14 marzo 2006

Internet 2, 4G e simili
Ci sono dei momenti nella storia in cui vengono fatti enormi progessi in un certo campo, poi prevalgono i bubbi e per un po' sembra non succedere nulla. Questo nulla diviene (almeno nel ns. tempo) una costante rifrittura di quello che era stato fatto nel periodo precedente.
Esempio. Nei primi anni del 1900 sembravano aver capito praticamente tutto, c'era stato un grandissimo fermento artistico che ha spinto la pittura ai suoi (attualmente invalicati) limiti.
Queste considerazioni bubbiche nascono da una mostra dove ho potuto vedere il famoso "Quadrato nero" di Malevic. E' quel quadro dove si vede un quadrato nero su sfondo bianco, spesso ripreso dalle barzellette sull'incomprensibilità dell'arte moderna. Mi ha colpito vedere che la parte bianca sta diventando giallina, dato che fu dipinto nel 1915 (o 1913? Non sono sicuro ma poco importa al bubbo).
1915! Oltre 90 anni! E questa sarebbe l'arte """moderna""" o """contemporanea"""???
Il fatto è che dopo c'è stato pochino di innovativo e la pittura è finita, almeno per ora.
Analogamente nelle TLC sono state pensate molte cose nuove durante l'Internet boom e ora... si rifrigge. Moltiplicare *10 o *100 un bps non è cosa da poco (soprattutto quando sei il poveretto che progetta l'FPGA relativo e non il bubbo che scrive il blog) ma non è come tirare fuori e-bay o amazon.
In questa epoca si mettono insieme i pezzettini, si integra, si perfeziona, si mette un codec VoIP, tanto per dire che si è fatto qualcosa di nuovo e non che si è rifritto il passato. Però sono innovazioni di seconda scelta, sono appunto dei perfezionamenti che nascono quando la creatività è in vacanza.
Peccato questa schiavitù dei rapporti trimestrali, forse le innovazioni vere seguono altri ritmi e invece si devono per forza annunciare sciocchezze quasi in ogni quarto per poi non capire le vere innovazioni. Vabbé, così vogliono i bubbi.

4 Comments:

Blogger atlantropa said...

Caro Bubbo,
ma allora è come se le telecomunicazioni (o le pitture, che dirsi voglia) seguono calzevolmente il ricettario del noto libro, solo con una scansione temporale un po' più plutocratica, immo bubba.



PS: E allora forse sono anche più calzevolmente scientifiche di severali (cosiddette) scienze bubbiche (cosiddette plus pro scientificitatem quam pro bubbitatem).

24/10/08 02:33  
Blogger Bubbo Bubboni said...

Umm, quasi.

Intanto oggi viviamo nel mondo della pseudo-scienza e non in quello della scienza. Qui si pubbliicano gli oroscopi, si giucano i numeri in ritardo, si dice che il cervello è inutilizzato al tot percento, ecc. ecc. e intanto non si conoscono gli effetti della gravità sulle cellule del bubbo, ecc. ecc.

Molti dei ragionamenti sulla scienza che venivano fatti nel passato non consideravano quello che è l'attuale mercato della scienza. Oggi la più parte della ricerca riguarda lo studio di nuove armi e la più parte dei libri su quanto è scientifico il bubbo moderno riguardano quanto era avventuriero Ulisse.

Il fatto è che la scienza è uno spreco dal punto di vista economico ma oggi non si può dire perché c'è la dittatura dell'economicismo. Quindi si tirano fuori solo baracche per le trimestrali mentre gli scienziati trafficano con numero di pubblicazioni, brevetti e bubberie.

Ah scientia dolorem populi poverus, utilitazio caponis mortem evolutionis!

24/10/08 11:03  
Blogger atlantropa said...

