23 ottobre 2010

Quello che parlano
Ho comprato una pellicola dal giornalista, che la vendevano a 2.95 già sul disco e mi sembrava poco mami avevano detto che era bella.

Ho anche provato a vederne un pezzetto nella lingua delle pizze, che sarebbero dei bubbi che parlano nelle pizze mentre gli attori veri non si sente cosa dicono, mappoi sono passato subito alla lingua originale dei salmoni affumicati con le scritte sotto che tanto sono abituato così e mi piace.

Però per la prima volta ho capito benebene cosa non mi piace che parlano nella lingua delle pizze.

Per capirlo è un po' come nella città della carbonara che i motorini hanno i diritti, mentre nella città gianduiotta i motorini sono tutti umili perché i diritti li hanno le auto. Così se anche non sapessi in che città sono perché non mi ricordo che giorno della settimana è mi basterebbe vedere come guida un motorino per saperlo perché con microsegni espressa la sua relazione con le auto.

Allo stesso modo se non capissi da mille segni se due (un bubbo e una bubba) che vedo da lontano e non sento parlare e non conosco sono pizzaioli o no, mi basterebbe vedere come si relaziona la bubba con il bubbo per saperlo. Se la bubba sembra indipendizzata, da mille piccolissimi segni e gesti, allora potrebbe non essere pizzaiola (e altri segni lo confermeranno) ma se è umile di un certo tipo di umiltà allora è pizzaiola.

Così nella versione del film che parlvano come le pizze le relazioni tra i personaggi erano quelle pizzaiole e questo rendeva la pellicola falsa e odiosa. Ad esempio uno non era indigeno e allora parlava come se fosse buana ed umile, mentre nella versione vera aveva una relazione paritaria e "normale" con l'indigeno. Le bubbe tradotte non sembravano più indipendizzate ma al più isteriche e in genere esprimevano una certa specie di inferiorità.

In generale tutti sembravano ridotti a macchiette e modellini di pregiudizi pizzaioli, creando con piccoli accenti e toni un sistema di relazioni totalmente diverso da quello che regista e attori espressavano davvero e che, fuori dalle pizze, è appunto ritenuto "normale".

Così è bubbo che meno di sillabe contengano significati così complessi che mi confondo solo a pensarci e mi sembra di sentire l'eco dell'urlo del bubbo preistorico che squarciava le tenebre e terrorizzava i dinosauri con il suo forte e chiaro

Troppo bubbo!