31 agosto 2008

Penelopeggiando sulle bare
Com'è chiaro tra le tapas si parla abbastanza dell'accidente aereo in cui sono già morti un 154 passeggeri. Come al solito nel dramma delle morti massive si inserisce sempre il bubbo e la bubbità delle grosse società. Il caso aereo però è uno dei pochi scenari in cui i vari attori hanno un motivo per sapere come sono andate le cose. E' una grossa differenza rispetto al nucleare o al militare o alla strage di stato dove tutti i coinvolti non vogliono che si sappia e che si cerchi cosa è successo.

E' vero che il miglior colpevole è sempre il morto (se muoiono i piloti è facile, comunque in casi militari o politici anche i """suicidi""" sono andati bene in diverse occasioni) solo che il rischio che poi gli aerei di quella marca/modello/serie inizino a cadere come gli [MARCA-MODELLO DI AEREO CHE HA TARDATO UN PO' NEL DEBUG] è motivante a capire e soluzionare il problema.

Ma le colpe non devono essere date bubbamente tutte al tale attore senza un analisi accurata. Cosi quando il ministro ha detto che i tali avevano chiesto di cambiare aereo hanno avuto ragione i tali a dire che non era vero!

Infatti c'è sì una traccia audio dove si sente un bubbo che chiede l'autorizzazione a cambiare aereo... ma poi c'è una seconda traccia dove il medesimo bubbo chiede di non fare più il cambio!

Se uno fa e poi disfa è come se non avesse fatto, quindi è come se i tali non avessero chiesto!

Troppo bubbo!
Basi per riscrivere la filosofia antica
Uno dei temi più curiosi della neuro-pseudoscienza è sicuramente la programmazione del bubbo. Infatti il bubbo, a differenza dei più astuti oggetti elettronici, è privo di un connettorino o di qualche piazzola che permette di collegarlo al sistema di programmazione.

Quindi il bubbo si programma attraverso le cose che fa, per gli aspetti più importanti, e attraverso le cose che vede/sente per gli aspetti più vaghi.

Infatti il bubbino appena nato acquisisce una prima programmazione attraverso i movimenti (es. gattonare) in un modo così importante che in caso di sfortunati malfunzionamenti del cervellino si può sopperire intensificando i movimenti e/o prolungandoli oltre il tempo di programmazione tipico.

Tutto ciò premesso è chiaro che:
1) se uno impara che gli errori si cancellano con backspace;
2) che si può sempre riformattare tutto, male che vada;
3) che se si rompe si fa prima a ricomprarlo;
4) che se ti manca un pezzo basta uscire a comprarlo;
5) che il cielo di notte è nero quando non ci sono le nuvole e bianco quando ci sono, ma comunque la via lattea non si vede praticamente mai

è chiaro che poi le cose sono quelle che sono.

Troppo bubbo!

30 agosto 2008

Carne umana
Interessante il caso di [FAMOSO TELEFONINO]-girl.

Ancora una volta si vede l'arretratezza della tecnologia.

Se la ricerca della ragazza l'avessero fatta i piccì eravamo ancora lì. Se l'avessero fatta quelli di altre nazioni ne trovavano 20 milioni praticamente uguali. Solo la carne umana locale è riuscita a trovare quella giusta.

Troppo bubbo!
Minime conseguenze
Altra fuga radioattiva (e neppure da una centrale), altra minimizzazione. I "consigli" delle autorità però sono proprio minimali:

"Non mangiare ortaggi locali e non portare le mucche al pascolo"

Mah, forse speriamo che, almeno i cittadini urbanizzati, ce la caviamo.
L'unico vero e serio problema è che cacciare gli insetti dalla finestra sta diventando un atto criminale.

Troppo bubbo!

28 agosto 2008

Giustificazioni inutili
Ho trovato interessante un articolo dove si analizza la penosa situazione delle casse di una tale città. In quel luogo sfortunato e bubbo si svolsero i [NOME SPETTACOLO CHIMICO GESTITO DA MAFIA INTERNAZIONALE] [AGGETTIVO STAGIONE].

