29 settembre 2006

Capire un cazz* - La telefonia mobile
L'arretratezza e gli errori della telefonia mobile sono palesi all'occhio del bubbo esperto. A parte le ancora future versioni del WiMax, il 3G è assolutamente inadatto per il traffico dati, scala male, parte da una visione confusa dell'IP, i teminali sono idioti (non nel senso di 'dumb', nel senso di 'stupid'), ecc. ecc.
I domini .mobi sono un ulteriore conferma dello spaventoso livello di confusione "mentale" in cui versano i bubbi telco e loro fornitori.

Tuttavia sono tecnologie usate da più di 2 G-bubbi mondiali tutti i giorni e con cui un abile gestore può riempirsi le tasche ben bene per ancora molti anni. Ok discutere del bit e della modulazione, ma non è poi tutta spazzatura.

Alla radio ho sentito solo le ultime frasi fuoriuscite da un bubbo che spiegava come la parte mobile di un operatore monopolista è praticamente inutile, potrebbe essere venduta senza storire, e comunque l'operatore farebbe meglio a dedicarsi a tecnologie più utili e moderne. Il pici* lasciava intendere insomma che il cellulare che 2 G-bubbi hanno in tasca oggi non ha senso. C'è di meglio e comunque non c'è futuro.

Mah, speriamo almeno che poi il bubbo, non contraddetto dal solito pennivendolo, si quoti attraverso i suoi amici per comprare un inutile operatore mobile con 30 M-clienti. Almeno avrebbe capito qualcosa sul biz mobile.

Mi manca però il nome del bubbo intervistato. Poco male, uno così viene intervistato spesso dai pennivendoli.

27 settembre 2006

01005


La miniaturizzazione dei componenti elettronici è una di quelle enormi trasformazioni tecnologiche che bubbamente sembrano banali. Dopo un po' anche i pennivendoli si sono stufati di dire che il tal oggetto, utilissimo per i "cervelli elettronici" era diventato grosso come "un pacchetto di sigarette" o come "una scatola di cerini".

Capendo cosa c'è dentro la scatola è difficile considerare come banali questi cambiamenti, tuttavia la posizione del pennivendolo è comprensibile e descrive bene uno dei tanti danni della divulgazione della pseudoscienza.

Così quando ho visto dei componenti SMD con case 01005 ovvimente destinati alla produzione di massa ho percepito l'enorme distanza tra tecnologia e bubbo.

Aggiustare ciò che si guasta è uno dei migliori modi per essere sicuri di "detenere" davvero una tecnologia. Per questo vedere (per modo di dire) oggetti che non sembrano destinati a questo mondo è interessante. Appena prodotto l'oggetto diviene intoccabile nelle sue componenti, se non impiegando una tecnologia esageratamente complessa e sproporzionata rispetto alle misere applicazioni consumer.

Così come un sw complesso non è realmente accessibile ai bubbini che lo hanno pigramente scritto, un moderno hw consumer non è manipolabile dal bubbo costruttore. Nel vertice (verso il basso) della tecnologia il bubbo è lasciato fuori dagli stessi oggetti appena questi sono prodotti.

Forse gli oggetti sanno qualcosa sul bubbo che noi non sappiamo?

25 settembre 2006

Il bubbo moderno nell'advertising dei servizi

Alle volte può succedere di trascurare il ruolo del bubbo nel moderno advertising. E' ovviamente un errore, soprattutto in considerazione del fatto che il target dei servizi di massa è costituito in misura rilevante da bubbi.
Riporto (se è reato tolgo la figura, basta chiedere) un esempio dalla campagna per il car-sharing in corso presso la città gianduiotta.
Giustamente per raffigurare il generico utente che sceglie il car-sharing sulla base di motivazioni egoistico-economiche è stato usato un attore truccato da bubbo.

Ottima scelta! Si potrebbe anche trasformare l'attore in star, giusto per favorire l'identificazione dei bubbini con un role-model positivo. Troppo bubbo!
Autentica pizza
Uno dei temi con cui i pennivendoli ventilano sempre volentieri le gengive è la necessità che la tale azienda rimanga italiana.
Quando poi il nuovo inserzionista pagante è estero i pennivendoli si chetano, ma non prima di aver venduto il loro pezzo di pagina.

