29 ottobre 2012

Quelli del pane
Ogni tanto miro che sui periodici esplicano come fare con la crisi e vedo sempre che faccio tutto quello che dicono, però da sempre, tranne uno che sarebbe che non giro più supermercati o comprare grosse scorte perché mi pare sbagliato e per nulla conveniente. E' meglio tenere un minimo di scorta per comprare solo quando conviene, oltre a cambiare sempre marche per la questione della salute.

Ma, tra le cose che non indicano mai, cè che vicino che vado ogni tanto cè una panetteria che vende il pane di ieri a meno prezzo. Cè da dire che è un pane buonissimo, fanno vari tipi e tutti durano una settimana  (anche inziando ieri) se uno non li mangia subito, ma che sono buoni.

Ovvimente compro sempre quello di ieri, se cè, ma non posso andare sempre, così pensavo che nessuno si fosse fissato che ero sempre io.

Vado e cera una che non la finiva più, poi finalmente tocca a me e la bubba del pane inizia il discorso, prima che chieda alcunchè, dicendo: "allora di ieri abbiamo grano duro o cereali".

Beh, un po' è pratico essere riconosciuto, ma non credevo che ci fosse una casellina mnemonica con "quelli che prendono sempre il pane di ieri".

Sempre che ci siano anche altri
 Troppo bubbi!

21 ottobre 2012

Consecutio temporis
Due cose che non faccio mai, ma non credevo che la bubbità stesse non tanto nel farle quanto nel farle una dopo l'altra:

1) guardare un pezzetto di una pellicola di zombie;
2) attraversare il centro a piedi di domenica pomeriggio.

Troppo bubbo!

17 ottobre 2012

Quella strana linea del tempo
Miravo a quello della ragazzina che si è suicidata perché caduta nella trappola del pedofilo stalker. Non metto il link perché tutti mettono il nome del tale che è stato suppostamente scoperto dai hackers e, anche in questi casi così estremi, per me il nome non va messo ma consegnato ai medici curanti.

E ragionavo anche sul tempo circolare dei antichi. Tante cose degli antichi uno sele può immaginare, tipo che avessero i cellullari grossi o che mangiassero del pane ma buonissimo, ma quello che capissero il tempo come circolare non melo riesco bene a capire.

Sarà che avendo la sorte di trovarmi
a) tra le pizze
b) sotto una democratura europe*
se non avessi la speranza fermissima che il tempo si muove su una linea e con la freccia ben chiara ci sarebbe davvero da spaventarsi.

Però quello che dovrebbe essere lo spazio del futuro, usando i termini dei più bubbi ed ignoranti, cioè la rete, vive in un tempo congelato e, inquanto fermo, mostruoso.

Già mila gnavo che fai una ricerca per un baco e trovi dieci forus con quello di 20 versioni prima e anni fa e che sono schede video o interfacce che non interessa più. Provi a mettere qualcosa per dire "non cercare nei siti vecchi e nei forus antichi" e o non funziona e becchi il vecchiume lostesso o ti perdi magari un post di Bubboni che, essendo saggio, ha un contenuto che sfida i secoli e che servirebbe.

La rete non è il futuro, è un eternalizzazione del passato. E quivi non si tratta del diritto all'oblio o delle ultime bubberie dei garanti europe* che gongolano quando hanno imposto un altro form irrilevante da cliccare, ma che il tempo non scorre e questo è innaturale e terribile.

Così la ragazzina capisco che si sia trovata in un tunnel e, da sola, non sia riuscita a vedere che il tempo avrebbe cacciato il pedofilo in cura e lei a godersi il magnifico posto in cui viveva o qualsiasi altro a sua scelta.

Ora che mille angeli ne hanno cura
ora che cento dei la consolano
dei mali della passata via
che il tempo scorra!
e tutte le bubberie
si porti via,
le piccole
e quelle
Troppo bubbe
per riuscirci
dassoli.

16 ottobre 2012

I mangiatori di pa amb tomàquet
Questo articulo è fatto bene e qui melo appunto.

Non ho tempo di riscriverlo in bubboniano ma alcuni punti di ragionamento vale la pena poi di riprenderli, ora che infuria il debate sopra quello delle nazioni che si sfarinano.

