11 maggio 2016

Delli gnoranza
Oggi ho sentito due cose curiose e mi sono dato conto di non essere abbastanza curioso, forse impedito più che dalla cultura, dall'intorpidimento celebrare che questa crea. Poi cultura di cose semplici, mattantè che già impide di mirare al mondo.

Uno era che un compagno di classe non comprendeva il concetto di albergo a n stelle. Infatti il maestro, che ha esperienza, lo ha esplicato spontaneamente che quindi vuol dire che sa che nelle classi ma internazionali è normale che qualcuno nonna bia il concetto delle stelle.

L'altra cosa, che è la più importante, è che però poi il maestro rilevava che il vocabolario che si usa per i soldi è quello che si usa per i liquidi: "versare", ipso detto "liquido", ecc.
Però trovava la cosa curiosa (e forse opinava che fosse così in modo caratteristico nella sua lingua) manonne sapeva il perché.

Allora è quello che alabo. Io so il perché e fin troppo e allora nonmene stupisco fino al punto di non notarlo nella sua bubbità.
E magari altre cose che, siccome essere bubbo ti permette di capirle tutte ancorché bubbamente, poi non le vedi più come curiose e, conscendole allora non le puoi comprendere, ma per via dei quei paradossi che solo Bubboni.

Ma anche questo è bubbo, anzi

Troppo bubbo!
- Leggere bubbo rende bubbo, anzi troppo bubbo -