Ma quale azienda è italiana? Non può dipendere dai capitali che sono sempre internazionali e privi di odore, non dalla nazionalità del grande bubbo altrimenti sarebbero italiane società assolutamente estere (anche se il principio che la nazionalità del re si estende ai bubbini è valido), non dal dove si pagano le tasse altrimenti mezzo listino è apolide o marziano e neppure dalla nazionalità dei bubbini lavoratori che vanno spesso dall'est all'estremo est senza passare per la pizza (e poi i bubbini non possono essere un criterio).

Ad esempio una nota compagnia, fallita contabilmente ma mai morta, cucca soldi dallo stato solo perchè i caponi sono italioti e praticano il magna magna ad altissimo livello. Più pizzaiollo di così!

Altra classificazione ci vorrebbe: aziende italiote, eurocazzat*, globalbubbiche e troppobubbiche. Almeno così le definizioni sarebbero bubbe e condivise.

Inoltre esprimere la speranza che la tale azienda resti italiota o sia troppobubbica non dà solo un idea militar-calcistico-patriottica ma riassume tutto un piano industriale, la relazione con i clienti, i valori, la mission, il livello di pulizia dei cessi e quant'altro caratterizza un'azienda.

24 settembre 2006

Il bubbo con la penna all'orecchio
Il mortadella si è impegnato (cioè ha impegnato il paese della pizza) ad aiutare la Cina negli sforzi per abolire l'embargo alla vedita di armi che 17 anni le appioppò l'EU.

Il mortadella vuole vendere armi e si impegna per libero commercio.

Ben fatto! Liberismo, armi e politica estera: la mescola del grande statista bubbo, dc e pacifista.

23 settembre 2006

Arricchire lu ragno e se stessi
In Giapponi la TV mattutina faceva vedere spezzoni di telegiornali dal mondo. Tutti i TG erano pressochè uguali: tre fatti del giorno (gli stessi per tutto il mondo) con il commento di un governativo e di un oppositore per cada paese. Poi una notizia sul maltempo (pioggia o troppo caldo) riferita a regioni della nazione in oggetto. Così il giorno che si pubblicizza il nucleare lo si vede tutto il mondo bubbo.

Eppure quando il primo ministro delle tapas ha annunciato un percorso per l'uscita dal nucleare del suo paese non ho visto il propagarsi di una grande eco globale.

Almeno il fatto di rispettare gli impegni elettorali avrebbe dovuto avere un po' di spazio in omaggio alla stranezza. Solo che la lobby atomica è oramai fuoriuscita dai rifugi antiatomici e dilaga censurando o pubblicizzando a piacimento.

Anche il mortadella incoraggia il nucleare ""civile"" ovunque si trovi, accontentando export girgioverde e papie in una sola stretta di mano ONU. Buono che le "bombe sporche" si chiamano ancora così, anche se il labelling definitivo dipenderà da chi produrrà e userà la prima.

20 settembre 2006

E' colpa del papie... o no?
Taluni bubbi ritengono che la causa di tutti i mali sia il fatto che il papie abbia scelto una certa citazione colta anzichè un'altra meno bubbica.

Sbagliano. Non esiste nessuna relazione tra il discorso magistrale in una univesità tedesca e il casino attuale, se non la necessità di rendere razionale, di scusare, di giustificare, di detonare, l'odio.

Come ha già spiegato l'autorevole Bubbo Bubboni parlando delle vignette, l'odio va cresciuto con cura, amore e concentrrazione. Non è spontaneo, non si diffonde tra deserti e paesini sperduti senza aiuto, non viaggia via etere in modo naturale.

Chi ha tradotto il discorso del papie? Chi lo ha ritagliato, stampato, radiodiffuso, spiegato e commentato? Chi lo ha diffuso anche in un paese dove la telefonia mobile si esercita senza licenza governativa e dove il massimo di controllo dei signori della guerra era di un paio di isolati?

Nella ns. società multirazzista l'odio è bidirezionale: odiamo e siamo odiati allo stesso tempo, oltre ad odiarci tra di noi.
Non per niente i pennivendoli italioti primeggiano nel mondo per diffondere dei proclami bubbici che fino a due gg fa buttavano educatamente nel cesso. Gli stessi che hanno censurato e fatto sparire uno dei più importanti fatti storici del decennio, quale è la rivolta nelle periferie di Paris, oggi leggono l'arabo come fosse il menú della pizzeria.
Blog bubbici sono in prima pagina, minaccie settimanali sono vendute come inedite, petti locali generano trombe d'aria europee. Nulla spontaneamente.

