Da tante mail di una lista che uno ha iniziato a parlare di votazioni e allora tutti mi salgono tre punti che prima non mi ero chiarito benebene.
1) La vittoria. In che caso si vince? Come tutto anche questo dipende dal punto di vista e non certo da una supposta oggettività delle cose che sempre cercano i bubbi più semplici e animali. Pertanto definire i metri che uno vince o perde è non solo corretto ma anche necessario. Però alcune delle condizioni portano che non c'è da aspettare tanto e io sono uno di quei casi. Per me le elezioni sono perse perché non si realizzerà quello che dice la canzoncina dei pampini "Capitan [TALE], fa che vincano i buoni". I buoni non possono vincere perché il sistema è marcio e mettere qualche ingrediente buono in un impasto di spazzatura non ti viene fuori niente di buono. Come pure mettere tutti ingredienti buoni in un forno che cuoce male poi viene tutto male e non è colpa degli ingredienti che erano buoni.
Quindi non è che, almeno qui, io posso poi dire "abbiamo vinto" perché intanto non c'è una collettività che vince, poi ambo i candidati grossi sono personalmente preoccupanti e il loro amici ancora di più, quelli piccoli non hanno un ragionamento buono, e tutto come già mi ero scritto.
Per chi avrebbe diritto di ricevere una buona politica la cosa è già persa, magari per il partito o gli amici che si accontentano di qualche soldo (e che non puppano se l'altr* governa perché erano amici dell'altro) allora la cosa è diversa e uno vince o perde.
2) Se vince il bubbo. Credevo che il discorso "voto quest* che fa schifo perché l'altr* è peggio" fosse archiviato tra le bubberie e invece continua ad essere uno dei criteri diffusi. Si vede che il maggioritario l'hanno imparato bene ai bubbini. Per me questo "ragionamento" va spezzato sia sul piano dei partiti, che ne sono felici e lo creano e lo usano, sia sul piano che un bubbino di voto ne ha uno e di quello deve essere dignitoso. Votare chi sostiene la TAV perché l'altr* è peggio rimane solo che hai votato un* che sosteneva la TAV e di quello sei responsabile tu e non il partito che solo quell* ti ha messo. Tanto non si può vincere, almeno la dignità personale tantovale salvarla.
3) Se uno è nuovo. Nessuno è nuovo, nessuno è tutto contro il sistema, e simili. Scardinare i meccanismi richiede una capacità politica e una esperienza e profondità di visione che è rara. Qui io potrei votare per un posto che uno l'hanno suicidato qualche anno fa perché era capace a fare cose contro il sistema e a favore del bubbo che neppure capiva come funzionava. Non c'è da scherzare con la capacità di incidere, anche se ci sono posti che un killer costa poco, ma ci sono molti che tanto non saprebbero come e cosa fare. La capacità politica, già melo ero scritto, è una cosa molto diversa dall'avere successo in altri ambiti o dall'essere genericamente buono a qualcosa o buono moralmente. Per questo credo che tutti dovrebbero provare (tranne i più bubbi) e poi ritornarse al loro ambito, anche per capire quali doti servono e perché.
Veramente speravo di votare per uno che non aveva sciances di prendere un seggio. Così mettevo la crocetta, tanto ho già perso, ma non rischiavo che qualcuno facesse danni per colpa mia e comunque ai partiti grossi dicevo che erano bubbi. Adesso sembra che prendano pure un seggio e sono proccupato.
Forse è meglio scrivere,
forse è meglio pensarci,
forsè è meglio dire
Troppo bubbo!
1) La vittoria. In che caso si vince? Come tutto anche questo dipende dal punto di vista e non certo da una supposta oggettività delle cose che sempre cercano i bubbi più semplici e animali. Pertanto definire i metri che uno vince o perde è non solo corretto ma anche necessario. Però alcune delle condizioni portano che non c'è da aspettare tanto e io sono uno di quei casi. Per me le elezioni sono perse perché non si realizzerà quello che dice la canzoncina dei pampini "Capitan [TALE], fa che vincano i buoni". I buoni non possono vincere perché il sistema è marcio e mettere qualche ingrediente buono in un impasto di spazzatura non ti viene fuori niente di buono. Come pure mettere tutti ingredienti buoni in un forno che cuoce male poi viene tutto male e non è colpa degli ingredienti che erano buoni.
Quindi non è che, almeno qui, io posso poi dire "abbiamo vinto" perché intanto non c'è una collettività che vince, poi ambo i candidati grossi sono personalmente preoccupanti e il loro amici ancora di più, quelli piccoli non hanno un ragionamento buono, e tutto come già mi ero scritto.
Per chi avrebbe diritto di ricevere una buona politica la cosa è già persa, magari per il partito o gli amici che si accontentano di qualche soldo (e che non puppano se l'altr* governa perché erano amici dell'altro) allora la cosa è diversa e uno vince o perde.
2) Se vince il bubbo. Credevo che il discorso "voto quest* che fa schifo perché l'altr* è peggio" fosse archiviato tra le bubberie e invece continua ad essere uno dei criteri diffusi. Si vede che il maggioritario l'hanno imparato bene ai bubbini. Per me questo "ragionamento" va spezzato sia sul piano dei partiti, che ne sono felici e lo creano e lo usano, sia sul piano che un bubbino di voto ne ha uno e di quello deve essere dignitoso. Votare chi sostiene la TAV perché l'altr* è peggio rimane solo che hai votato un* che sosteneva la TAV e di quello sei responsabile tu e non il partito che solo quell* ti ha messo. Tanto non si può vincere, almeno la dignità personale tantovale salvarla.
3) Se uno è nuovo. Nessuno è nuovo, nessuno è tutto contro il sistema, e simili. Scardinare i meccanismi richiede una capacità politica e una esperienza e profondità di visione che è rara. Qui io potrei votare per un posto che uno l'hanno suicidato qualche anno fa perché era capace a fare cose contro il sistema e a favore del bubbo che neppure capiva come funzionava. Non c'è da scherzare con la capacità di incidere, anche se ci sono posti che un killer costa poco, ma ci sono molti che tanto non saprebbero come e cosa fare. La capacità politica, già melo ero scritto, è una cosa molto diversa dall'avere successo in altri ambiti o dall'essere genericamente buono a qualcosa o buono moralmente. Per questo credo che tutti dovrebbero provare (tranne i più bubbi) e poi ritornarse al loro ambito, anche per capire quali doti servono e perché.
Veramente speravo di votare per uno che non aveva sciances di prendere un seggio. Così mettevo la crocetta, tanto ho già perso, ma non rischiavo che qualcuno facesse danni per colpa mia e comunque ai partiti grossi dicevo che erano bubbi. Adesso sembra che prendano pure un seggio e sono proccupato.
Forse è meglio scrivere,
forse è meglio pensarci,
forsè è meglio dire
Troppo bubbo!
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