02 luglio 2010

Continuitatis bubbus
E' dai tempi remoti che lo sciopero rappresenta un evento di discontinuità della routina, sia propria che altrui. Ciò che uno si aspettava non c'è, bus, sportello, raccolta spazzatura e tutto cambia, orari, scadenze, puzza. Così vedevo qui della cosa delle pizze della stampa e sono andato a vedere la rassegna stampa con anche gli articoli che di solito non guardo.

Credevo che, almeno per un giorno, gli articoli fossero fatti bene, scritti come si deve, senza scopiazzare e maltradurre dagli altri senza citare le fonti (cioè rubando), senza essere ossequiosi verso i potenti e spavaldi contro i poveracci, senza copiare il comunicato stampa con il suo commento pre-pensato ma leggendo il documento intero e capendolo, usando l'archivio, le unità di misura, dicendo chi sono i bubbi e rapportando i dati, evitando il solito vocabolario della propaganda regime ("i nostri", "i clandestini", ecc.), insomma facendo una cosa diversa.

Ma anche qui si capisce che invece era uguale.

Ora non è che una legge verognosa non lo sia perché da vergognarsi ne hanno anche gli altri, ma è che quando scarseggia l'autorità morale al bubbo piace l'autoritarismo che la sostituisce.

Troppo bubbo!

1 Comments:

Anonymous Boh/Orientalia4All said...

diverso è che c'erano bubbini misti. ma non leghisti.

3/7/10 10:30  

Posta un commento

<< Home