28 giugno 2018

La coglienza
Oohh, volevo opinare su quello della coglienza di cui tanto si parla e poco si pensa.

Ho mirato ma a diversi articoli e siti ma essendo insoddisfatto delle cose lette lunica  è che mene pensi io talune.

Definzione
1) Io compro i biglietti aeri e vado nei posti e tutti mi trattano bene e mi danno i cibi. Ma questa non è coglienza. E' un servizio logistico. Voglio andare da A a B, pago chimici porta, pago il cibo cotto e dove dormire. Non una di queste cose è coglienza. Sono normali servizi che io compro da chili vende.
Se questi servi nonci fossero non viaggerei, non mangerei e nonci dormirei oppure lo farei a costi più alti o in altre direzioni.

Pensamenti pre-fatti
2) Quellocchepiù mi pressiona di tutto quello che ho mirato sul tema è l'età dei pensamenti. Io ricordo bene quando la quota di esteri nelle pizze ha iniziato a salire e i ragionamenti. Non li riassumo, basta il titolo: - ci pagano le pensioni (no, neanche io so perché questo sarebbe considerato di sx ma è così, è uno dei pensamenti autorizzati più tipici e lavoratoristici che ci siano) - non si deve parlare di problema ma di arricchimento culturale - ecc. (troppo noioso appuntarmi gli altri pensamenti della medesima forza)

Solo uno si distacca tra cotanta superficialità per essere ancora più istupido ed è quello che "seio andassi facessi come i locali, allora anche loro devono fare come noi perché sono qui loro e non io da loro".

Nella sua stupidità evidenzia bene come il pensamento è rimasto quello di 30 anni fa, granitico e superficiale oggi come allora.

Mi appunto qui qualcosa anche perché il "seio andassi faccessi" è parente istretto del mondo senza confini che piace a pampini rompipall*, ai giudici dei concorsi e a tutti quelli senza testa in genere.

Il punto è che ovviamente se andassi non facessi affatto matrimoni di pampine, mutilazioni sessuali, assoldare sicari a poco prezzo, linciare quelli con la faccia brutta, ecc. ecc. Ma il pensamento su integrazione / omologazione / rispetto / tutela / ecc. è rimasto pampino. A parte il "seio andassi" e il mondo senza confini il pensamento non ha evoluzionato neppure un po'. Un po' cera il ritornello dell'intregazione, la scuola che diventano tutti bianchi e grassi e borghesi educati e consumatori e anche un po' i-dioti mappoi anche questo è morto perché anche gli esempi più facili sono disastrosi.

Ora il punto del Bubboni nonnè sè giusto che si integrino o se la domanda istessa di integrazione è isso fatto fasciorazzistica. Il punto che, giustamente, il Bubboni evidenzia è che augusti pensatori, politici esperti e non populisti, esperti di sicura fama non-razzistica o oscuri non-morti nostalgici e fuoriusciti dalle fogne sul tema nonnhanno prodotto nulla di nulla di significativo. I ritornelli sono quelli di 30 anni fa.

Come voci metalliche escono dal microtelefono di una cabina telefonica per essere battuti a macchina e inviati per fax.
Uguali, inox e di una superficialità tale che oramai si distaccano dal suolo per perdesi nella ere terso.

Pane e lavoro
3) La coglienza sarebbe che viene assegnato a cada uno un futuro possibile. Massu questo il collasso del pensamento logico è più profondo ma più recente. Commè noto il blabla sul lavoro, la piena occupazione, ecc. non si regge più. Non è che non ha base logica nel mondo contemporaneo è proprio che, logico o illogico che sia mai stato, ora non regge nelle sperienza di chiunque. Il bubbino non capisce che il discorso antiquo nonnè coerente con lo stato tecnologico e logistico contemporaneo, ovvio nonnè che tutti abbiano la chiarezza di pensamento del Bubboni o la sua esperienza in quanto gran cantore della deindustrializzazione pizzaiola, però comunque percepisce chele promesse di pane e lavoro hanno un qualche problema di fattibilità.

Allora non cè un pensamento sul futuro possibile per uno macche sia nativo, certificato coi quiz e tutto e allora per quelli che sono considerati "altri" neppure. E il punto nonnè che sono gli "altri" il problema ma è proprio la mancanza di un qualsiasi futuro possibile assegnabile a cada uno chiunque sia.

I dati
4) L'ultimo asse che resta, pro o contro, sono i dati. Inutili come solo i dati possono essere più ne vedo citati e più vanno nella direzione opposta a quella che voleva chili ha tirati fuori.
Se i fascio-razzisti iniziassero a parlare con i dati della sinistra buona e allegra e viceversa l'effetto sul "ragionamento" di cadauno sarebbe assolutamente nullo, per il sacro principio di indipendenza del pensamento dai numeri che, cascasse il mondo, comuque lo supportano sempre.

Quila cura sarebbe un po' di senso. O dell'umorismo o del ridicolo.

Le mergenza
5) Non cè nessuna mergenza. Non cè mai stata. E' tutto prevedibile con la pigrizia di un satellite da guerra fredda concui contare cada capoccia che si muove e dove e a che velocità. Non cè nessun bisogno di lanciare appelli in rete, di convocazioni lampo domenicali e tutto il kit standard delle mergenze.

