19 maggio 2019

Gli ultimi giorni
E' difficile dire quando sono iniziati gli ultimi giorni della mia quinta vita. Un po' quando compri il drammatico biglietto di solo ritorno, ma direi in modo netto che ero al supermercato ma tipico della birra e patatine.

Ero in coda che si paga e ho iniziato a volare, vedendo la scena ma dall'alto, con evidenziato tutto quello che trale pizze non cè. Il caffè (ho il sospetto chelo mettono perché uno compri quello che ci sono i barattoli sopra la macchinetta, mannon sono sicuro), il formaggio (forse anche quello lo mettono perché uno compri quello vicino al tagliere? boh?), la macchina che taglia il pane e che ci sono le croste da mangiare, le patate divise per tipo, il cassiere in piedi, il carrello gratis (che è un bel risparmio) e tutto.

Poi inizio, come le altre volte prima di finire una vita, che guardi le cose come setele togliessero.

Accendo un luce che qualcun'altro tra qualche mese spegnerà,
guardo il sole nella fontana sapendo che non la vedrò ghiacciata,
sento i pampini che giocano e già mi arriva alle orecchie la nenia dei vecchi pensionati pizzaioli che intonano un cupo O tempora,
guardo quelli che lavano i cestini della spazzatura e quelli che ogni settimana curano le piante intorno al giardino sapendo che nelle pizze sarebbero luridi disoccupati poveri,
bevo un caffé da 4 euro e mi lascia il retrogusto di bruciato tipico delle casuali miscele pizzaiole,
sento parlare in mille lingue e tutte si fondono già nella cadenza delle pizze.

Per ora non temo la fine, maggià temo la nuova vita.
Per allenarmi ho ascoltato un radiogiornale ma delle pizze.
Una volta facevo un gioco che per ogni falsità pensavo alla notizia ma vera (sela sapevo, ma spesso si), poi le falsità sono diventate talmente tante chennon reggevo il ritmo e allora pensavo solo a un suono e allora era tutto un suono ma riuscivo.
Allora ho provato anche adesso.
Non riesco a fare ne con la notizia vera ne con il suono. Ora nonnè che dicono solo falsità maècchè dicono cose idiote, a raffica. Errori logici seguono a falsità e poi dati falsi eppoi dati veri ma interpretati da uno stupido chennon li capisce e poi informazioni di dubbia provenienza e poi altri dati commentati stupidamente poi propaganda pura e poi altri errori logici, e via e via sempre più veloce. Poi lo sport ed è quasi un sollievo perché, finalmente, cambio canale.

Eccosì non è la fine da temere, ma la nuova vita, sperando che finisca presto ene inizi una migliore e più bubba, anzi

Troppo bubba!
- Leggere bubbo rende bubbo, anzi troppo bubbo -

15 maggio 2019

Cito, citius, citissime
Non sosse sulle buste si scrive ancora "Cito, citius, citissime" come una volta.

Però proprio non pensavo che la posta nelle pizze è così veloce che la usano per tirare ma con le pallottole!

Troppo bubbo!
- Leggere bubbo rende bubbo, anzi troppo bubbo -

10 maggio 2019

I percorsi della caduta
Dal recente giro ma nelle pizze ho ricavato che devo ammettere di non riuscire a prevedere tutti gli effetti della caduta economica pizzaiola.
Tuttosommato il Bubboni come cantore della deindustrializzazione ha la vita facile perché quello è solo un aspetto circoscritto della caduta chepperò è più ampia e disomogenea.

Soprattutto la disomogeneità mi inquieta nel prevedere le fasi nel dettaglio.
Diversi pizzaioli mi hanno confermato (sentiti in modo cautissimo per raccogliere opinioni non omogeneizzate perché televisate) che una città è in crescimento economico e culturale, con le tipiche dinamiche inflattive e di attrazione, mentre tutto il resto declina rapidamente.
Già dicevo un paio di anni fa che avevo riscontrato come ci sono zone, ad esempio, che le città hanno i gioiellerie in centro. Non i comproro, proprio che vendono i gioielli, comera una volta che erano tutti ricchi. Poi queste zone hanno avuto un declino nascosto per via di questioni culturali locali ma solido e misurabile. Però il fatto che una città abbia una dinamica di crescimento, con i problemi relativi, in una nazione in declino, con i vantaggi relativi, è in sè una questione complessa che genera una difficoltà addizionale all'analista bubbo e contemporaneo.

L'altro fattore che complica la previsione di dettaglio è la vastità del declino. Ogni singolo aspetto crolla, con una velocità o con fattori di inerzia, diversi e ispecifici. Percui è facile vedere che tutto cade ma non basta per capire come cada pezzo crollerà e quando.

