04 febbraio 2007

Come si usa la televisione
Non credo che questi appunti mi serviranno più ma è comunque meglio che li scriva prima di dimenticarmi della questione. Tra le pizze non ho mai avuto la TV ed è molto improbabile che me ne procuri una.

Tra le tapas, affittando una casa ammobiliata, c'erano due TV già installate. Una è subito finita in un armadio perché occupava spazio, l'altra resiste ancora fuori dal sacco allo scopo di sentir parlare la lingua locale a comando.

La TV è, in sintesi, fatta da un monitor e da un sintonizzatore. Il sintonizzatore non serve a nulla, salvo alla regolazione dell'antenna senza usare un analizzatore. Infatti il segnale TV così com'è è pieno di pubblicità, di parti inutili e noise o, qualche volta, di informazioni da riascoltare che sono già state cancellate dall'incedere della programmazione broadcast.

Il segnale TV, per essere visto correttamente, va registrato (su nastro o meglio su HD) e poi visto a piacere (del bubbo, non del broadcaster). In questo modo si possono saltare i pezzi inutili, riascoltare le frasi interessanti e fermare il flusso streaming quando viene in mente di fare altro.
Il fatto che il segnale vada registrato è confermata dall'evidenza che i programmi TV ci sono anche di notte, quando interesserebbero pochissime persone. Il broadcaster sa che il segnale viene registrato e quindi invia il segnale (che non è compresso) approfittando delle ore notturne. E' forse inevitabile, dato su questo canale 1 minuto di trasmissione equivale ad 1 minuto di visione! Ahaha!

La TV si può anche usare:
- per vedere i contenuti pre-registrati anche se ha una scarsa risoluzione;
- per illuminare la stanza (anche se l'immagine può essere nera per brevi istanti);
- come semplice simulatore di presenza a scopo antifurto.

Va però notato che la TV rilassa. Non nel senso che guardare la TV favorisce il rilassamento ma nel senso che affatica, svuota di energie, imbambola, annichilisce il senso critico. Per questo comunque vedere più di 30 minuti al giorno di flusso registrato è praticamente impossibile.

2 Comments:

Blogger gab el said...

non so se puoi leggere i commenti, ma la def di tv di patrick lel ay non devi perderla

Cervelli disponibili
Non se ne può più. L'arrivo dell'autunno è appesantito dalla ripresa a pieno regime del palinsesto televisivo. Tranne poche eccezioni, è il nulla. Vuoto pneumatico. Al punto che le cose appena decenti sono salutate come capolavori. Ma questo sfascio non è il risultato di incapacità o scarso impegno: si tratta di un disegno ben preciso. Qualche settimana fa, Le Monde ha pubblicato dei brani di un libro-intervista a Patrick Le Lay, amministratore delegato di Tf1 (che in Francia è come dire Canale 5). Scandalo. In realtà Le Lay ha solo detto quello che tutti – nel suo campo – pensano, sanno e fanno. "Il mestiere di Tf1 è aiutare la Coca-Cola, per esempio, a vendere il suo prodotto. Perché un messaggio pubblicitario sia assorbito, bisogna che il cervello del telespettatore sia disponibile. L'obiettivo dei nostri programmi è renderlo disponibile: divertirlo, rilassarlo per prepararlo tra due spot. Quello che vendiamo alla Coca-Cola è tempo di cervello umano disponibile". - Giovanni De Mauro

ciao g.

4/2/07 23:19  
Blogger Bubbo Bubboni said...

Ehehe, il Sig. P. L.L. è un buon pubblicitario!

Non credo che gli spot tradizionali possano inserirsi così bene nel cervello bubbo, anche se a chi vende pubblicità fa molto piacere farlo credere/sapere. E quindi niente di meglio che un po' di polemica sul tema.

Ahh, mo' vado a bermi una bella bubbacol ghiacciata. Ecco quello che ci vuole per rilassare il cervello bubbo! (e per diffondere un messaggio efficacie :-)

5/2/07 01:10  

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