19 febbraio 2007

Come e perché i bubbi non trovano lavoro
Spesso si leggono i racconti di bubbi che non trovano lavoro nel settore tecno nel paese delle pizze.

Diversi sono i tipi ma comune il problema:
- 30enni laureati senza esperienza a cui vengono proposti solo stage e contratti-spazzatura che nessuno vuole;
- 40enni troppo qualificati che nessuno vuole;
- 20enni non laureati con molta esperienza e competenza che nessuno vuole.

Vari sono i commenti che leggo in giro, ma grossomodo ricadono in queste tipologie:
- sfaticati! incapaci! ignoranti!
- poveretti! e intanto i reali si riempono la pancia!
- senza raccomandazione non vi assumerà nessuno!
- il paese delle pizze è così, se non vi piace emigrate!
- ahaha, sono all'estero e ci vivo e lavoro bene. Poveri italioti!

Tuttavia mi pare che i commentatori e i poveretti trascurano la bubbità dell'ufficio personale e del mercato del lavoro delle pizze.

1) Se l'ufficio personale si chiama così qualcosa vorrà dire, no? In ottica bubba vuol dire che non tratta persone ma numeri e che cerca di farlo con la maggiore efficienza possibile. La base dell'ufficio del personale è che tutti sono fungibili e privi di qualsiasi specificità, pertanto la selezione grossolana può avvenire con mezzi semi-automatici basati su keyword. Non capisco perché gli informatici se ne stupiscono. Sui motori di ricerca tutto il giorno e poi si aspettano che qualcuno legga il loro CV con attenzione o che abbia voglia di chiacchierare per capire cosa c'è dietro alle keyword. Impensabile!
Di buono c'è che l'ufficio personale non tratta mai nessuno personalmente, non ce l'ha con nessuno, non punisce chi non lavora e premia gli altri solo dividendo un budget predefinito. C'è qualche attenzione personale solo per i membri della monarchia e per i caponi.

2) Le aziende delle pizze possono essere o grosse o piccole, ma praticamente mai grandi. Per le piccole assumere è sempre difficile perché una singola assunzione sbagliata è un grosso problema. Quindi è logico che si usino tutte le tecniche per minimizzare sia le assunzioni che gli errori. Per le grandi le assunzioni sono principalmente un budget speso e gestito nell'ambito di criteri generali e, al solito, impersonali.
Di buono c'è che le piccole aziende sanno che i titoli di studio non hanno più alcuna rilevanza, non assumono pezzi di carta ma persone, quindi per alcuni automaticamente scartati dalla grossa impresa ci sono delle rare possibilità.

Pertanto i bubbini non-occupabili non hanno molta ragione a lamentarsi.

Guardano dalla finestra un settore di produzione che viene lentamente convertito in un settore di consumo. E' come il cibo. Si compra, si importa, si cucina, si mangia ma pochissimi lo progettano, lo producono e sanno cosa c'è nella cassetta.

Inoltre non patiscono lo stress da lavoro, i problemi di pensione/tfr, la scarsa qualità del caffé delle macchinette e soprattutto non possono mai essere licenziati. In un mondo dove tutto è precario è stata creata la disoccupazione permanente proprio in settori che oggi dovrebbero essere in costante movimento.

Mi pare che il governo, a forza di copiare le ricette altrui, ha si portato tutti sull'orlo del precipizio ma poi ha fatto un passo avanti.

Troppo bubbo!