03 maggio 2012

Cacciati a ricacciare la caccia
Eccosì ho dovuto togliere il disegnino che cera il referendus contro la caccia. Ma poi tra i ricorsi e tutto lo rimetterò, un po' come fanno loro con le leggi censorie che non è che cè un punto che non ci sono più ma sono sempre li che ritornano appena cenè l'occasione.

Quello che volevo appuntarmi è il perché, anche dato che molti dei meno pratici mi pare che non capiscono come si muovono le cose.

Ad esempio dicevano che se toglievano il referendus il partito avrebbe perso consensi perché i cacciatori sono un prefisso telefonico, in percentuale, mentre gli altri sono tutti gli altri che è ben di più. Ma non è così.

Intanto il consenso non interessa più al partito. Meglio le leggi che si vota e i mille modi per stabilizzarsi nel potere. Infatti quello che doveva essere l'unico lavoro giustamente precario è diventato l'unico che se non muoiono di loro nessuno li può togliere e riportare senza i benefici.

Inoltre quello dei costi del referendus credo che un po' piaccia ai telecomandati. E' quel tipo di falsità semplice, veloce da comunicare e lunga da spiegare perché è falsa, fatta apposta per i tempi contemporanei.

Ma il motivo allora non è che i cacciatori sono tanti. Infatti sono pochi. E (a differenza dei fumatori e delle relative società di morte, che stanno rialzando la testa con decisione e impegno) i cacciatori non è che siano delle aquile della comunicazione (forse perché detto aquile iniziano a sparacchiare e si perdono).

Il nodo è che la caccia è trasversale alle caste. Così uno può essere distratto che ci sono quelli delle caste inferiori ma in realtà ci sono anche quelli delle caste alte, così alte che ne bastano pochi di quelli per ottenere quello che serve, fosse una legge, un comma o un ricorso pagato dallo stato contro i cittadini.

Così ancora una volta è nelle caste che si capiscono le cose dell'organizzazione sociale e, forse, se uno sapesse quello delle caste nei stati che cerano per legge (e ora per vocis stoltum populis), magari si capirebbero anche le dinamiche ma contemporanee.

Intanto mi appunto anche quello del sitio www.vittimedellacaccia.org che fa un bel lavoro. In particolare il confronto con le vittime del lavoro è tutto statistico che si capisce che la caccia deve sparire.

E sparirà che spareranno.

Troppo bubbo!