Il punto di partenza è che la sinistra non può che essere internazionalista, per sua definizione nel mirare alle classi (cercando i oppressi) e non quelli di uno stato, regione, provincia, città, quartire, condominio, famiglia, persona o, via via, meno. La cosa è rilevante nel debate delle tapas, forse altrove lo si capisce meno.

Un punto bubbo è però quello del tempo. A quando far risalire il diritto di un popolo sul territorio, poi perso in una nazione che ora, più o meno suppostamente, opprime e sfrutta? Dice il bubbo che 1000 anni fa l'attuale nazione delle tapas era parte di un califfato islamico. E' a quello che bisogna tornare? O prima, quando l'umanità emigrava dalla Gran Valle del Rift, per cui pare che tutti i contemporanei sono autentici discendenti da emigranti africani?
E' bello che una delle tante religioni usi un trucco letterale per arrivare che tutta l'umanità ha un solo genitore comune, proprio per evitare cheppoi, poche migliaia di anni dopo, qualcuno potesse ritenere di avere diritto ad essere primo, di più o diverso, disconoscendo la comune bubbità a cui tutti sottostanno.

Anche se l'articulo manca un punto di senso delle nazioni. Nell'opinione bubboniana le nazioni si sfarinano perché è venuto meno il senso che, forse, una volta potevano avere.
Oggi la polizia nazionale è quella che ha più probabilità di picchiare il cittadino che protesta pacificamente contro la cessione di sovranità nazionale operata dai locali burattini al governo. Il cittadino non ha probabilità che arrivi quello della nazione accanto a riempirlo di botte, pertanto uno dei "sensi" della nazione antiqua, lo spadone ai confini, è perso (che già di senso ne aveva poco, ma ora è finito).

Analogamente lo sviluppo della società delle caste, comune in tante nazioni anche se non in tutte, esplica bene quello che gli stati sono pessimi quando si tratta di redistribuire la richezza ma in modo omogeneo e non tutta a famiglia, amici e mafia. E questa incapacità gestionale contribuie tanto alla perdita di senso.

Così come i grani nella minestra dei pacchetti vengono sciolti dalla rimestare bubbo che cucina, dal calore e dal tempo le nazioni che creano disomogeneità sociale sono prone ad essere sciolte dall'agitarsi dei mestoli sulle casseruole. E tutto diventa un pappone uniforme.

Troppo bubbo!

15 ottobre 2012

Blog Action Day 2012: Power of We
Oggi, per chi scrive, cè quello del Blog Action Day. Sarebbe che i blog famosi e no tutti dicono dello stesso tema che sarebbe "Power of We".
Come al solito la bubbità del tema stuzzica e così, anche a sostegno del blog meno famosi anche qui sene parla.

Il tema sarebbe di dire che la massa conta qualcosa, che può soluzionare e fare anche se ci sono i bubbi mali che, in pochi, fanno tutto. Tutto sommato è un aspetto bubbo proprio ora che in molte nazioni si afferma quello che dice il documentale che sarebbe di usare nei paesi che avevano la classe media le stesse tecniche usate in una dittatura tradizionale.

L'idea di fondo è quella di diffondere l'idea che ogni resistenza alla pratica neoliberista è del tutto inutile. I pochi che si vogliono opporre sono cortesemente inviati a curarsi dalle botte, a pensare ai loro processi e denunce o, come tanti altri, a occuparsi di procurarsi il cibo senza perdere la casa nel frattempo. Insomma nulla di diverso da quello che si vede in tante nazioni, sempre con le stesse identiche tecniche, sempre con gli stessi obiettivi.

Mi ha divertito vedere che anche i numerini di dettaglio della trasformazione neoliberista sono gli stessi in nazioni diverse, ma numeri che non hanno da sè di essere ugali se non perché i supposti "governanti" li copiano dagli stessi ordini e non vogliono rischiare di sbagliare e scontentare il capo.

Allora il tema un po' si pone. Esiste una potenza della massa che vuole altro per la sua vita e il suo futuro di quanto previsto e studiato? E' bubbo come il materiale che ispira i poveri blogger meno famosi (che non sanno mai cosa opinare e guardano i periodici per ricommentarli) riguarda tutto i paesi poveri. Che gli prendono le terre ma si mettono insieme e vincono, che quello del clima, che le guerre e tutto.

