08 settembre 2006

In Giapponi - I servizi mobili

Ricordo che una volta pensavo che si potevano copiare i servizi mobili dalle varie nazioni, selezionando quelli che avevano più successo.
Non troppo bovinamente, cercando di capire i key success factors e riproducendoli bene.
L'idea non è completamente sbagliata ma alle volte occorre una valutazione più attenta alla situazione socioculturale del paese dove il servizio X ha successo.
Es. giapponese: in un mese avrò visto 3 o 4 persone parlare al cellulare e ne avrò sentiti suonare due. Non è che sia sordo, è che il modo di usare il cellulare negli ambienti pubblici è diverso sia dal paese della pizza che da quello dei mobili a basso costo. Ho presente delle città dove non solo vedi uno che gesticola parlando al cellulare, ma puoi anche sentire ambo gli interlocutori dato che le conversazioni avvengono a +100 dB.
Nella metro di Tokyo metà dei bubbi dormono (e si svegliano miracolosamente a quella che sembra la fermata che cercavano), il 30% usa il cellulare, il 20% legge/guarda i bianchi/fa altro. Chi usa il cellulare chatta o accede a servizi mobili.
Il tutto avviene in un contesto di bassa criminalità e relativa tranquillità, quindi funziona.
Il fattore chiave non solo la copertura in metro, il servizio o la qualità del display, ma un contesto che permette di usare il servizio, che lo rende preferibile alla conversazione vocale, ecc. ecc.
Eppure quando leggo i report degli esperti sembra che le cose funzionino solo perché buonamente l'operatore bubbo ha messo a disposizione il tale servizio.