22 gennaio 2010

Simplicius profesioni bubbinis visionem tempus superatio
Da bubbino pensavo che uno dei lavori più disagiati era quello del periodista perché dovevi scrivere infretta infretta nel breve intervallo di tempo tra fatto e avvio delle rotative.

Ah, beatus bubbinis simplicitate!

Poi ho imparato a distinguere tra pennivendolo e Giornalista, a capire che capire le cose richiede di averci lavorato anni e anni, e tutte le bubberie.

Ad esempio domani c'è la finta manifestazione, ma gli articoli che erano tanti, che sono bubbi, che la manifestazione era così e cosà, ecc. si possono già scrivere oggi.
I fatti non sono qualcosa che costringe il bubbo a non dire bubberie ma, al contrario, uno spunto per dire le bubberie che è stato detto di dire. Quindi, una volta che è stato deciso, le penne possono partire perché buoni e cattivi sono solo elementi di un discorso pre-pensato che trascende qualsiasi legame con i fatti.

Ora, se è vero che il bubbo trionfa sui fatti con la forza della sudditanza, sarà mai il pennivendolo schiavo della realtà e incatenato dal fatto che le cose avvengono ad una certa ora e prima no? Sarebbe assurdo che taluni bubbi vivano una schiavitù non al potere ma al ragionamento! Allora a cosa servirebbero gli olocausti e le preghiere in onoris potentatis mafiosum?

Troppo bubbo!