Volendo prevedere il futuro, è utile la notizia che venerdì è stato proclamato giorno di odio contro il papie.

Spero che presto i bubbi italioti proclamino una analoga inziativa, giusto per confermare le mie tesi sulla necessaria simmetria multirazzista.

Come andrà a finire la lezione teologica? Basta leggere 1984 per conoscere bene tutta la storia contemporanea, fino alla sua logica (da logos) conclusione. Sperare in una fine meno bubbica richiede di superare e di mooolto la logica, capito papie?

18 settembre 2006

Il trionfo del bubbo
Qualche tempo fa ho sentito alla radio di un qualche presidente provinciale (già senatore, poi dc, oggi margherita) che aveva intitolato un fascicoletto sulle opportunità di lavoro per i giovani con la frase "Il lavoro rende liberi". Non si ricordava dove l'aveva sentita, gli piaceva e l'ha usata senza che nessuno dell'apparato comunale tipografico gli facesse notare la provenienza.
Poi, dopo che gli è stato insegnato quanto non aveva imparato a scuola, questo non si è scusato e non ha ammesso la propria ignoranza ma ha sostenuto che la frase andava bene così e che sarebbe stata cambiata solo nelle prossime edizioni dell'opuscolo.

Il pennivendolo intervistatore non ha detto, come avrebbe dovuto per completezza di informazione, "scusi ma lei è proprio un bubbo!".

Analogamente se qualcuno nella coda per il formaggio dice, "ehi, l'88 viene prima del 72! Ora tocca a me!", cosa gli si potrebbe dire? "Avanti bubbo!?!". Certe cose possono essere insegnate e punite solo nella scuola elementare, ma dopo il bubbo ha campo libero.

E se un gruppo di armati non capisce una citazione? Non ride di una battuta colta? Ammazza e minaccia anche questa settimana? C'è poco da fare, è inutile scusarsi, è il trionfo del bubbo! Papie premetti ai discorsi una frasetta del tipo "se siete bubbi turatevi le orecchie" e via, tanto più di così non si può. Mai pretendere qualcosa dal bubbo, finisce sempre per ribellarsi e mordere.

16 settembre 2006

La monarchia
Quando sostengo in pubblico che nel paese della pizza vige un regime monarchico taluni cercano di correggermi dicendo "oligarchico!".
Già, i bubbini pensano che la monarchia sia il governo di uno, detto re, e che l'oligarchia sia il governo di un gruppo, detti potenti.

Questa definzione è errata perché viola una importante legge del potere manageriale (e quindi politico): avuto il potere ad ogni costo, il trionfatore smette completamente di decidere. Il re inteso come uno che decide quindi non esiste, ma esiste sempre una pletora di potentini che delegano ad altri rogne e responsabilità, traendo benefici e denari.

Nelle moderne monarchie non c'è solo il re: ci sono i suoi familiari, i parenti, gli amici, i nobili, i ricchi non nobili, i mafiosi, il clero, ecc. Ogniuno ha il suo orticello, i suoi benefici, le informazioni riservate, le amicizie, ecc. La monarchia è quindi composta da una rete di centinaia di bubbi che possono dire "io sono legato al re nella tal maniera: favorisca un posto di lavoro, una fetta di salame, una cancellazione di multa, un informazione riservata, un articolo di giornale, un esenzione, un condono, un sottosegretariato, una cameriera a spese dello stato, un finanziamento, ecc."

La monarchia attuale ha due grossi problemi:
1) il giro dei potenti è lontanissimo dal popolino però deve mantenere qualche relazione con lo stesso. E qui sono inevitabili le gaffe alla Maria Antoniella, anche se i pennivendoli cercano di mascherare ogni tanto il popolino intravvede un mondo che non dovrebbe conoscere. Fortunatamente la distanza è talmente enorme che il popolino non capisce neppure ciò che vede.
2) la lotta per il potere non finisce mai. Non è che uno dice "vabbé sono parente del re e mi godo i privilegi", ma è un continuo aspirare, scalare, promuovere. Ad esempio un certo politico poco tempo fa è stato costretto ad una parte poco bella perché voleva un posto d'onore per la figlia e un posto istituzionale per sé. L'età lo ha reso politicamente leggero e non è riuscito nella sua piccola scalata, cadendo malamente. In ogni caso questa dissipazione di energie può danneggiare la festa eterna in cui vivono i potenti, anche se è parte del modo di funzionare di una moderna monarchia.

