L'idea sulla questione dell'insegnanza viene da un libretto dove si esplicava che la scuola è, volta volta, sintesi delle esigenze della classe dominante del momento (dominante inteso come più rappresentativa, non come magnum regium imperatorix della società).
Cosa vuole oggi la borghesia xenofoba che, ad esempio, domina un tale paese? Varie cose, tra cui che l'insegnanza sia strettissimamente limitata a quanto serve per il presunto lavoro futuro (senza trascurare di inclulcare che tutto il resto è inutile e risibile), che via sia una adeguata trasmissione degli ideali religiosi di adorazione per il denaro e di rispetto per il potere, che i valori legati al valore dei soldi siano ben appresi, che la psuedo-scienza sia considerata un fondamento per il futuro lavoro, che le altre persone non sono da disprezzare perché possono essere utili strumenti per la tua affermazione, ecc.. Ma non solo questo.
La classe dominante vuole che il pampino sia "come gli altri" e, allo stesso tempo, "individualista". Se il pampino, supponiamo, non capisce nulla di nulla in campo chessò matematico (ma non solo perché non studia, supponiamo propio che non capisca per questioni ora lunghe da eseminare) la prima domanda dell'allevatore sarà "e gli altri della classe? come vanno?", nella speranza non tanto che mal comune... (che non sarebbe individualismo) ma che il pampino sia e resti ben inserito nel gruppo. Questo è il cuore dell'insegnanza escolare, l'inserimento in una massa.
Al contempo il pampino viene allevato all'individualismo e all'egoismo, ma sempre con il limite che questi valori fondanti della moderna società non raggiungano vette che li rendano incompatibili con la massa degli altri pampini individualisti ed egoisti.
Ora, in tale contesto così ben spiegato, c'è spazio per l'insegnanza della matematica? Sìenò. Si può sempre insegnare quello che "serve per il lavoro", non molto di più, a parte qualche puntata su territori avanzatissimi ma da trattare sempre senza basi, come vuole la pseudo-scienza nella sua versione divulgativa. Chiunque può completare un test a crocette su un argomento qualsiasi, ma pochissimi possono espressare un pensamento proprio a partire da solide conoscenze su un tema anche semplicissimo e così devono restare le cose.
Solo un aspetto non va assolutamente mai raggiunto, in nessuna materia. L'insegnanza non deve liberare, non deve dare solide basi per muoversi fuori dal blabla, i test non devono essere "a partire degli insegnamenti del maestro" ma "entro quello che c'è scritto sul libro", ecc.
Infatti questa libertà di pensiero e di movimento sarebbe così incompatibile con i valori della classe dominante, se mai fosse fatta pratica di insegnanza, da causare una ripulsa feroce in una classe che della paura ha fatto la sua compagnia. L'unica amicizia profonda per un buon individualista.
Troppo bubbo!
Cosa vuole oggi la borghesia xenofoba che, ad esempio, domina un tale paese? Varie cose, tra cui che l'insegnanza sia strettissimamente limitata a quanto serve per il presunto lavoro futuro (senza trascurare di inclulcare che tutto il resto è inutile e risibile), che via sia una adeguata trasmissione degli ideali religiosi di adorazione per il denaro e di rispetto per il potere, che i valori legati al valore dei soldi siano ben appresi, che la psuedo-scienza sia considerata un fondamento per il futuro lavoro, che le altre persone non sono da disprezzare perché possono essere utili strumenti per la tua affermazione, ecc.. Ma non solo questo.
La classe dominante vuole che il pampino sia "come gli altri" e, allo stesso tempo, "individualista". Se il pampino, supponiamo, non capisce nulla di nulla in campo chessò matematico (ma non solo perché non studia, supponiamo propio che non capisca per questioni ora lunghe da eseminare) la prima domanda dell'allevatore sarà "e gli altri della classe? come vanno?", nella speranza non tanto che mal comune... (che non sarebbe individualismo) ma che il pampino sia e resti ben inserito nel gruppo. Questo è il cuore dell'insegnanza escolare, l'inserimento in una massa.
Al contempo il pampino viene allevato all'individualismo e all'egoismo, ma sempre con il limite che questi valori fondanti della moderna società non raggiungano vette che li rendano incompatibili con la massa degli altri pampini individualisti ed egoisti.
Ora, in tale contesto così ben spiegato, c'è spazio per l'insegnanza della matematica? Sìenò. Si può sempre insegnare quello che "serve per il lavoro", non molto di più, a parte qualche puntata su territori avanzatissimi ma da trattare sempre senza basi, come vuole la pseudo-scienza nella sua versione divulgativa. Chiunque può completare un test a crocette su un argomento qualsiasi, ma pochissimi possono espressare un pensamento proprio a partire da solide conoscenze su un tema anche semplicissimo e così devono restare le cose.
Solo un aspetto non va assolutamente mai raggiunto, in nessuna materia. L'insegnanza non deve liberare, non deve dare solide basi per muoversi fuori dal blabla, i test non devono essere "a partire degli insegnamenti del maestro" ma "entro quello che c'è scritto sul libro", ecc.
Infatti questa libertà di pensiero e di movimento sarebbe così incompatibile con i valori della classe dominante, se mai fosse fatta pratica di insegnanza, da causare una ripulsa feroce in una classe che della paura ha fatto la sua compagnia. L'unica amicizia profonda per un buon individualista.
Troppo bubbo!
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