Ovviamente sono stati fatti un sacco di spisciazzat* di cemento orrende, affidate ai soliti famosi architetti, ecc. ecc., come da manuale della politica ladrona bubba.

Per finanziare i lavori (che hanno comunque garantito il consenso politico ed elettorale dei bubbini e quindi non sono poi da disprezzare per il buon ladrone), sono stati fatti mutui in quantità, in modo da evitare che i bubbini mettessero in relazione troppo diretto lo spettacolo con le sue tristi conseguenze.

Ora, per via che i soldi poi vanno restituiti e con gli interessi, i politicanti inzieranno un giro di privatizzazioni, svendite, accorpamenti, fusioni, confusioni e fumo-bilanci, sperando di farla franca prima della prossima serie di elezioni. E magari, se perdono, hanno la consolazione di lasciare al prossimo una pessima situazione.

Il bello è che cadauna delle mini-truffe necessarie per racimolare soldi (e per spremere il bubbino o per privarlo di servizi e vivibilità) dovrà essere giustificata con discorsi ispirati, grandi filosofie socio-bubbo-ecconomiche, pennivendoli e convegni sul progresso insito nella privatizzazione selvaggia e bubba. E sempre con la tradizionale bubbità aggressiva verso chiunque osi criticare la specifica scelta o, ancora peggio, il complesso delle operazioni. Ah, la critica alle privatizzazioni non si può fare, lo dice l'europ*, il mercato, lo sviluppo e il fatto che il ladrone ha assoluto bisogno di nascondere le malefatte monetario-politiche.

Ma sarebbero questi i costi della politica? Hanno saccheggiato, hanno depresso economicamente e socialmente, hanno combattuto per i voti e non per la vita. E allora? Non potrebbero solo dire "siamo bubbi e ladroni, votateci che tanto non c'è alternativa e mollate il portafoglio!"?
Dopotutto qualcuno è anche contento di questi milioni che ora si cercano da tutte le parti. Tanto non si riesce mai ad accontentare tutti, figuriamoci i bubbini, almeno si potrebbe evitare il ragliare dell'apparato markettaro e comunicativo che serve a supportare la solita ribalderia.

Troppo bubbo!
Punto buono
Mi pare che la campagna nuclearista abbia assestato un buon colpo creando il ritornello "il solare è bello ma costoso".

Ovviamente è falso e, come i nuclearisti, evito di portare dati e numeri a dimostrazione che tanto nessuno se ne importa e gli gira la testa a leggerli. Bisognerebbe anche considerare che la perdita di vite umane e di territorio per gli inevitabili incidenti può essere quantificata anche economicamente. Certo dipende da CHI muore e come, se in incidenti spettacolari e mediatici o se in pigre fughe da mettere sotto il tappeto, e come si perde il territorio, se si vede che è tutto nero con gli insetti 10 zampe oppure se ci sono i recinti per le scorie lungo qualche fiume, come adesso.

Troppo noioso, meglio il ritornello breve e secco che funziona, piace, sembra credibile e motivante. Voglio vedere se lo sparuto gruppo antinucleare riuscirà a convergere su uno slogan di pari valore mediatico.

Troppo bubbo!
Di fretta
La pubblicità della linea veloce dice che se ho più megabit/s (che però dipendono da fattori non controllabili dal bravo operatore e variabili in modo che la scienza umana ancora non ci è arrivata), ma comunque se li ho, è "molto più rapido" "l'aggiornamento del blog".

Mah, non credevo che ci fosse un collegamento così diretto tra la mente del bubbo, le ditina del bubbo e la modulazione xDSL, comunque è una relazione molto bubba.

Troppo bubbo!
Global ma poco
Non è vero che tutto è globale.

E' vero che la tale bibita al caramello la bevono globalmente, se a uno piace, ma poi con la lattina vuota si fanno cose completamente diverse.

Taluni la buttano per strada, altri nel cestino, altri la riciclano, qualcuno ci gioca, altri ne ricavano un posacenere, ecc. Altro che global.

Troppo bubbo!