Boh, perché mi appunto questo? Mah, come già detto delle recenti vicende c/o importante operatore italiano non ci capisco nulla. Qualcuno ha aperto un attimo la porta, ho intravvisto qualcosa, ma prima di poter capire la porta si è richiusa.

15 settembre 2006

In Giapponi - La vendetta della mobile televisioni
Ritorno dalla gita al Fuji. Sera, traffico lento, coda. Dall'autobus si vede bene l'interno delle auto. Quasi tutti hanno un display al centro del cruscotto.
Circa il 70% ha solo un GPS e sul display c'è una noiosa cartina.
Il resto, ha un video sul display. Non riesco a capire bene se si tratta di un DVD o della televisone, ma qualche caso di televisione c'è sicuramente.
Nessuno ha il display posteriore per rimbambire i bubbini molesti ma, siccome c'è ancora un giorno di festa prima del vero grande rientro, pochi trasportano bubbini.

Insomma lo spazio per la mobile TV c'è anche con la mia limitata statistica dal paese dei sushi. Se l'operatore mobile si distrae o se lavora troppo di piani tariffari... finirà come l'MP3 player vs. il cellulare.

Anche qui in metro il cellulare è complementato dall'MP3 player. Ora con le mini-SD lo scenario può cambiare, ma che incredibile occasione sprecata!
Intanto la Parigi gli utenti cercano allo stand Apple un iPhone che però non esiste, si trattava della fantasia di un giornale.
Beh, almeno qualche enorme cazzat* progettuale non la fanno solo i costruttori di cellulari!

Ogni volta che l'utenza vuole un oggetto che non esiste, se non si tratta dei soliti quattro tecno-freak in croce, è stato commesso un grosso errore da parte dei player del settore. Gli esempi non mancano mai, ma nel campo mobile sono molto più evidenti dati i numeri. Eppure la perversa relazione tra costruttori ed operatori non permette mai di uscire da questa inutile compressione del mercato. Intanto sul mio nuovo cell business consuma risorse un inutile ed inutilizzabile push-to-talk...

14 settembre 2006

Serie
Per la serie "Capire un cazz*" presentiamo "Il bubbo e le onde elettromagnetiche":
I risultati dello studio hanno trovata vasta eco sulle prime pagine dei giornali e nei programmi televisivi, che si sono prodigati in consigli su come evitare gli effetti nocivi del telefonino tra i quali quello di tenere il telefonino in una di quelle borse isolanti usate dai fotografi per proteggere le pellicole dai raggi x degli aeroporti.

Non aggiungo commenti che tanto non mi farebbero ridere più di quanto possano fare i pennivendoli riuniti.

13 settembre 2006

In Giapponi - La mobile televisioni
Ho visto più volte prendere delle descioni basandosi su un universo statistico pari a 1, soprattutto ad livelli bubbissimi. Es. il figlio del capone gioca online, il giorno dopo non si parla che dello sviluppo del gioco online e di quanto investirci.

Quindi non dovrei citare questo esempio perché nega due mie considerazioni sui servizi mobili. Bubbo Bubboni crede nella tv mobile (che, massacrata, dal marketing degli operatori con prezzi complicatissimi e altissimi può risorgere sulle auto, sulle memorie e in mille altre forme), ma il medesimo Bubbo Bubboni non crede nella videocomunicazione che, ovvio, non morirà ma non potrà crescere.

Eravamo sull'autobus di linea diretti verso il Fuji, mattina di domenica, traffico contenuto ma viaggio un po' lento. Il bubbo indigeno seduto davanti apre il cell, gira lo schermo e accende la mobile TV! Perfetto, proprio lo scenario vincente! Mi annoio, il cervello rallenta, mi rincretinisco del tutto con la mobile TV!
Lo zapping è come da noi, una pena. I canali sono quelli visti in albergo. Dopo neppure un minuto, più che altro trascorso in attesa del video, il bubbo spegne e inizia a sonnecchiare! Un dramma!

