04 dicembre 2008

Mediatibus eloquentia
Mirando a questo post e a mille altri simili rilevavo la bubbità del comportamento dei media fatti da professionisti di grande professionalità.

Non cenè uno che non critichi la nota enciclopedia che non è attendibile, Internet che tutti rubano i preziosi contenuti, i siti bubbi che non tutti ben privati e qualsiasi tecnologia diversa dalla scolpitura della pietra che non è ancora abbastanza stabile.

Epperò non c'è un numero che non usi a piene mani fonti Internet senza citare le fonti al punto che i più professionali fanno che fare autorevoli commentari dei video messi sul noto sito cme se fossero articoli veri, con contenuto informativo diverso da "guardatevi il video e pagate per leggere questo articolo".

Ma non tantovarrebbe dire che si prende sempre più di quello che si mette, che l'intelligenza e la bubbità diffusa è sempre superiore a quella che un gruppo di precari e qualche professionale possono concentrare?

Non è che il professionale non abbia meriti ma non ci può essere un pensatore interessante che non pesca di qua e di la elementi di ragionamento che poi ricombina in modo bubbo. Tanto vale dirlo, mettere le fonti e evoluzionare nel discorso sulla protezione della proprietà intellettuale, prima che la massa dei bubbi, tutti intellettuali, la rivendichi con ragione.

E' un po' l'altra faccia del "fatevelo da soli ma pagate qualcuno". Ora il modello di business è quello di assumere schiavi-clienti che producono i contenuti e si beccano anche le eventuali denuncie. Ma se gli schiavi si riprendono il valore della produzione dei contenuti che resta di mega-bubbe-aziende tutte moderne? C'è rischio che anche un analista finanziario lo capisca.

Troppo bubbo!