Le mergenza è una tecnica politico-militar-budgettaria, non è lo stato di qualcosa imprevedibile o inaspettato.

I valori
6) Da migliaia di morti, violenze inaudite, odio gridato e sommesso, razzismo (che godendo della proprietà dello specchio è un circolo dove nessuno può odiare senza essere odiato a sua volta magari da qualcun altro) e ogni altro male, ancora una volta nasce il bene e i valori dell'amicizia, della famiglia, dell'arricchimento e del benessere conomico.

Ok, basta dire che è in vigore la tecnica della mergenza per essere certi che qualcuno sta incrementando il benessere suo o delle persone volute bene.

Così, come sempre, da quello che sembra male nasce e si rafforza il bene.

La soluzione
7) Lascio la banalità e la noia delle soluzioni a quelli che sono pagati per pensare le soluzioni, che sono esperti ma non della tastiera ma proprio che hanno studiato nelle scuole grosse e tutto e ai politici ma non populisti-falsoinvalidi ma quelli europeist* neo-liberist* e buonist* fascio-razzi-nazist* autorizzati.

Io le domande le penso gratis e già è tanto. Tantissimo e troppo. Anzi

Troppo bubbo!
- Leggere bubbo rende bubbo, anzi troppo bubbo -

27 giugno 2018

Dormiamoci sopra
Tutti ragliano sugli iniqui dazi e sulle relative devastanti conseguenze sulla religione neoliberista mondiale.

Ma non credo che qualcuno abbia mirato a cosa di applicano i dazi perché la lista è numerica e allora ci vuole fatica a mirarla.

Tra i prodotti massacrati ci sono

- le  imbarcazioni pneumatiche, ma attenzione!, di qualsiasi peso. Questo è strano. Capirei se si parlava di altri continenti, ma l'europ* riceve già un buon quantitativo di gommoni di tutti i pesi da altri fornitori! Boh?

- i  mobili per sedersi a patto che non siano fatti di canna, di vimini, di bambù o di materie simili. Quindi sono penalizzati solo gli altri mobili per sedersi, con intelaiatura di metallo ma attenzione: sia quelli imbottiti che quelli duri.
Questo prova anche che sedersi sui davanzali resta vietato, unitamente al gioco del pallone e simili reati penali. Viceversa ci si può sedere sui tavoli, imbottiti o meno.

- i sacchi a pelo sia quelli con piume che con altre imbottiture.
 I materassi però si sono salvati dalla furia populista e sovran-nazionalista dei falso-invalidi.
Quindi è lecito dormirci sopra, tanto la crisi del neoliberismo è

Troppo bubba!
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24 giugno 2018

Specismi
Volevo iscrivere un famoso post su quello della coglienza ma non ho tempo, anche se oramai sono convinto che se non lo penso io non lo pensa ma nessuno. Allora, con il poco tempo, mi limito a notare come la razza bubba giustamente trionfi su quelle inferiori che sono dette animali.

Oggi sono stato almeno due ore a mirare i lefanti alla webcam HD realtime. E, mirando i lefanti che bebevano pigrissimi (oh, due ore per bere dal laghetto!) pensavo a come il bubbo invece è molto più evoluzionato.
La tecnologia delle webcam, tutta rete dai posti ma lontani e poi dai posti ma vicini, e il monitore e tutto perché io potessi mirare i lefanti che, pigrissimi, non sanno fare le cose. Certo anche per via delle zampette troppo grosse, un po' come i antichi, ma si capisce che proprio, anche se uno gli esplica quello della rete e il video, non è che proprio capiscano benebene.

E allora si vede che il bubbo è superiore al lefante che, a parte bere, non fa le cose ma evolute e comunque anche il bubbo può bere.
Ma viceversa il bubbo è inferiore a tante cose, come i insetti o i diavoletti di Cartesio, che sanno fare cose che il bubbo non sa fare e anche se uno spiega al bubbo come volare o come stare sui vetri poi non è che riesce benebene.

E allora i insetti hanno poco da essere specisti perché è tutto un circolo che nessuno sa fare tutto o lo capisce bene, solo il bubbo capisce un po' di più ma perché è

Troppo bubbo!
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10 giugno 2018

Saggezze
Sono andato che si mangiava a parlavano delle tecnologie.
E' vero che si mangiava in piedi ma avevano organizzato in senso contemporaneo e bene:
- due tavolini con il cibo con carne e pescado + un tavolone nell'altra sala
- un tavolo grande con il cibo ma vegetariano
- un tavolino con i piatti sin gluten
- un tavolo con due boccioni d'acqua e un lato con una macchinetta doppia del caffe ma con le busine che uno si mette
Il cibo erano panini e specie di involtini ma grandi. Poi biscotti, ciotolini di frutta, tarta de manzanas e merighette ma buone con il caffè (quelle credo che le ho viste e mangiate solo io, mi spiace per i bradipi ma è la legge del più bubbo).
Poi acqua, biscottini, caffè e succhi (ma comprati) tutto il tempo.
Insomma una buona conferenza, organizzata con intelligenza e senso contemporaneo.