Passa un po' di tempo, ora è la strada in salita a far rallentare. Il bubbo riprova! Bene, solo che la copertura è scarsa! Il segnale è incerto, assente. I programmi sembrano identici a 90 minuti fa. Il bubbo rinuncia e riprende a sonnecchiare.

Ok. Non tutto è perduto. A parte le folli formule d'offerta, copertura e zapping sono gli stessi problemi che ci sono nel paese della pizza. (Scampati, per ora, i servizi balordi).

Siamo un po' più vicini alla meta. Il bubbo riprende il cell è inizia una videochiamata! Gesticola, è sordo-muto e sta parlando a gesti con il suo corrispondente. Il videocellulare in uno dei rari scenari utili.

Insomma un disastro.

12 settembre 2006

Una questione di principio
Così dopo aver ascoltato la conf call che dover chiarire perché dar via un cellulare e dopo aver letto i giornali... poco è chiaro! Forse ha ragione il commento che servono $$$, forse c'è un'offerta che non si può rifiutare...
Cmq molto bubbe le ragioni "ufficiali" e i commenti degli analisti. Mi chiedo sempre se quelli che intervengono alla conf call sono bubbi o troppo bubbi! Ma come si fa a chiedere delle cazzat* simili quando ci sarebbe molto da chiedere! O loro sanno già? Boh?

Allora ufficialmente tutto parte dal fatto che sembra che il regolatore chieda questo. Se si ubbidisce le successive offerte saranno lanciate prima, perché il regolatore è contento. Però il regolatore è ancora da incontrare, ci vorranno sei mesi per vedere se è contento.
Giù a ridere. Se gli analisti capissero minimamente di cosa si parla sarebbero già sotto il tavolo morti dal ridere.
Per i giornali, invece, si parla di nuovi media, dell'accordo per i vecchi film, ecc.
Ok, stanno aspettando qualche contratto come pennivendolo ufficiale del nuovo media.

Bubbamente occorre considerare che questa separazione e ridefinizione del perimetro coincide con una richiesta avanzata (tra gli altri) da un famoso blog e poi consegnata (con raccomandata a mano) al mortadella qualche mese fa.
Peccato che il mortadella non possa esibire i muscoli e trionfare dicendo "basta una mia parola e si rompono telefoni e telefonini!".
Mi pare che ci sia un approccio alla "effetto butterfly": ora che non ci sono ideologie o troppa intelligenza in circolazione tutti hanno l'idea che cambiando un pochino le cose nel particolare si realizzano grandi cambiamenti POSITIVI nell'ambiente che ci sovrasta. Seprando la rete nasce un incredibile mercato con prezzi calanti, consumatori grati al mortadella e servizi miracolosi. Sfortunatamente non è così.
Intanto molto dipende dal MODO, ma nessuno si sogna di capire COME viene ridefinito il perimetro. Es. in un'altra strombazzata separazione di azienda pochi hanno notato un certo movimento finanziario che ha fatto si che i due pezzi sono uniti da un bel debito che l'uno deve all'altro. Ma formalmente tutto va bene, la checklist "privatizzato si/no" degli analisti è soddisfatta, e via senza cambiare nulla in meglio.
Anche qui la checklist sarà presto soddisfatta, la teoria che vuole che più si privatizza e meglio è sarà ancora una volta smentita, qualche dipendendente in meno e qualche precario in più ci scappano sempre, il sindacato farà la sua [senza aggettivi] figura, ma per il resto non era questo il cambiamento atteso dal famoso blog.
Per avere QUEL cambiamento bisognava andare lì, capire, orientare, sconcertare gli analisti, avere taluni nel regolatore, cacciare i bubbi che infestano molte strutture coinvolte, ecc. ecc. Altro che piccolo cambiamento, per andare bene ci voleva una quantità di innovazione nella politica economica che non si vede più da molti anni!
Già perché una volta questa capacità di vedere lontano c'era, proprio nel paese della pizza, poi i bubbi l'hanno mangiata pensando che non servisse.
Così ora siamo ai piccoli cambiamenti e a lamentarci perché non hanno prodotto i risultati attesi.

