09 ottobre 2007

La bubbità aziendale
Quando un'azienda è bubba è facile constatare che lo è fino in fondo, qualsiasi cosa faccia.

Un ovvio esempio sono le aziende semipubbliche, quelle che anche da privatizzate sono popolate da trombati alle ultime elezioni che necessitano di mantenersi con il sottogoverno. Non si discute qui il diritto monarchico al sottogoverno, è scontato che un buon partito deve poter piazzare anche le proprie menti non propriamente brillanti da qualche parte e le aziende più o meno pubbliche sono un logico sfogo e un sicuro riparo dalla mendicità.

Ora una di codeste aziende di trasporto pubblico locale ha alzato il prezzo dei biglietti tanto per tenersi in piedi senza avventurarsi in insolite politiche di miglioramento del servizio e estensione della base d'utenza. Vabbé, tutto normale. Mi appunto i punti di bubbità.

1) il comunicato che informa dell'aumento dovrebbe avere tre elementi:
- decorrenza dell'aumento
- nuovi prezzi
- che fare dei biglietti vecchi ancora in circolazione
La versione bubba ha solo due dei punti.

2) Campagna pubblicitaria che esplica come l'abbonamento cosi il tot in meno (rispetto al biglietto semplice). Anziché l'aumento (o la nuova tariffa) si pubblicizza la riduzione rispetto ad un numero (aumentato rispetto al passato). E' una idea bubba, infatti quando un'azienda bubba publicizza un vantaggio è chiaro che si parla di una fregatura.

Troppo bubbo!