Nei corsi di problem-solving per caponi si inizia sempre con la stessa formuletta (in cui cascano solo i caponi che non hanno mai fatto uno di questi corsi). Si descrive una situazione, si chiede di risolvere il problema e l'ingenuo capone mette la testa nel sacco e parte. Così come farebbe un bubbino, del resto.
Sbagliato! Spiega l'astuto istruttore. Prima bisogna capire se c'è un problema, qual'è il problema, ecc. ecc. Ovviamente la storiella è fatta in modo che quello che sembra il problema sia solo un dettaglio di una situazione più complessa, ecc. ecc.
In realtà vedo che il bubbo fa molto più spesso un altro errore. Prima crea una situazione critica, quindi sorge un problema enorme che poi il bubbo cerca di risolvere. Parte tutta la fanfara sul problema. Sono raccolti i dati statistici, si scrivono i libri, si fanno i convegni, si organizzano i corsi, ecc. ecc. Il tutto dimenticando che il problema è stato creato dallo stesso bubbo attraverso la creazione di un terreno fertile per il suo insorgere.
Un chiaro esempio di problema "artificiale" è l'obbligo scolastico fino a 16 anni.
Nasce dalla solita europeata, partita scopiazzando i 'mericani e senza considerare che i 'mericani non hanno la scuola superiore ma solo un "social club" di intrattenimento pre-universitario. Poi la bubberia della scuola a 16 anni si alimenta con vecchie ricette e problemi del passato. Non è tra le pizze o tra le tapas che, oggi, i ragazzi rischierebbero una vita di sfruttamento da lavoro minorile e di ingiusta impossibilità di studiare. Era 100 anni fa, ma la ricetta e la fotografia del problema è ancora li, e quindi quando non ha più nessun senso si applica la cura che allora, quando sarebbe servito, avrebbe scontentato i poteri forti dell'epoca.
Così nasce il problema, la elevatissima criminalità, il bullismo, l'evasione dall'obbligo, i libri, le statistiche, i programmi europei, ecc. ecc.
Sempre senza considerare che il problema potrebbe anche non esistere, che non è l'obbligo scolatisco che fa diventare intelligenti, che chi non vuole studiare non studierà mai solo perché da qualche parte qualcuno ha previsto che studi, che quando poi magari uno vorrebbe studiare in altri momenti della propria vita non ci sarà nessun aiuto, ecc. ecc.
Troppo bubbo!
Sbagliato! Spiega l'astuto istruttore. Prima bisogna capire se c'è un problema, qual'è il problema, ecc. ecc. Ovviamente la storiella è fatta in modo che quello che sembra il problema sia solo un dettaglio di una situazione più complessa, ecc. ecc.
In realtà vedo che il bubbo fa molto più spesso un altro errore. Prima crea una situazione critica, quindi sorge un problema enorme che poi il bubbo cerca di risolvere. Parte tutta la fanfara sul problema. Sono raccolti i dati statistici, si scrivono i libri, si fanno i convegni, si organizzano i corsi, ecc. ecc. Il tutto dimenticando che il problema è stato creato dallo stesso bubbo attraverso la creazione di un terreno fertile per il suo insorgere.
Un chiaro esempio di problema "artificiale" è l'obbligo scolastico fino a 16 anni.
Nasce dalla solita europeata, partita scopiazzando i 'mericani e senza considerare che i 'mericani non hanno la scuola superiore ma solo un "social club" di intrattenimento pre-universitario. Poi la bubberia della scuola a 16 anni si alimenta con vecchie ricette e problemi del passato. Non è tra le pizze o tra le tapas che, oggi, i ragazzi rischierebbero una vita di sfruttamento da lavoro minorile e di ingiusta impossibilità di studiare. Era 100 anni fa, ma la ricetta e la fotografia del problema è ancora li, e quindi quando non ha più nessun senso si applica la cura che allora, quando sarebbe servito, avrebbe scontentato i poteri forti dell'epoca.
Così nasce il problema, la elevatissima criminalità, il bullismo, l'evasione dall'obbligo, i libri, le statistiche, i programmi europei, ecc. ecc.
Sempre senza considerare che il problema potrebbe anche non esistere, che non è l'obbligo scolatisco che fa diventare intelligenti, che chi non vuole studiare non studierà mai solo perché da qualche parte qualcuno ha previsto che studi, che quando poi magari uno vorrebbe studiare in altri momenti della propria vita non ci sarà nessun aiuto, ecc. ecc.
Troppo bubbo!
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