Ma non è così. Il problema si pone prioritariamente per chi cerca di sopravvivere politicamente pur essendo sotto il tallone di una delle democrazie europe* perché è qui che la propaganda insegna tutti i santi minuti che ogni resistenza è inutile e di arrendersi.
E più. La propaganda insegna anche di mettersi gli uni contro gli altri, ma mai contro chi dirige la baracca e chi ne sta traendo profitto. Evasori, imprenditori, insegnanti, pensionisti, invalidi, stranieri, artigiani, giovani, studenti, precari o no TAV, tutto è buono, sono tutti criminali in una specie di società multirazzista su base sociologica. Ma mai sono criminali i valori della famiglia e dell'amicizia che sono guida alla spartizione delle sine cura di stato e alla relativa puppatoria anti precarietà.

Allora la Power of We forse non cè più, ma l'idea che una massa di bubbi bastonati possa fare qualcosa di utile per il futuro proprio e altrui è talmente bubba che non resta che, bubbamente, crederci fino in fondo.

Troppo bubbo!

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11 ottobre 2012

Come diventare intelligentissimi: il latino
Cervus et venatores

Ad lacum cervus, postquam sitim exstinxerat, conquiescebat et in aqua, tamquam in speculo, effigiem suam vidit.
Prima specie ramosa robustaque cornua laudat, crurum tenuitatem fragilitatemque vituperat.
Repente latratus vocesque audit: cum canibus venatores, arcubus verubusque armati, veniunt; statim arcus intendunt et spicula iaciunt. Cervus perterritus per agros levi cursu fugit: bonam spem habet; nam crura alacria et velocia sunt. Sagittas vitat canesque eludit, dum per campum currit, ubi nulla res cursum impedit.
Sed cum in densam silvam pervenit, ubi salutem sperat, arborum rami longa cervi cornua retinent et cursum impediunt. Mox saevorum canum morsus miserum lacerant.
Tum spiritum effundens, cervuts dixit: "Crura et genua despexi: nunc autem crurum et genuum utilitatem intellego; ramosa cornua laudavi: nunc autem fletus luctusque causa sunt".
Nos quoque saepe exitiosa laudamus, contemnimus salutaria.


tratto (ed opportunamente semplificato) da Fabularum Phaedri, Liber Primus, XII, Cervus ad fontem.

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Il cervo, presso il lago, dopo che aveva estinto la sete, dormiva e nell'acqua, come in uno specchio, vide la sua immagine.
Alla prima vista esalta le corna ramificate, critica delle gambe la dolcezza e la magrezza.
Improvvisamente il latrato e la voce sente: i cacciatori vennero con cani armati di arco; senza muoversi di un passo tese l'arco e lanciò le frecce. Il cervo fuggì spaventato di corsa per i selvatici corsi: infatti le zampe erano allegre e veloci. Delle frecce guasta i cani ed evita, allora corre per i campi, là nessuna cosa impedisce il corso.
Ma pervenne in un fitto bosco, dove prospera la salute, mantiene i rami degli alberi con le lunghe corna del cervo e impedisce il corso. Subito un morso dei feroci cani lacerano il povero.
Allora lo spirito libero disse al cervo: "Guardò dall'alto in basso le gambe e le ginocchia: adesso invece percepisce l'utilità della gamba e del ginocchio; le corna ramificate lodai, adesso sono causa delle lacrime e del lutto."
Anche noi spesso lodiamo il mortifero e disprezziamo il salutifero.


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La versione non è mia, e melo appunto non per scusarmi ma per dare il giusto merito a chi selo merita. E' ottenuta selezionado le frasi migliori da un compito col voto. Ogni frase è autentica, anche se il complesso non è stato opera di un solo bubbo ma della saggezza della folla.

Vari i punti bubbi.
- Giammai studiai latino formalmente, e questo mi permette di scrivere in latino bubboniano senza pena di legge perché non capisco cosa scrivo, tuttavia il testo originale lo capisco (quello tradotto molto meno). Un po' per il titolo (quello originale, non della versione per bubbi) ripreso da una massa di pittori e scultori, un po' perché ho frequentato con profitto la seconda elementare, un po' perché la forza della disperazione traduttoria e il finalino moraleggiante aiutano.
Infatti se anziché una ritrita storiella morale ci fossero scritte brevi frasette a caso non riuscirei a tradurle ma, similitatis antiqui scholarum, se una lingua sconosciuta ha un senso logico la superiore mente del bubbo, lentae horas, la capisce (per come la può capire un bubbo, cioè a modo tutto suo).

