19 aprile 2006

"Ret Put" e altri casi di umorismo industriale
Il tipo di umorismo che preferisco è certamente quello involontario, facilissimo da trovare nell'editoria istituzionale delle aziende e nei relativi siti. Anche se sono finiti i tempi del video del capone in homepage, gli esempi non mancano (ma è quasi impossibile citarli in un luogo pubblico).

Ci sono però dei casi di umorismo "volontario" che sono impagabili e che lasciano intravvedere che alcuni decisori avevano avuto un momento di lucidità sul proprio lavoro che, ovviamente, li aveva portati a ridere dello stesso.

Non so il caso "Ret Put" è universalmente noto. Si tratta della sigla che i contabili Parmalat mettevano sui documenti falsi che producevano per cercare di nascondere il fumo prodotto dai miliardi che venivano quotidianamente bruciati. Il significato della sigla, emerso nel corso del processo, è "Rettifica Puttanate"...

Anche la compianta Lira sfoggiava umorismo, quando come opera del Caravaggio sul retro della banconota con la sua effige sul fronte chissà che funzionario aveva scelto proprio "La buona fortuna". Nel quadro viene raffigurato un furto con destrezza...

Che pena vedere che l'euro è quasi privo di umorismo incorporato, a parte la ridicola indicazione numerica circa il suo valore. Eppure una banconota che non può avere nessuna immagine reale a causa del complesso di inferiorità degli stati, fatta da un associazione che si basa unicamente sull'idea di fregare gli altri membri, si presterebbe bene ad un bella risata.

Ad esempio la "Torre di Babele" di Bruegel il Vecchio sarebbe una immagine adatta:
1) E' di un artista europeo che ha lavorato a Brussels
2) La torre ha un difetto di progetto per cui crescedo cade
3) Cade sulla zucca dei suoi costruttori, non dei sui progettisti
4) Si riallaccia bene al discorso sulle radici cristiane dell'Europa.
5) Sicuramente ci sono in giro dei quadri falsi