Comunque la domanda iniziale rimane: perché? Mah, mancano i dati PUBBLICI per capirci qualcosa, ma bubbamente i pennivendoli e gli analisti indossano la faccia di chi ha capito tutto. Troppo bubbi!

11 settembre 2006

Baratto cellulare con TV
Boh, bubbamente affermo che non ho capito perché vendere i cellulari in cambio di qualche vecchio film e telegiornale telepilotato dai fasci.
I pennivendoli hanno gioco a smenazzare la convergenza, i nuovi media, ecc. ecc., ma al di la di queste balle perché liberarsi di una simpatica money machine?
Forse che non sia una scelta ""libera"" ma un obbligo bubbo derivante da dati e fatti che non sono accessibili ai bubbini?
Forse, anche se ogni tanto mi pare che qualche capone di seconda fila crede davvero alle bubberie markettare sui nuovi media! Viceversa i caponi di prima fila si accontentano del vecchio e noioso canone bimestrale.
Lo spettacolo migliore è quello più noiso. Molto bubbo media!
Giornata mondiale della concordia tra i popoli
Come bubbo utilizzatore di aerei, aereoporti, metropolitane e autobus vari
CONSIDERANDO
- i noti fatti dell'11 settembre (NY)
- dell'11 marzo (MADRID)
- dell'11 agosto (LONDRA, tentativo)
- del 7 e 27 luglio (LONDRA, non è l'11 ma fa lo stesso)

PROPONGO
che l'11 di cada mese sia dichiarato "Giornata mondiale della concordia tra i popoli".

In onore della "Giornata mondiale della concordia tra i popoli" gli aereoporti resteranno chiusi. Saranno però incoraggiati dei voli di istruzione per il personale delle aziende con esuberi organizzati dalle compagnie aeree con velivoli da rottamare.

Ohh, almeno i pennivendoli smetteranno di non-dire che l'11 volano in pochi, e di non-dire che c'è paura della guerra e potranno spiegare con foto e paroloni il trionfo armato dell'attuale pace.

10 settembre 2006

In Giapponi - La comunicazioni

Non potendo leggere molto delle pubblicità del Giapponi non sono riuscito a farmi un'idea della loro evoluzione. Si percepisce che sono diverse per l'uso della grafica, dei fumetti, e qualche volta delle tecnologie (es. pannellone di plastica con immagini diverse a seconda dell'angolo di visuale, già ricordato come tecnologia avanzatissima).
Mi ha colpito la scritta sulla bottiglietta che ho appiccicato qui sopra.
Gli italioti globalizzati sono immersi in una comunicazione sempre più individualista: "ascolta la TUA sete", "IO compro il tal prodotto", "Il talaltro prodotto è per ME", ecc. Questo si nota moltissimo nell'allevamento dei bubbini, dove il naturale egoismo che l'evoluzione aveva pensato per garantire la sopravvivenza in un mondo di risorse alimentari scarse è incentivato al massimo dagli ""adulti"" in modo da autopunirsi per avere una vita non compatibile con il bubbino stesso. Il tutto generando consumatori egoisti e limitati e una vita infernale per gli ""adulti"".
Invece questa bottiglietta dice "esattamente come tutti gli altri esseri umani e non di questo pianeta anche tu bevi acqua per sopravvivere".
Di questi tempi è una pubblicità così di sx da essere praticamente sovversiva perché accomuna miliardi di persone e di esseri. Troppo bubbo!

08 settembre 2006

In Giapponi - I servizi mobili

Ricordo che una volta pensavo che si potevano copiare i servizi mobili dalle varie nazioni, selezionando quelli che avevano più successo.
Non troppo bovinamente, cercando di capire i key success factors e riproducendoli bene.
L'idea non è completamente sbagliata ma alle volte occorre una valutazione più attenta alla situazione socioculturale del paese dove il servizio X ha successo.
Es. giapponese: in un mese avrò visto 3 o 4 persone parlare al cellulare e ne avrò sentiti suonare due. Non è che sia sordo, è che il modo di usare il cellulare negli ambienti pubblici è diverso sia dal paese della pizza che da quello dei mobili a basso costo. Ho presente delle città dove non solo vedi uno che gesticola parlando al cellulare, ma puoi anche sentire ambo gli interlocutori dato che le conversazioni avvengono a +100 dB.
Nella metro di Tokyo metà dei bubbi dormono (e si svegliano miracolosamente a quella che sembra la fermata che cercavano), il 30% usa il cellulare, il 20% legge/guarda i bianchi/fa altro. Chi usa il cellulare chatta o accede a servizi mobili.
Il tutto avviene in un contesto di bassa criminalità e relativa tranquillità, quindi funziona.
Il fattore chiave non solo la copertura in metro, il servizio o la qualità del display, ma un contesto che permette di usare il servizio, che lo rende preferibile alla conversazione vocale, ecc. ecc.
Eppure quando leggo i report degli esperti sembra che le cose funzionino solo perché buonamente l'operatore bubbo ha messo a disposizione il tale servizio.