In generale si può dire che tutto quello che è statale si riduce, quindi ci sono spazi abbandonati (alla mafia, in genere), meno trasporti, meno ospedali, meno scuole, meno manutenzione, ecc. ecc. L'effetto è che lo stato (realmente percorribile/usufruibile) diventa fisicamente più piccolo. Un po' come quegli stati falliti (completamente) dove il presidente gestisce un condominio blindato in cui arrivano i soldi esteri (poi rigirati su conti esteri) e se esce da quel minuscolo spazio lo ammazzano. Se quello è il vertice, il percorso è una riduzione progressiva degli spazi (evito gli esempi, bastano pochi minuti, ma nelle pizze, per vederne).

Altro aspetto chiaro è l'innalazamento del livello di pericolo. Ad esempio un ospedale può essere il vertice della qualità o della sporcizia (la dismogeneità è sempre simbolo di scarsa qualità, il fatto che esista l'esempio positivo non ha il significato che il resto può migliorare ma esattamente il contrario). Per cui una cosa anche banale, tipo passeggiare in una certa zona della città o avere mal di pancia o opinare in pubblico o prendere un autobus o passeggiare sotto le piante, possono voler dire rischiare la vita. La sproporzione tra evento e rischio è un segno della caduta, diffuso e ben visibile. Cioè i diritti cossuttazionali sono georeferenziabili e non già dipendenti dalla casta, come dovrebbe essere in una nazione liberista contemporanea.

Ma mille e mille sono le colonne che crollano ennon, miri peto, alla misma velocità. In modo bubbo, anzi

Troppo bubbo!
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09 maggio 2019

Comunicare la follia
Come già detto una delle pagine più drammatiche della cyclopedia è  qui  List_of_unproven_and_disproven_cancer_treatments che ci sono le false cure per il cancro.

Ognitanto mi passa di parlare con qualcuno affettato che ci crede emmi rendo conto di non sapere cosa è meglio comunicare.

Da un lato capisco la disperazione, le ragioni anche corrette di sfiducia verso le cure approvate, capisco la difficoltà di capire la statistica e le probabilità inferiori a 1, e tutto.
Dall'altro avendo la certezza che sostituire le terapie con una dieta senza zucchero o qualsiasi altra cretinata similare riduce molto le possibilità di restare vivi vorrei comunicare la mia disapprovazione per tali stupidaggini o truffe.

Ma alla fine ora non mi convinco a comunicare qualcosa.
Ho pensato bene perché dato che vorrei sinceramente massimizzare la probabilità ma opino cheppoi alla fine nonnho la possibilità di comunicare.

E' un po' sempre il solito principio della comunicazione bubboniana, che essendo corretto si applica anche a casi davvero drammatici come questo. Io posso comunicare solo quello che l'altro ha già in testa. Se uno vuole avere in testa che una cretinata qualsiasi lo salva non ho un linguaggio per far arrivare un messaggio diverso.

E' vero che potrei ventilare le gengive, già con sofferenza visto il tema e le probabilità avverse sulle cure approvate e tutto, ma comunque non potrei comunicare alcunché perché il messaggio non è diggià nella testa del destinatario.

Mi resta il dubbio che non voglio dire perché da troppi decenni non ho più voglia di cercare di convincere di qualcosa qualcuno. Preferisco mirare, dopotutto il mismo Bubboni è il più grande cantore della deindustrializzazione pizzaiola, o forse non so fare altro quando la strada è troppo lunga.

Mah, per ora più avanti nel pensamento non riesco ad andare, anche se vorrei.
Checcipensino gli dei, magari loro iscrivono le idee nelle teste senza passare dalla comunicazione bubba, anzi

Troppo bubba!
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Deorum selecti
Dopo che la regione dove parlano come i wuster ha messo quello del sorteggio tutti i partiti lo hanno messo nel debate lettorale. Anche i mangiatori di formaggi hanno messo lo stesso ma del debate e manomano tutti lo vogliono.

In sintesi sarebbe che dei ciudadanos selezionati per sorteggio sono ammesi a parlare ma di cose e poi a dirlo ai ciudadanos politicanti selezionati ma per lezioni. Poi nonnè tanto chiaro se i sorteggiati possono dire tutto, se gli altri li ascoltano o no, ma questo poco importa.

Come al solito non è permesso di riflessionare sulla cosa e capire che senso ha chiedere l'aiuto degli dei per la selezione del popolaccio ammesso a parlare, e ovviamente è tutto democratico qualecchessia la forma e sostanza della cosa che è democratica e punto (tanto non avendo definizione di democrazia magari è pure vero o falso, ma comunque non viene ritenuto terroristico).

Però questa ennesima cretinata ha il suo punto di interesse nel fatto che evidenzia che le risposte standard a qualsiasi lagnanza alla democrazia sono viavia piùeppiù scarse, al punto che cè la necessità di complementarle con nuove risposte standard autorizzate.

Da vedere seppoi ne mettono altre o se tutto il resto della eventuale ipotetica critica è terrorismo e non c'è alternativa.

Troppo bubbo!
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