A parte questo parlavano e alcune cose le voglio qui memorare:
- è bello pensare perché, anche se vivi in un regime democratic*, non riescono ancora a punirti. Infatti la definizione classica di democrazi* come "è il regime dove puoi dire quello che vuoi tanto a nessuno interessa" è cambiata per via del progresso democratic* in "è il regime dove puoi pensare quello che vuoi tanto la risonanza magnetica funzionale è ancora arretrata".
- citazioni utili (non ho capito l'autore ma parlava della rivoluzione dei formaggi) "nessuno l'ha previsto ma dopo tutti hanno detto che era inevitabile" e (questa mi pare fosse senza autore) "gli stupidi imparano dai propri errori, i saggi imparano dagli errori degli altri".
- la sicurezza informatica è il tema su cui il conferenziere medio dice più cretinate. Supera, ma tanto, i generici temi di mercato o istorici. A momenti cè rischio si sentire meno cretinate a una conferenza sui populismi!
- le grandi opere mafiose sono diventata parte della strategia bellica (e solo di quella, non è più permesso discuterle su un piano commerciale o logistico diverso dal trasporto di truppe). Ieri chi le criticava era un passatista ecoterrorista, domani sarà un panciafichista disfattista antipatriottico.
- le "proposte" che vengono dagli enti centrali della democrazi* non prevedono un piano B. Possono essere ritardate ma non respinte o riformulate. Se questa fosse una mia constatazione (che avevo già fatto) sarebbe opinabile e invece è un affermazione pubblica e pubblicizzata senza la minima preoccupazione.

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03 giugno 2018

Due attese
Così poi alla fine il governo pizzaiolo nonnè quello temporaneo ipotizzato dal Bubboni ma quello che cera un posto e qualcuno cisi è seduto.

Ora nonnè questo che vale la pena di appuntarsi, quanto come mi appaiono i pizzaioli al momento e una analogia ma curiosa.

1) La prensa pizzaiola sembra ancora fuori fuoco ma in modo curioso. La prensa dell'azienda-partito non sembra convergere su un criticismo non tanto sensato (cosa su cui nonnà vincoli) quanto forte. Forse quelli furbi sono ancora in ferie o forse fino a quando non si apre la campagna lettorale nongli interessa. Però tantè, le critiche sono uniformi ma molto molto deboli.
Probabilmente pesano due aspetti:
- la prensa tende ad allinearsi al governo, fossanche quando il governo è dei populisti-falsoinvalidi;
- la isperanza che qualcosa cambi è talmente forte che la prensa non può dire (neppure adesso che nonnè successo ancora nulla) che tanto non cambierà nulla perché quello che faceva l'azienda-partito nonnè migliorabile o modificabile.

2) I gestori telefonici pizzazioli sono i primi (o trai primi, non ho tempo di verificare) inversori pubblicitari delle pizze. E sono, tutti in coro, tra le aziende più odiate dai medesimi utenti paganti. Tutti si sentono truffati, tutti hanno una historia che gli hanno preso dei soldi in modo truffaldino. In questo contesto arriva un gestore che ha dei prezzi molto buoni, dei servizi sensati (cioè solo trasporto dati e voce, senza le tradizionali balle senza senso degli altri gestori) e vedo che c'è isperanza.

Ora è vero che non essendo tra le pizze vedo che capisco poco della situazione. Siccome il ragionamento pizzaiolo nonnè razionale non cè modo di ricostruirlo a meno di sentire molti pizzaioli ma nel loro ambiente naturale per capire cosa gli passa per la testa senza modificare troppo l'oggetto dello studio etologico.
Infatti la prensa è riflesso della tensione opposta tra la propaganda della cosca vincente dell'azienda-partito e necessità di rispecchiare il pensamento del popolaccio ma nonnè la rappresentazione del secondo, quanto solo una delle forze chelo causano.

Però direi che la isperanza che cambi qualcosa è ora la forza prevalente, anche tra chi è fedele,  perché è realizzata una delle condizioni del cambiamento e cioè che cè un nuovo bambino nell'isolato del governo e dei telefonini. Infatti i fedelissimi accennano a dire cheppoi è difficile cambiare davvero (ok, non cè obbligo di coerenza ma nessuno riesce a dire che dopo decenni di governo dell'azienda-partito la situazione non richiede alcun cambiamento) che nonnè proprio il massimo del criticismo considerando che si parla nientemeno che dei feroci populisti!

Maccè la possibilità che la isperanza non vada delusa? In realità la necessità per il pizzaiolo di fatti comprovati per determinare il pensamento e la valutazione della situazione è talmente debile che chiunque può essere contento o scontento qualsiasi cosa succeda, secondo la propria appartenenza ideologica, i vincoli di casta, ecc. ecc.

Quindi la delusione o meno non dipenderà dai fatti in nessun caso perché la isperanza non è un calcolo rappresentato da numeri ma un sentimento rappresentato da una aspettativa.

Troppo bubbo!
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