- Eppure giovini menti non capiscono, comè evidente, un beatissimo banano. Perché? Cosa impide alla mentis bubbinis di ragionare a tutta forza, anche stimolata dal solito 2 che arriverà dritto dritto come una sagittas ventatorum?

Tanto più che secondo una massa di tromboni il latinorum "serve a ragionare" o "forma la mente"!

La cosa, come tutti i problemi complessi, ha più cause che, tutte insieme, conducono alle bubberie solenni di cui sopra:
 - taluni 'segnanti opinano che il latinorum è una lingua morta, pertanto non ha importanza che il testo abbia senso o venga capito (non parliamo poi di apprezzarlo che non è neppure ipotizzato). Quello che conta è che oscuri ed insignificanti passaggi grammaticali siano capiti (cioè riportati in modo senza senso, ma corretto). Quindi il cervo che d'improvviso si moltiplica in cervi è segnato come errore, ma il cervo che dorme e si specchia contemporaneamente molti 'segnanti non lo segnano come errore!
 - questo tipo di "ragionamento" richiama, come sempre quando si parla di cose scolari, al problema del senso. Al solito, prima di risolvere un problema con l'insegnanza bisogna chiedersi dove si vuole andare e quindi cercare strumenti coerenti con il fine, quali che siano. Viceversa il senso è perso nella historia, nei ricorsi contro le bocciature che incalzano, nel fatto che ex-legis il figlio di nobili non può non essere laureato anche se è un cretino totale (e magari sarebbe un buon riparatore o un accurato spazzino) e quindi non si può semplicemente pretendere che la traduzione di un testo abbia senso.
 - tanto "fuori" non si saprà mai che il pargolo scrive simili bubberie e giammai si può dire che, forse, non ci arriva proprio neppure a capire perché sono bubberie (anche se per i più basterebbe lo studio massiccio e sodo, continuando con concetti oramai privi di senso).
 - quello che il latino "serve a ragionare" va spiegato perché parte da una base di ignoranza così profonda che tutto subito uno non sene dà conto e non capisce come si possa ipotizzare una cosa del genere e poi tollerare di mirare anche per un istante le soprascritte bubberie. Ma comunque esse bubberie esistono e sono parte integrante del latino contemporaneo in qualunque scuola, quindi come si può anche solo accennare a mettere insieme le bubberie e il ragionamento?

Quello che non può il senso lo fa, come detto, l'ignoranza.

Tutte le lingue si pongono il problema di distinguere "cane morde bubbo" da "bubbo morde cane". Infatti il senso è diverso anche se le parole, una a una, sono le istesse. Talune lingue lo risolvono con un metodo posizionale, talaltre con parole completamente diverse, aggiungendo qualche altra parola esplicatoria ed obbligatoria oppure con che si mette un paio di letterine al fondo della parola che sarebbe quello che morde e un altro paio al fondo di quello che sarebbe chi viene morso, in modo che si capisce.
L'idea dei 'segnanti sarebbe che questa cosa delle letterine che danno il senso sarebbe una cosa incredibilmente intelligente e, chi la capisce (e si ricorda le letterine) è un asso del ragionamento.
L'ignoranza per credere a una simile bubberia è quella della descrizione con linguaggi formali delle grammatiche, il fatto che mille e mille lingue hanno lo stesso miserrimo sistema delle letterine finali e non solo il latino (e tutte renderebbero intelligenti uguali? mah...) e il fatto che allora qualsiasi giochino enigmistico, che uno fa per passare il tempo, dovrebbe rendere, similitatis mutandis, mostruosamente intelligenti e non solo un po' meno annoiati o un po' più rilassati.
- In questa stupida corsa alla lingua che fa diventare furbi (rileggendo il testo tradotto mi dò conto che se uno non è intelligentissimo non capisce come si possano scrivere simili bubberie a partire da un'innoqua storiella per pampini) si perde il senso di mettersi li e leggersi un testo. Ma non per voto, ma proprio per il gusto di farlo.
Infatti, leggendo a diario in latino (e sbirciando un po' nella lingua delle tapas...) antiqui testi dell'800 (senza 1000), mi sono dato conto che un problema la lingua misma lo pone. Quando uno legge la traduzione sidà conto che hanno aggiunto parole, dato un senso specifico, rigirato la frittata, ma in un modo che non è che il testo originale si poteva tradurre solo così. Quindi sarebbe necessario che uno selo leggesse ma da lui, perché in traduzione può essere più bello ma è comunque diverso dato che con poche parole con tanti significati e sfumature diverse sifà tutto.
- Ma anche la supremazia del gusto di fare le cose per senso estico, dovere morale, sudditanza, orientazione al futuro, passatempo o checchessia richiama al problema che l'insegnanza non è la soluzione. E' uno strumento per un fine che se non cè o se è perseguito con strumenti incoerenti è un male. Eppure le esigenze della società delle caste, gli ordini sull'educazione che fa diventare tutti ricchi, la confusione mentale e l'ignoranza profonda non permettono a chilo vorrebbe e potrebbe di studiare con gusto e agli altri di vivere anni belli andando a spasso e facendo le cose con le manine.

