24 novembre 2011

Dentro e fuori
Una delle cose che ci saranno di sicuro in un ragionamento di superamento del carcere è quello della richiesta di perdono, cioè di darsi conto del male. Anche se darsi conto dopo averlo fatto ha dei limiti che vanno considerati benebene.

Io non è che miri tanto ai periodici pizzaioli neanche adesso che mi sono un po' ripreso ma qualcosa più del solito lo leggo per non fare altro, ma non ho visto chene parlavano di quella che era dell'ETA ma che ha chiesto perdono (mi pare che sia accusata e condannata per essere coinvolta in oltre 20 assassini).

"Era" dell'ETA perché l'hanno quindi esplusata dall'organizzazione e quelli in carcere non devono parlarle più e altre cose.

La cosa mi pare abbia tanti aspetti di riflessione a seconda del livello di distrazione sul tema, a partire da "ma non era finito che cera l'ETA?", mami sarebbe piaciuto vedere come si barcamenavano tra propaganda sul carcere e richiesta di perdono. E' vero che lo volevo vedere solo perché alle volte capitano delle cose che la solita visione pizzaiola non permette di allineare bene al pregiudizio e alla propaganda e i risultati sono inevitabilmente ridicoli.

Comuque una espressione di perdono, anche se non so se è tutto un percorso, è un bel segno. Come uno che diserta o una manfestazione che li picchiano ma non picchiano.
Bello ma anche un po' bubbo, e ti lascia sentire tutto

Troppo bubbo!