legge sia bubbo, anzi
Troppo bubbo!
Poi il tempo passa, ma devo mettere la esplicazione in honoris commentatorii che ha messo anche il link tutto bubbo e selo merita.
Ero anche un po' incerto se metterla la esplicazione perché ne parla un capitolo del mio primo best-seller "Io Bubbo", ma non posso farne una colpa se, come confermano i tanti premi letterari che ho ricevuto, ancora nessuno lo ha letto, ne del resto io l'ho scritto.
Così lo rispiego brevebreve. Nella teoria bubba della comunicazione il bubbo vede cose, non le capisce ma le dice in una lingua che non sa bene, le cose sono ascoltate da bubbi che danno un significato alle parole ma che tanto hanno già delle idee in testa e non hanno spazio per altre e comunque, essendo bubbi, non capiscono.
Quindi il significato delle parole non è nella testa comune di chi parla e di chi ascolta. Siamo in tempo di individualismo io-me-io-me, quindi ogni bubbo ha il suo significato e non lo condivide con nessuno. La comununicazione, in assenza del codice comune che invoca la teoria della comunicazione che insegnano a scuola, avviene lo stesso perché si poggia su ciò che è nella mente del recettore che non è mai vuota ma è sempre piena di pregiudizi e cose imparate alla TV.
E lungo esplicare bene la teoria bubba della comunicazione, del resto se cè un capitolo intero cè un motivo, ma considera il caso dei discorsi del vecchio coglion*. Ho fatto due prove. In una c'è l'audio del discorso del coglion* e io faccio le faccie in tema, nell'altra prova lui fa le faccie e io solo dei versi inarticolati e bubbi. Beh, non posso mettere sul sitio dei video nessuno dei due perché mi denucerebbero tutti per il reato di "palesamento della coglioneri* del vecchio coglion*" che è punito severamente. Eppure il tutto avviene senza che dica una sola parola.
Altra prova. Se dico "basta con i ladri in parlamento!" tutti hanno in testa qualcosa. Si crea un immagine mentale, un giudizio su di me, un frullare di antiche informazioni e fantasie. Eppure la frase è pressoché priva di senso e io non parlo mai di una nazione specifica o esistente ne di una sola nazione nella medesima frase.
Allora chi ha messo il senso alle faccie, ai suoni bubbi o a una frase senza senso? La testa di chi vede e sente il messaggio. E' lì che sono tutte le significanze.
Torniamo ora al punto. Soluzionare esiste? Esiste perché io lo faccio esistere, non importa se c'è paropar nella lingua delle tapas (e non come dicono quelli del forum dei wuster o dei 'mericani). Si capisce cosa vuol dire? Devi guardare nella tua testa per vedere se ci riesci ad associare un significato, non nella mia, e facilmente una significanza la trovi e quindi il vettore esiste perché stimola la mente a incontrare una significanza.
E' un po' come nel libro della pampina e dello specchio che c'è uno a forma di uovo che vuole che le parole significhino quello che vuole lui. Non è così, le parole significano quello che vuole chi le legge, a patto che chi le legge sia bubbo, anzi
Troppo bubbo!
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