26 agosto 2008

Un problema in meno per la democratura
Gli antichi si domandavano se la democrazia non è una dittatura della maggioranza che opprime la minoranza.

Oggi nessuno se lo chiederebbe anche perché se fosse così gli starebbe solo bene, ma in realtà il problema è risolto.

Qui c'è un dossier sul voto di uno dei tanti paesi e delle tante elezioni, comunque è pieno di numerini fatti bene (incredibili compagni di riflessione per un bubbo).

I numerini parlano bubbamente: quello che governa ha avuto democraticamente il 36,08% dei voti. Quindi la maggioranza è anche minoranza e pertanto è sicuramente democratica.

Troppo bubbo!
Vocabolario bubbo
E' stata riconosciuta l'indipendenza di una nuova nazione che significa che è sotto la tutela di un'altra nazione.

Tali altri hanno scelto di "ospitare" un inutilissimo pacchetto di armi altrui e quindi sono indipendenti.

Troppo bubbo!

22 agosto 2008

BUBBONI / BUBBO MR.
Che impressione vedere la lista dei passeggeri del volo caduto in partenza. I siti che riportano i deceduti lo fanno senza ricopiare i nomi (farei anch'io così per evitare tragici errori), ma anche senza cambiare "stile" rispetto a quello da biglietto aereo.

Non avevo considerato che i nomi "pubblici" dei bubbi non sono solo [NOME COGNOME] o [COGNOME NOME], ma che ci sono anche stili tipo quello aereo [COGNOME /NOME MR.|MRS.] ecc.

Chissà che invidia gli altri mezzi di trasporto che si sentono sempre inferiori all'aereo e che non hanno il loro modo di ribattezzare tutti i clienti!

Troppo bubbo!

21 agosto 2008

Euro segnali
Già mi ero appuntato che è importante raccogliere i segnali che potrebbero aprire il concetto che è meglio, per il tale paese, uscire dall'euro.

Siccome il rincretinimento pro-euro è stato fortissimo i segnali devono partire come debolissimi, anche se non so ancora se questa ipotesi di fuga è verosimile.

Intanto mi appunto che i soliti articoli bubbi su come tutto è caro e su come i debiti crescono, dicono frasi come "a cinque anni dall'euro bla-bla-bla".

Troppo bubbo!

20 agosto 2008

Superati candidati
Non ho studiato la situazione ma tutti quelli che sento che hanno contatti mi dicono che non è affatto certo che vinca il tale che basta vederlo.

Pare anche che l'altro sia più stupido dell'attuale, anche se sembra praticamente impossibile, ma che le tinte pallide piacciono comunque di più.

E' bella sfida democratica: due candidati scarsi, assolutamente convinti che la loro nazione abbia un ruolo di guida del mondo. Peccato che l'epico scontro si svolga in un mondo che pensa che la tale nazione NON abbia affatto un ruolo di guida del mondo.

A questo proposito mi devo appuntare anche la storia delle bollette. Non sono mai riuscito a sapere benebenebene come funziona il sistema elettorale laggiù perché:
1) è diverso da luogo a luogo;
2) chi lo conosce non lo trova assurdo e non lo spiega bene nei passaggi che, visti da fuori, sono assurdi.

Ad esempio c'è stato un grande clamore di democrazia e diritti perché NON SI PUO' VOTARE SENZA DOCUMENTI (con la foto del bubbo che vuole votare)! Molti SENZA DOCUMENTI potevano votare con una bolletta a proprio nome e ora non più.

Chiaro che poi non ci capisce molto...

Troppo bubbo!
Pubblibubbo
Stavo leggendo le notizie sul tragico incidente aereo, anche se le informazioni "vere" arriveranno solo tra qualche settimana.

A riprova dell'inutilità dei video clicco (sperando di) vedere qualche info fresca sulla dinamica dei fatti. Prima del video il bumbabumba della pubblicità.

Ma proprio la pubblicità viaggi & vacanze dovevano (automaticamente) mettere?

Troppo bubbo!