05 settembre 2006

In Giapponi - L'innovazioni

E' vero o no che in Giapponi tutto è technologicamente avanzato?
Molto della risposta dipende dal punto di vista e dalla cultura dell'osservatore. Il tipico pennivendolo ovviamente rimane colpito dall'affollamento di lucine colorate del quartiere specializzato o dal cellulare UMTS ancora vivo tre piani sottoterra.
Tuttavia l'occhio del bubbo tecno vede le cose diversamente.
Intanto i prodotti sono gli stessi ma quello che cambia è la distribuzione. Es. se qui c'è ua mainboard (modello base, senza optionals) lì ci sono quattro modelli con diversa quantità di optionals. Bellissimo ma la mainboard è allo stesso livello tecnologico.
Si trovano cavetti ed accessori che qui non hanno nemmeno più voglia di mettere in fondo al manuale, tanto sono irreperibili/costosissimi/già rotti.
Vendono a bassissimo prezzo caricabatteria di emergenza per cellulari FOMA e CDMA, bene ma anche segno che batterie e consumi sono identici a quelli nostrani.

Ci sono dei vertici di innovazione in alcuni settori, ad esempio lo speacker sui treni funziona bene (=qualità AM, senza volumi strampalati o rumori dall'oltretomba). Credevo che, morti alcuni progettisti negli anni '40, non fosse più possibile mandare in produzione un sistema di interfono funzionante!

Tuttavia mancano oggetti che bubbamente considero innovativi. Es. regalati alla concorrenza: fotocopiatrice con attacco per chiavetta USB; orologio digitale ultrapiatto con display a 256 colori, bussola e radiosincronizzazione nei vari continenti + 10 sveglie e interfaccia utente umana; UPC con prezzo più piccolo del display dell'UPC stesso; cell multisim con 2G, 3G e WiFi e possibilità di risparmiare le risorse per il supporto di tecnologie inutili quali MMS e push-to-talk.

No, questi oggetti e altri che avrei voluto vedere non ci sono. Dopotutto i tecno possono anche essere avanzati ma le leggi bubbe della produzione e la testa dei caponi sono già globalizzate. Anzi, secondo alcuni commentatori, i giapponi hanno globalizzato i loro limiti e non viceversa...
Bubbone Sparone sottotitolato in spagnolo
El líder del PP (cioè del partito di centro-dx ora all'opposizione) mantiene que el presidente del Gobierno (cioè Zapatero) "miente" cuando califica la misión de Líbano como de paz. "Que no mienta, porque los soldados no van a la paz, van a la guerra de Líbano", afirmó.

Toh, qui c'è la "Guerra del Libano", lì c'è la missione di pace e per Bubbo Bubboni la "Guerra dell'ONU in Libano".

Point of views, come dicono taluni.
In Giapponi - Un tema complesso
Partiamo alla lontana e con una critica alla solita europeata.

Una volta i semafori erano messi sulla striscia di arresto + sul lato opposto della strada +, nel caso di incroci grandi e/o con molto traffico e/o con traffico pesante, anche penzolanti a centro incrocio.
Poi arriva l'euroburosauro e i semafori sono solo sulla striscia di arresto.
Questo fa si che:
1) se uno si porta più avanti della striscia di arresto;
2) se la striscia di arresto e/o il semaforo sono collocati bubbamente;
3) se uno è nella corsia 2 mentre nella 1 c'è un mezzo pesante;
4) altri casi più o meno bubbi;
quando scatta il verde se qualcuno riesce a vederlo deve strombazzare per par partire il veicolo che non può vedere il semaforo.
Ultimamente la cosa è peggiorata dato che si è intersecata un'altra europeata. Ci sono dei semafori SOLO per i pedoni che, essendo sul lato opposto, sono facilmente visibili agli automobilisti. Così alcuni partono senza cogliere la finezza dell'omino verde quando l'apposita invisibile lampada dedicata alle auto è rossa.

