17 dicembre 2006

In Giapponi - Il bomboni
Ho avanzato un po' di appunti dal viaggio in Giapponi e voglio metterli qui prima del prox anno.

Il museo della pace di Hiroshima è bellissimo. Sono davvero riusciti a realizzare una cosa informativa, utile, con un messaggio chiaro e attualissimo.

La cosa che mi ha impressionato di più, dato che sugli armamenti nucleari sono già ben informato, sono state le testimonianze di alcuni sopravvissuti. Oltre ad alcuni particolari storici che non conoscevo.

Uno di questi particolari è il fatto che i bubbi che occuparono il paese dopo la bomba censurarono qualsiasi tentativo di informare dentro e fuori del Giapponi sui fatti. E' importante saperlo dato che quando si pensa alla storia delle armi atomiche, o al progetto USA di tirare una bomba atomica sulla Yugoslavia, non si considera che all'epoca l'opinione pubblica non conosceva effettivamente gli effetti della bomba.

Notevole anche come una cosa oggi quotidiana, bubba e tecnologicamente avanzata come la censura esisteva già a quei tempi!

Tra le testimonianze dei sopravvissuti, alcune si possono vedere maluccio qui
http://www.pcf.city.hiroshima.jp/frame/Virtual_e/visit_e/westTestimo.html
ho trovato impressionante questo pezzetto di un bubbino che all'epoca aveva 13 anni:

"Suddenly a boy seated by the window pointed outside and shouted, "B-29!" Just when I stood to look, bluish-white rays flashed before my eyes. I don't know how much time passed after that, but when I regained consciousness it was pitch black, and I couldn't move. I couldn't imagine what had happened.

In the midst of that darkness, trapped under the rubble which had once been our school, those classmates who remained alive began singing our school song. I sang along.

We continued to sing for a long time, but no one came to help us.
Soon one voice dropped off, then another, and finally all that remained were groans and sobs. At that point I was seized by an unutterable dread and fear."

La canzone della scuola! Che distanza enorme nel tempo e nello spazio per pensare che in una simile (e sconosciuta) situazione canti la canzione della scuola. Troppo lontano!