16 agosto 2008

Post-visita: un linguaggio uguale - ancora oltre
Andrò una domenica, un po' per la gente ma soprattutto per evitare le scuole. Non sopportavo i pampini rompipall* una volta, figuriamoci adesso. E poi non voglio che mi ritengano responsabile di non aver fatto ciò che andava fatto all'epoca. Loro che non sanno!

Prenderò l'autobus e poi il tram. Soliti cartelli bubbi sui tram, c'è ancora scritto "Carcere" come destinazione! Sono tre anni che non c'è più! Cioè c'è ma è vuoto, a parte la mostra.

Anche qui, come nell'ex-lager c'è ancora il cartello "antico" e la targa con gli orari della mostra. Solito biglietto gratuito, solita cartina.

L'edificio pensato come "moderno", poi il sovraffollamento, gli ampliamenti in varie fasi, sempre inutili.

Le condizioni di "vita", quella volta che la censura non soppresse le parole di un avvocato che alla radio ricordò che con il caldo estivo la situazione poteva peggiorare ulteriormente, le misure "alternative" dell'epoca e la loro limitatezza, i suicidi mai rilevanti sui media. La criminalità alta, i media che ragliavano la vendetta verso i rei, c'era ancora la pena di morte in tanti stati giustamente chiamati "democratici"!

Poi una stanza con da un lato i diritti e i fini "teorici" e dall'altra la situazione reale, per anni e anni. Un vuoto della democrazia, un'aspettiva di vendetta bestiale e inutile. Un garantire che chi entrava non sarebbe mai uscito del tutto e per tutti. Poi la ridicola situazione dei minori, stretti tra famiglie inconsistenti e una legge che vedeva nella famiglia la soluzione a tutti i mali, sempre e comunque.

Il ruolo dei [NOME PROFESSIONE DI ENORME POTERE]. Con una parola potevano liberare o condannare chiunque, negando qualsiasi aiuto, senza che venissero mai considerati responsabili di errori tragici. Laureati a sento ma avevano un potere perverso e illimitato, non certo come i giudici schiavi della legge o come i politicanti schiavi del "capo". No, loro potevano dire "attimo di follia" e liberare chi avrebbe nuovamente ucciso, oppure "profilo aggressivo" e cacciare nel girone infernale chi era semplicemente stufo del loro strapotere incontrollato. Potevano togliere un bambino alla sua famiglia o ricacciare un bambino nel suo inferno domestico, senza mai dover rispondere dei loro frequenti errori e della loro arroganza da ignoranti.

Poi un bello schema 3D di come si è superato il carcere, quello solito con mille azioni di mille soggetti per giungere al risultato che conosciamo. I primo poster che spiegavano la cosa, già ingialliti. Li ricordo! Quante cose da fare. I faccioni del comitatone che pensarono al programma, appesi al muro sembrano ebeti, ma li avevo senti in una conferenza. Che chiarezza di pensiero! E furono anche bravi a coinvolgere la società civile nel progetto.

"Ero in carcere e mi avete visitato", vabbé un po' di retorica spicciola, le canzoni, i video, ecc. Ah, ci sono anche le vignette di prima, quelle con il carcerato con il pigiama a righe e quelle di dopo. E i primi che dicevano che si poteva anche sopprimere il carcere, i blog, e la derisione e la condanna.

Già ricordo com'era con la democrazia. Sembrava che tutto si potesse cambiare, ma in realtà non si poteva mai cambiare niente in meglio.

Ecco i pampini rompipall*, anche la domenica! Avete poco da guardarmi come se fossi io il colpevole. Io ero contro da ben prima del comitatone, ma che potevo fare? Voi che a scuola ancora confondete il nazismo con la democrazia e non sapete mai dire chi è venuto prima e chi dopo! Voi non avete vissuto sotto la democrazia, che ne sapete di cose che non cambiano e di censura e di media manipolati! Ora è facile dire: "bastava che tutti facessero la loro parte e si potevano 1) avere meno delitti 2) punire i rei 3) avere tutti tutti i diritti, senza i soliti buchi neri come erano le carceri", ma allora...!