Caro Bubbo,
la tua risposta è un mirevole spariglio! E allora non voglio parlare in generale di oroscopi, chè sono troppo difficili, ritardi, che si potrebbe equivocare in più modi, inutilizzi del cervello, che è vero anche per quello che lo dice e farebbe meglio a starsi zitto, o scienze del bubbo, che - fatto salvo per alcuni dialettici dell'illuminesimo - uno, per quanto bubbo, nel farci considerazioni intorno finirebbe forse per dire cose più serie delle cose stesse. Voglio dire in vece che anch'io bubbamente credo che la maggior parte degli esiti della scienza sono prima o poi armi o facilitazioni per fare armi; però sono preoccupato che questa sia una visione biasata ed anche un po' oroscopa, dacchè anche le ruote poi le hanno usate dentro il carrarmato.

Racconta un noto fisico focacciaro - ma solo a posteriori e soprattutto solo per altri focacciari - che in diebus illis nei dipartimenti di fisica focacciari mancavano pure i gessi. Poi un bel botto ripagò alcuni solerti taxpayers - anzi tre - e ciò nelle menti di alcuni bubbi guerrieri dovette essere ben più impressivo delle laocontiche leggende sul precedente modello bellico, più alchemico. Da allora sono piovuti fiumi di pecunia, usati vuoi per condizionare arie in cubicoli accademici, vuoi costruire i noti girelli di particelle opposite. Ma evidemmente il gioco si autosostiene, altrimenti i policanti, per quanto bubbi, avrebbero chiuso rubinettone del prezioso liquido.

Oggi la teoretica semina isotropicamente pubblicationi, tanto dov'è la terra fertile in un dato istante lo si vede a posteriori; e poi diversi punti fioriscono con diversi tempi caratteristici, magari in maniera consequenziale a quanto bene lì s'è inscenata una danza della pioggia; in quell'isotropismo c'è un fare da pizia ma anche da chi si registrava i mille indirizzi di posta ad elettroni. L'importante, come al solito nel plutocraticismo, è che periodicamente il (tristo) mietitore mieta qualcosa.

Mentre scrivo ripenso bubbamente a Manhattan; illo tempore, poichè si aveva molta paura dei teutoni, i militi istruivano gli scientifici a dire che erano lì a fare questo o quello, ma non certo ad armeggiare.
La precauzione fu inutile allora, perchè i teutoni auscultavano walchirie e ipotizzavano terre cave, ma è stata feconda a posteriori, perchè ora nessuno scientifico sa dire con precisione cosa sta facendo, meno che mai saprà se/che sta armeggiando.
Del resto lo scientifico è, talvolta, sia intelligente che profondo, quindi magari per comportarsi anche lui da bubbo necessita di sedute di autoipnosi.

Ma qui il ragionamento è diventato un po' avventuriero e suggestivo, come il folle volante delle scienze del bubbo; troppo al di là della mia bubba portata; te lo lascio così, come un confuso bubbeggiare di tutto e nulla, a sempiterna testimonianza della mia infantile bubbità, nella speranza che tu me lo completi e/o cancelli.

24/10/08 12:30  
Blogger Bubbo Bubboni said...

Più che completare il tuo dotto ragionare posso solo commentare quà e là nei prossimi post.

Per me ciò che conta è riuscire a vedere la bubbità del trend e quanto è evitabile quello che sembra inevitabile solo perché non sono state considerate tutte le strade.

E' un tempo duro per la scienza. Un tempo pochi grandi si affannavano con le provette e oggi servono lavori adatti ad una manovalanza laureata ma che non può essere geniale per via che:
1) non tutti lo sono, anche se vengono da una famiglia di casta alta;
2) la selezione non è condotta in modo adeguato;
3) non tutti quelli che scelgono il successore lo vogliono più bravo di sè.

Inoltre manca l'idea di chiedersi cosa si sta facendo. Non è un male se il manipolatore è buono, ma se il manipolatore è bubbo la massa di idioti fa paura per quanto è bubba.

25/10/08 01:00  

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