03 giugno 2018

Due attese
Così poi alla fine il governo pizzaiolo nonnè quello temporaneo ipotizzato dal Bubboni ma quello che cera un posto e qualcuno cisi è seduto.

Ora nonnè questo che vale la pena di appuntarsi, quanto come mi appaiono i pizzaioli al momento e una analogia ma curiosa.

1) La prensa pizzaiola sembra ancora fuori fuoco ma in modo curioso. La prensa dell'azienda-partito non sembra convergere su un criticismo non tanto sensato (cosa su cui nonnà vincoli) quanto forte. Forse quelli furbi sono ancora in ferie o forse fino a quando non si apre la campagna lettorale nongli interessa. Però tantè, le critiche sono uniformi ma molto molto deboli.
Probabilmente pesano due aspetti:
- la prensa tende ad allinearsi al governo, fossanche quando il governo è dei populisti-falsoinvalidi;
- la isperanza che qualcosa cambi è talmente forte che la prensa non può dire (neppure adesso che nonnè successo ancora nulla) che tanto non cambierà nulla perché quello che faceva l'azienda-partito nonnè migliorabile o modificabile.

2) I gestori telefonici pizzazioli sono i primi (o trai primi, non ho tempo di verificare) inversori pubblicitari delle pizze. E sono, tutti in coro, tra le aziende più odiate dai medesimi utenti paganti. Tutti si sentono truffati, tutti hanno una historia che gli hanno preso dei soldi in modo truffaldino. In questo contesto arriva un gestore che ha dei prezzi molto buoni, dei servizi sensati (cioè solo trasporto dati e voce, senza le tradizionali balle senza senso degli altri gestori) e vedo che c'è isperanza.

Ora è vero che non essendo tra le pizze vedo che capisco poco della situazione. Siccome il ragionamento pizzaiolo nonnè razionale non cè modo di ricostruirlo a meno di sentire molti pizzaioli ma nel loro ambiente naturale per capire cosa gli passa per la testa senza modificare troppo l'oggetto dello studio etologico.
Infatti la prensa è riflesso della tensione opposta tra la propaganda della cosca vincente dell'azienda-partito e necessità di rispecchiare il pensamento del popolaccio ma nonnè la rappresentazione del secondo, quanto solo una delle forze chelo causano.

Però direi che la isperanza che cambi qualcosa è ora la forza prevalente, anche tra chi è fedele,  perché è realizzata una delle condizioni del cambiamento e cioè che cè un nuovo bambino nell'isolato del governo e dei telefonini. Infatti i fedelissimi accennano a dire cheppoi è difficile cambiare davvero (ok, non cè obbligo di coerenza ma nessuno riesce a dire che dopo decenni di governo dell'azienda-partito la situazione non richiede alcun cambiamento) che nonnè proprio il massimo del criticismo considerando che si parla nientemeno che dei feroci populisti!

Maccè la possibilità che la isperanza non vada delusa? In realità la necessità per il pizzaiolo di fatti comprovati per determinare il pensamento e la valutazione della situazione è talmente debile che chiunque può essere contento o scontento qualsiasi cosa succeda, secondo la propria appartenenza ideologica, i vincoli di casta, ecc. ecc.

Quindi la delusione o meno non dipenderà dai fatti in nessun caso perché la isperanza non è un calcolo rappresentato da numeri ma un sentimento rappresentato da una aspettativa.

Troppo bubbo!
- Leggere bubbo rende bubbo, anzi troppo bubbo -