Vabbé, ho finito il giro. Me ne torno a casa, contento che quell'epoca balorda è finita per sempre e questa mostra presto sarà incomprensibile per i pampin* come lo era allora pensare di superare il carcere.

Sarà troppo bubbo!
Grammatica per lo sviluppo del fascismo
Se si vuole ritardare il ritorno del fascismo è essenziale sopprimere le parole "i nostri" o almeno vietarne l'uso ai pennivendoli.

Troppo bubbo!

15 agosto 2008

Post-visita: un linguaggio uguale
Andrò in autobus e tram a quello della città dove lavoro. Non devo cercare l'indirizzo sul giornale, controllo solo l'orario e via, nell'ambito dell'attività culturale che ogni settimana ci tengo a fare. La scorsa settimana una mostra d'arte, questa una visita all'ex- campo di concentramento urbano.

Hanno lasciato la targa sulla porta di prima, hanno solo aggiunto quella con gli orari dell'esposizione. E' gratis, il biglietto è solo un contabubbi, e danno anche un pieghevole con la cartina del campo.

Qui la stanza dell'impronte, lì quella degli interrogatori. Qui ne hanno picchiati tanti, lì dormivano ammassati. La cartina riporta le varie fasi, prima era una caserma, poi la usarano come campo di concentramento, poi primo ampliamento, i nuovi uffici, il secondo ampliamento quando già i numeri erano enormi.
Poi la fine, l'abbandono di questo buco nero della democrazia, e quindi il museo in una parte del vecchio lager.

I primi cartelloni fanno capire come ci si era arrivati, dopo la II guerra la ricerca della pace, poi la paura creata ad arte, i titoli dei giornali sempre più schifosi, una girandola di sigle per far sembrare sempre più "umano" il lager. All'inizio non era presentato come lager, poi a poco a poco fu possibile ed utile pubblicizzare l'orrore per guadagnare il consenso popolare. Poi i numeri: entrati, morti, esplusi, morti.
La legislazione europe* sempre più razzista, i disegni dell'europ* fortezza (che fine a fatto poi quel disegnatore? Boh?), e quella legislazione nazionale che un po' precede e un po' segue in questa corsa al più disumano.

La famosa foto dei capi di stato sorridenti che hanno appena approvato di spendere una montagna di soldi per far affondare i barchini, il confronto tra gli "aiuti" e lo sforzo militare per costruire il famigerato "muro elettronico", i principi della mafia del traffico di esseri umani che sono salutati con deferenza.

Poi la questione economica, le percentuali di lavoro nero, le rimesse, i mille modi delle grosse aziende per spremere soldi dai più poveri.

Tutta una stanza per la tale organizzazione. Che criminali! Il monitor fa scorrere le immagini dell'intervista al direttore che i morti erano solo i già malati e che gli altri del lager erano tutti mentitori abituali. Poi il pannello spiega i dati veri, quelli che chiedevano aiuto nella notte, gli altri nella bella palazzina uffici, forse.

La più ridicola comunuqe è la stanza dei gagliardetti. Hanno raccolto le bandiere fasciste in uso "informale" nelle caserme, le foto e i busti del pelatone (il primo, il secondo era legale averle), le suonerie con gli inni fasci usate dai militari picchiatori, le armi non regolamentari, le torture legali e democratiche.

Non manca la parte per la satira, prima quella degli oppositori che poi gradualmente "scompaiono", poi quella a favore fatta di stereotipi e bubbità. Ci sono anche i blog e i siti del tempo, prima che le leggi sulla censura li rendessero inaccessibili. Li avevano conservati all'estero, dove sapevano, e ora li hanno donati al museo a memoria di quegli anni [AGGETTIVO].

I bubbini guardano un po' increduli. Ma non si rendevano conto? Ma non potevano fare qualcosa PRIMA? E la tale chiesa che allora aveva del potere, solo un colpo al cerchio e uno alla botte in cambio di soldi per le scuole e onori? Come si poteva credere alle bubberie dei giornali? Sono ridicole ancora oggi! E le europeat* sempre più bubbe? Perché non fermarono a tempo questa mostruosità?