La chiarezza di pensamento la danno gli dei ma la felicità viene dalla capacità del bubbo di stabilire le giuste relazioni con gli altri bubbi e giammai dalla ripetizione a comando di frasette o numerini.

Mappoi dico, se Bubboni è maestro di latino bubboniano può una lingua tra mille e mille, dassola, rendere intelligenti? Anche solo immaginarlo non sarebbe forse

Troppo bubbo?

09 ottobre 2012

L'info che cercavo
Mi stavo chiedendo se andare a una mostra, con tutti i disagi e la perdita di tempo del viaggio, ma fisico proprio di andare li, non col web o con la confcall.

Vado sul sito relativo, sta mostra ha cambiato diverse volte sede e volevo vedere dovera e come andarci se mi era non troppo scomodo e caro.

Mille e mille siti hanno "Dove siamo" o "Come raggiungerci", comè ovvio chessia. Beh, qui non cè.
Non è che è difficile da trovare è che non cè. Cè il nome del sitio, ma senza indirizzo preciso solo il nome chelo conosce chi abita li, senza coordinate per il navigatore, senza cartina, senza mappa dei collegamenti, delle navette (se ci sono), dei biglietti dove si fanno e quanto costano.
Nulla di nulla. Non cè.

Eppure proprio così ho trovato l'info che cercavo.
Non ci vado.

Troppo bubbo!

07 ottobre 2012

Basta poco
E' sempre impressionate come, alle volte, basta davvero poco perché succedano le cose. A ben guardare si vede come nelle riunioni dei sedicenti lider poi sono le menatine quelle che li condizionano, come che uno parla che si capisce e allora tutti lo vogliono, uno è troppo idiota per essere umanamente tollerabile, uno parla troppo, ecc.

Solo che vedere queste cose, piccole e che vengono dette solo per caso è difficile. Tanto più che l'unico momento nella storia in cui sono state applicate le ricette economicistiche attuali che non cè alternativa era comunque una dittatura esplicita, mentre ora cè che picchiano e incarcerano illegalmente ma non è esplicito.

Così è bello questo relato, perchè a vedere quanto poco fa effetto su dei nanetti del ragionamento politico, che badano bene a parlare solo quando nessuno (furbo) può fare domande e pretendere una risposta, cè sempre da chiedersi perché non provarci.

Troppo bubbo!

04 ottobre 2012

Questio sine mentis
Di tutte le domande quelle dei commessi sono le più bubbe e io mene prendo sempre paura. Come dice Bubboni quello che va valutato sono le domande e non le risposte, ma è che quelle dei commessi fanno sempre capire che cè una genda segreta, qualcosa che non sai e non capirai.
Mene segno due misteriose.

"La mangia oggi?". Ame viene da mentire quando mi chiedono questo. Mela darà vecchia se tanto la mangio oggi? O quella che è caduta, tanto non faccio in tempo a capirlo? Chissà? Mappoi ho detto, sì che tornavo a casa e mela mangiavo tutta mozzarella del posto chele fanno. E invece no. "E' appena fatta e ancora calda" (boh, ma non era un pregio mangiare le cose appena fatte e ancora calde?) "deve aspettare almeno stasera, meglio domani". Vabbé, sarà il formaggio di Tantalius ma almeno ho risposto giusto. "Però può mangiare la scamorza". Che detto dalla bubba delle mozzarelle è meglio che selo dicesse i medici e il motore di ricerca dei sitii in coro.

