05 febbraio 2011

Magna contributioni democraticus bubbitatis
E' un po' chelo notato mappoi mi scordo di appuntarmelo, però onore al vero va memorato.

Sempre dico che il maggior contributo alla politica pizzaiola del tale è che ha portato del dinamiche del pallone in quella che sarebbe stata una normale democratura parlamentaria di un normale stato colonizzato.

Così se uno è di un partito tutto quello che dicono gli altri non va bene, non cè richiesta di democrazia dentro il partito (perché il partito si vuole bene, non si discute e non si cambia), ecc. ecc.
A torto si potrebbe opinare che si tratta di un riflesso del concetto di partito-persona perché è nato prima questo contributo del tale eppoi la dottrina del partito-persona e le sue bubbe implicazioni.

Tuttavia cè un altro contributo che, come dicevo, va memorato.
Quello che la democrazia sarebbe composta da una serie di dittature intervallate da elezioni.

Quindi chi vince non è che governa mentre gli altri contribuiscono con le modalità proprie dell'opposizione al supremo bene comune (che io penso non possa esistere, maqquì è la teoria), ma è che ci vince domina e gli altri possono solo aspettare che il tempo passi. La critica all'operato del governo è antigovernativa e non parte del processo democratico di rappresentanza e di costruzione del bene comune. Chi governa in una democrazia è un dittatore e non può essere criticato o contribuito da nessuno (sia esso popolo o altri partiti o istituzioni).

Mille sono i surrogati del concetto di democrazia come successione di dittature ma va dato merito ha chi l'ha fatto imparare ai pizzaioli.

Troppo bubbo!

2 Comments:

Blogger atlantropa said...

Quello che la democrazia sarebbe composta da una serie di dittature intervallate da elezioni.

Magnifica osservazione di Bubboni.

Se non memoro male, persino un alfiere dei liberali - nella fattispecie mnemonica che ora prevale nella mia cabeza sarebbe quello del paese dei valzer famoso per le sue reflecsioni su scienzia, indiuzione e falsabilità - diceva che per la società ""aperta"" non bastavano libere elezioni, condizio necessa era la possibilità di rimozione del rappresentante che non più rappresenti.

Ora, sia che io memori bene sia queneau, quella è comunque una idea che mi fa reflecsionare; da un punto di vista metodologico - come implementare tale possibilità di rimozione senza che lo stato si indebolisca troppo? o diventi un ostaggio dei populismi, dei razzismi e/o dei particolarismi? come conciliare quell'idea con il principio dell'assenza di vincolo mandatario? - ma soprattutto da uno teorico - se l'autista impazzisce, come lo sostituiamo?

Alla fine, gira e rivolta, mi pare che si torna sempre al problema della custodia dei custodi.

Ecco, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Bubboni ipso memo.

7/2/11 17:36  
Blogger Bubbo Bubboni said...

Caro magno commentatore, la questine è complessa quanto bubba e stimolante, tuttavia non mi appunto quello che ne opino.

Il motivo è che:

1) la democrazia ha la caratteristica (per non dire pregio o difetto) di definire come "terrorista" qualsiasi opinione in favore di una sua [evoluzione / trasformazione / modificazione]. Quindi non è sano opinare in un luogo pubblico di come potrebbe essere, almeno fino a quando non è.

2) Altra caratteristica (sempre per non dire pregio o difetto) è quello che la democrazia non è definibile. Si fa un po' di blabla dei grechi antici, si dimentica perché scomparve, poi si dice che è tutto bello. E poco rileva il rispetto o meno dei diritti umani o la partecipazione popolare, la presenza di oligarchie o l'essere colonialisti o colonia. Purché si voti ognitanto tutto vale nelle moderne istanze di quello dei grechi. Questo però complica tanto il ragionamento astratto fino ad impedirlo per mancanza di un ambito in qualche misura circoscritto a quanto un bubbo può considerare al mismo tempo.

3) Dopo la TV e Internet sarebbe stato indispensabile che i teorici della democrazia si mettessero lì a pensarci su perché le vecchie regole e i sacri dogmi crollavano in un mondo connesso e troppo diverso da quello antiquo. Non l'hanno fatto e ora è impossibile ripetere l'immutabile ed inopinabile teoria senza che le contraddizioni emergano da tutte le parti, se appena appena si considera il mondo reale contemporaneo.

4)Sono le 19.31 e non ho ancora fatto merenda. Ho per regola di non pensare a cambiare il mondo senza aver appena mangiato e bene. Potrebbero farlo quelli che hanno sempre la panza piena ma non lo fanno. Figuriamoci io che per dire una cosa acuta sul tema ci vorrebbero anni di acuti ragionamenti.

5) Hai ragione però a chiedere il parere di Bubboni, principalmente perché dopo Pareto mi sembra che neppure a livello di grossi pensatori nessuno abbia il coraggio di opinare anche solo lievemente sul tema. Al più ci sono dei giri di parole ma credo che la paura prevalga e che il ragionamento acuto debba essere necessariamente ampio.

6) Come già ricordavo la libertà non può essere data da qualcuno. Anche la libertà di pensamento deve essere conquistata ma prima di merenda mi pare impossibile.

7) Lo spunto che mi dai è troppo bubbo per essere trascurato. Chissà che non ci pensi ognitanto, ma senza che si capisca, bubbamente, come sempre.

7/2/11 19:41  

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