Io ricordo come andò, e nella progressione lenta verso l'orrore che si capisce come fu possibile. La soppressione della libertà di pensiero fu un passaggio chiave ma, allora, ignorato e ridicolizzato. Poi il cambio di registro fu rapido, ma questo tutti lo sappiamo.

Sarà troppo bubbo!
Senza confronti
I lager nazi non sono confrontabili con qualcosaltro. Bisogna vederli per capire le enormi dimensioni fisiche, la gestione della morte in modo organizzato, i modi di far soldi anche con i cadaveri e poi la distruzione delle infrastrutture e dei dati prima meticolosamente (o manicalmente?) raccolti.

Mi ha impressionato molto il linguaggio delle esposizioni, gli oggetti rimasti, i disegni dei sopravvissuti, le pochissime foto.

Mi ha colpito, tra mille storie di follia, la infinita piccolezza del bubbo che chiede un indenizzo per l'affitto non pagato da uno che era stato deportato nel lager (e quindi non aveva dato preavviso). E il bubbo sapeva il motivo della "scomparsa" dell'inquilino e l'unica cosa che gli viene in mente è farsi pagare un po' d'affitto dallo stato. Pochi mesi dopo la moglie del bubbo sarà rientrata nel piano di pulizia etnica organizzato dai vincitori (ah già! Siccome hanno vinto non si è mai chiamato così. Chissà se il bubbo affittuario avrà comunque capito che prima dello stato e dell'affitto viene l'essere bubbo tra bubbi).

E le storie delle brave ragazze, spesso contadine, che lavorano nel lager delle donne, che fanno sbranare i prigionieri dai loro amati cani, e via con orrori di ogni tipo e con le scampagnate la domenica.

E le fabbriche vicino ai lager che ci sono ancora adesso con lo stesso nome. Ma quale brand manager ti può far lasciare lo stesso nome di chi usava il lavoro schiavo e condannava a morte come se fosse una normale gestione del personale?

E le foto aeree dove si vedevano perfettamente i lager, enormi e ben distinti da una "normale" fabbrica o città. E quindi la scelta dei poi vincitori di non fare nulla.

E la tale chiesa che sapeva tutto e bene, ma che scelse consciamente di difendere il tempio di pietra e oro e non le vite umane. Sempre pronta ad approfittare dell'orrore, sempre incline ad assecondare i potenti, a sostenere il temporaneo e a lasciar morire quello che non perirà.

Un ordine solo apparente al fascio-bubbo di oggi e una corruzione morale senza precedenti nella già breve storia dell'umanità, altrimenti sarebbe stata ancora più breve.

Del linguaggio delle mostre quello che impressiona è la somiglianza con l'oggi.

Il nazi che vuole far cariera, quello che vuole accentrare le funzioni di altri uffici, quello che manovra l'organigramma esattamente come fa oggi il management di una qualsiasi grossa azienda. E la documentazione che, letta ora, evidenzia una miseria senza fine.

Le stesse parole, la stessa picolezza del bubbo che uccide per avere un numero migliore da dire al capo, i fondamenti della società multirazzista che poi sorse democraticamente decenni dopo, il fanatismo dei giovani e l'odio assoluto, totale e supremo di TUTTE le parti in gioco bellico verso gli antimilitaristi.

I lager si distinguono tra quelli che ci vanno le scuole dei regni democratici e quelli che non ci vanno per questioni logistiche o che c'è meno da "vedere". Quelli delle scuole hanno le svastiche (più o meno dritte) ovunque ci sia uno spazio codardo per inciderle, gli altri non ci sono. Così anni dopo si è capito chi aveva vinto, quale ideologia aveva davvero trionfato e chi aveva collaborato a questa più solida affermazione.

Ancora una volta si dimostra che con la guerra non si vince mai nulla. Per affermare gli ideali nazisti è stata molto più utile la democratura e la (cosiddetta) pace.

Troppo bubbo!