"Vuole un biglietto della lotter" No! "ia?". Qui, come al solito, la risposta non conta, è scontata. Ma quello che mi chiedo è la domanda. Perché la bubba mi ha chiesto se volevo (acquistare) un biglietto? Ho la faccia da cretino integrale? Più di quello dopo che magari non glielo chiede? O ha dei biglietti finti (come se ci fossero quelli veri, poi) da far fuori? O le danno un diavoletto di Cartesio scontato di un tot percento per cento biglietti che vende? Nonloso. Ma almeno una soddisfazione mela sono tolta.
Lo ha chiesto anche a quello dopo, e sembrava molto più bubbo, anzi


Troppo bubbo!
Sostegno concreto
Io non ci credevo, anche perché la teoria delle cose è netta.
Se hanno preso il potere a suon di botte non è poi per fare il bene e il buono, altrimenti che prendevano il potere a fare?

Eppure mi devo ricredere e constatare che, ancora una volta, vedere il lato bubbo e bello delle cose è sì un dovere ma anche una conquista.

Opinavo che i banchi europe* non potevano dare un sostegno concreto alla piccola imprenditoria, ma per una questione proprio di leggi e europeat*, oltre che per la giusta priorità data agli amici e al partito.

E invece ecco che arriva una mano, ferma, stabile, rassicurante proprio verso la piccola imprenditoria di questa nazione avviata a tutta forza alla deindustrializzazione, con una potenza mille volte più bubba dei treni che annunciavano la prima industrializzazione.

Oh, millemila miliardi fossero spesi in ricerche sul campo! Oh, mille stagisti fossero mandati aggratis per le strade e stradine per cogliere tutti i segni di questa fase bubba dell'economia! Oh, cento fondazioni lavorassero a produrre rapporti di dieci pagine! Oh, dieci professoroni si spartissero la torta prima che i micro-segni spariscano travolti da una miseria ancora più grande che seli mangia a colazione!

E allora, in attesa che un europeat* possa eternalizzare la historia bubbinis, mi incollo qui il segnale forte e chiaro che il banco sostiene l'imprenditoria ma piccola.

Troppo bubbo!

P.S.: Anche se il sostegno del banco sembra sempre un po' appiccicoso, meglio stare in guardia e, come dice il direttore ai clienti, fermi e con le mani in alto.
P.P.S.: Poi mi chiedo anche se per avere certi appoggi concreti devi ricorrere alle amicizie all'interno del banco, ma forse no, è per tutti. Forse.
Costruendo sulla sabbia
Cè un piano nascosto ed io lo scoperto,
cè un luogo da sogno e io ci dormirò.

Orrende costruzioni,
ladrocinii e tangenti a cielo aperto,
diventeranno sì polvere,
ma quando?

Ladri di partito,
eletti e rieletti da stupidi o amici,
finiranno sì le ribalderie,
ma quando?

Eppure qui che il futuro
è pianopiano nascosto
da un presente pianopiano più nero
qui cè un piano segreto ed io lo scoperto.

Eppure qui che i luoghi
sono fatti sempre più miserrimi
da misere costruzioni di mafia, ferro e cemento
qui cè un luogo da sogno e io ci dormirò.

Ho visto un tram,
sembrava come i pochi che passano,
ma sottosotto cera qualcosa.

Un tubetto, non più grande di un tubetto,
e da lì ognitanto usciva sabbia.
Poca, leggera, fine, ma sabbia.

Ecco il piano svelato!
Ecco il tempo che serve!
Ecco il domani che porta il bello!
Ecco che l'orrendo edificio diventa sabbia.

Oh, tempo scorri veloce,
mille tram passerano,
tonnellate di sabbia cadranno,
partito e mafia sproaffonderanno!

E io mi allungherò sulla sabbia,
fine, leggera e tanta,
e, come un bubbo,
potrò sognare un luogo da sogno.

Troppo bubbo!