10 dicembre 2009

Digitali lengua est futurus sine vox
Nel corso del webinar quotidiano hanno messo una di queste pubblicità che si vede il mondo futuro, che tutti sono contenti e usano schermi tattili piccoli e grossi e fanno tante cose belle e colorate. Una di quelle finte pubblicità che è sempre una mattina di sole, ma non troppo presto, che tutti sono contenti e riposati e che hanno voglia di lavorare contenti. Del resto non è che fanno molto, due touch touch e via. Oltre al bubbo che lavora nella sua capannuccia in mezzo ad un giardino tropicale probabilmente installato a 3000 metri di quota e ben calientito, ecc. ecc.

Al solito cera la musica pump-pump di questi video ma anche una cosa che si notava di più perché i bubbi tra di loro parlavano, oltre che toccare qualsiasi pezzo di vetro o plastica ci fosse in circolazione.

La pubblicità era tutta muta, solo musica e basta. Vabbé, si vedeva il super traduttore che quando la bubba parla al cellulare appaiono i sottotitoli (e poi, nella prossima versione, magari la voce in off con i suoi pensamenti) ma chi guarda la pubblicità non sentiva nessuna parola. Niente accenti del babelico biz-inglìs, niente suoni caotici, niente di tutto sommato umano.

Così forse hanno ragione quelli che tutti evoluzionisti sostengono che la parola ha permesso al bubbo di avanzare sull'animale che solo raglia. Poi si è passati al bubbo che raglia come un animale e ora, nel futuro, il bubbo senza suono.

Troppo bubbo!