22 ottobre 2010

Premi e timori
Un po' come una seccatura delle esposizioni letterali è che bisogna scrivere tutte le dediche sui libri che li hanno comprati una seccatura dei premi è che bisogna fare il discurso che ti piace il premio.

Per le dediche dopotutto, come uno ci piace scrivere, vabbé fa anche le dediche che però vanno scritte a mano e a me già vengono i crampi sia pure se non ho ancora scritto il libro.

Ma per il discurso vedo che è peggio perché bisogna dire le cose belle ma anche fare una cosa originale e che ti esprima. Ero anche preoccupato della lingua perché poi magari mi danno il premio tra le tapas per la diffusione dei tapaismi nel mundo oppure tra i latini per la diffusione del latino bubboniano nel mundus. Così poi devo fare tutto il discurso nella lingua delle tapas o in latinorum ma non è che temo di scriverlo perché sono influente in ambo le lingue.

Quello che temo è poi leggerlo perché ho un forte accento pizzaiolo che, bubbamente, negli appunti del blog non si vede tanto. Evitare l'accento richiederebbe uno sforzo la cui bubbità mi fa venire voglia di dormire solo a pensarci così ero un po' triste per i premi.

Mappoi stavo ascoltando che un sociologo bubbo che apprezzo che viene dai mangiatori di formaggi che stava facendo il suo discurso nella lingua delle tapas ma con un fortissimo accento dei formaggi. Ho ascoltato benebene la retrasmission e proprio non si sentiva che ridevano.

Allora anchio, se lui che è bubbo parla con accento allora anchio che mi pare bubbo, anzi

Troppo bubbo!