Quando racconto di questa europeata taluni bubbi si ribellano, osservando come se uno si ferma dietro la striscia il problema non è così frequente. Oltre a non essere vero, la questione è: ma lo stato a cosa serve? Lo stato serve a punire chi oltrepassa la striscia o serve a mettere i semafori per facilitare la circolazione? E se è vera la seconda ipotesi queste europeate non sono un tradimento del motivo per cui esiste lo stato o almeno un grave segnale di bubbità?

E il Giapponi? Beh, in Giapponi non ci sono i cestini della spazzatura! E' ovviamente tutto pulito (= anche le cicche non sono gettate in terra) ma non ci sono i cestini. Qualche cestino si trova solo vicino alle macchinette delle bibite, ma non sempre e nelle stazioni, ma non sempre.
Taluni bubbi italioti prontamente sporcherebbero sostenendo che "se lo stato non mette i cestini non posso che buttare la spazzatura in terra", anche se gli indigeni sembrano pensarla diversamente.

Nel complesso mi sembra che siano esempi buoni per ragionare sull'utilità dello stato e sulla relazione tra ex-cittadini (ora consumatori) e stato.

01 settembre 2006

Bubbo Bubboni in Giapponi
Antico bubbo giapponese

Strano a dirsi ma il Giappone è diverso dal paese della pizza. Certo anche li hanno i bubbi fin dall'antichità, come dimostra la foto che ho personalmente fatto in un museo di cultura popolare. Tuttavia ci sono delle differenze profonde e, come al solito, difficili da capire se non si ascolta e guarda bene.

Un esempio. Prima di partire leggiamo un po' di siti con i racconti di altri turisti del paese della pizza. Uno di questi spiega della metro di Tokyo. Siccome il prezzo dipende dalla distanza (e dalla compagnia utilizzata, aggiungo io ma il bubbo turista non lo aveva capito/detto), è comodo usare una tessera a scalare. Si "timbra" al tornello di ingresso, quindi a quello di uscita e, potenza della tecnologia matematica, la macchinetta scala l'importo.
Orbene il bubbo sosteneva che se la tessera a scalare non ha abbastanza credito il tornello inizia a suonare, arriva un gruppetto di persone della vigilanza e ti multano.

In realtà succede che il tornello suona, arrivano uno o più addetti gentilissimi ma che non parlano assolutamente inglese e cercano di spiegare che devi pagare... la differenza. Non esiste alcuna multa, anzi non esiste il concetto di multa.

In Giappone chi usa un servizio non è considerato automaticamente un ladro-criminale-truffatore come avviene nel paese della pizza. Il problema è che la differenza concettuale è talmente profonda e radicata che è anche difficile capire che esiste in tutte le stazioni uno sportello + alcune macchinette di "fare adjustment" dove si paga la differenza. Senza multe o balzelli, ma con un inchino per aver usato la metro. Non è tanto che li sono tutti onesti e la tutti ladri. Il problema è che ritenere tutti onesti o tutti ladri non permette di capire un modo diverso di organizzare i servizi all'utenza o il modo con cui l'utenza usa i servizi.

Per questo i pennivendoli che commentano, ad esempio, l'uso dei servizi mobili in Giappone scrivono facilmente bubberie. La proposta di servizio si rivolge sempre ad un target diverso da quello europeo innanzitutto perché la visione del target non è compatibile tra i diversi paesi.
Ad esempio un'offerta di autoricarica italiota è, oggi, un esercizio di contrattualistica antitruffe che cerca di attirare utenti e contemporaneamente di scoraggiarli e spedirli in galera per truffa.
Non so se in Guiappone c'è l'autoricarica, ma se parto da una visione diversa del mercato, non più composto da italioti criminali, posso arrivare ad un servizio sostanzialmente diverso. Troppo bubbo per chi compara i servizi di paesi così diversi con una immaginetta ppt.