14 agosto 2008

Pryvaci di info
Già si sapeva che, prima o poi, l'elenco delle banche armate sarebbe sparito. Un po' di pryvaci sui bussinez più loschi è sempre opportuna e democraturatica, soprattutto quando i bubbini fanno effettivamente pressione e sono poco soddisfatti della moralità del servizio.

Questo articolo qui spiega come è poi andata. Al solito non è il politicante in tutte le sue pompe quello che decide chi legge cosa, ma una manina così umile da restare nell'ombra che toglie i dati tra il sollievo dei potenti che non si devono poi limpiare la manina o la coscienza.

Ah, dolenti potentius! Umili censuratio, Magum nascondine et silenti! Bubbitatis manifesta in ombra sine solem, democratia minimum celebratio.

Troppo bubbo!
Vietato passare
Mi ha un po' stupito il tono dei commenti ad un post sulla censura contro un sito di informazioni tecniche per lo scambio di files che riguarda gli utenti pizzaioli.

Non ho il tempo di fare un commento bubbo completo ma mi appunto qualche punto.

1) Chi usa internet, anche se in un paese bubbo, dovrebbe opporsi alla censura sempre e comunque. La rete dovrebbe già aver insegnato che è meglio poter accedere alle informazioni in proprio e direttamente che ricevere dei contenuti tanto professionali da professionisti pennivendoli autorizzati dal potere democraturatico di turno (casomai cambiasse).
Essere contro la censura vuole anche sapere che non tutto quello che trovo è buono, ma è più importante che lo trovi rispetto al fatto che qualcuno lo faccia sparire dicendo di farlo per il mio bene.

2) Uno stato che sceglie per conto dei suoi cittadini, senza che i cittadini possano scegliere, è fascio e quello stato lo è fino alle midolla.

3) Il modello di vendita "tradizionale" dei libri ha molti difetti bubbi:
- gli autori ricevono % irrisorie del prezzo di copertina;
- i libri sono costosi, stampati male e con grande spreco di risorse ambientali;
- tonnellate di libri finiscono al macero, il costo lo pagano tutti gli esseri viventi;
- informazioni utili allo sviluppo culturale del mondo bubbo non sono accessibili dove e come servono.
In definitiva un modello di business stantio causa danni al mondo bubbo. Perché difenderlo? Ci sono tanti altri modi di distribuire meglio le informazioni e il denaro che non con lo stupido modello attuale.

4) Molti dei contenuti sul tale sito sono leciti, altri sono patetici nel senso che sono robe distribuite male nel modo tradizionale che, con la tecnologia, sono distribuite meglio.

5) Una volta leggevo una striscia riguardo al mondo delle grosse aziende e della tecnologia bubba. Qualche volta era divertente ed esplicava bene e in modo divertente concetti complessi e trend avanzati. Salvavo la striscia con il tasto dx e le archiviavo per eventualmente farle vedere a qualche collega. Ho anche acquistato un libro cartaceo dell'autore. Poi hanno messo un sistema di "protezione" che rende scomodo salvare le strisce che non arrivano più comode comode via RSS.
Ora che le strisce sono al sicuro contro quelli che, come me, le leggevano e le diffondevano... non le leggo più e tanti saluti.
Ci sono mille altri contenuti liberi, divertenti, che posso lecitamente usare in presentazioni biz o inviare a qualche collega.

6) I contenuti liberi sono così tanti e di qualità così elevata che prima di sentire la mancanza di qualcosa di non libero passerà del tempo e magari il modello di business evoluziona.

7) Nessuno può dire di essere autore. Tutti sono più lettori di quanto scrivono, più debitori che creditori, più ricchi se l'intorno e ricco e più poveri e stupidi se l'intorno non lascia passare la comunicazione. Chiudere una frontiera ai dati renderà un po' meno autori quelli che patiscono il blocco, un po' più pronti ad applaudire il fascio di turno, un po' più irrilevanti nel mondo bubbo. Però anche gli altri sono impoveriti un pochino e hanno ragione a tentare fare segnali che, laggiù fuori, c'è dell'altro.

Troppo bubbo!

11 agosto 2008

Detto... fatto! Bubbamente.
Mi gusta poco segnalare guasti, difetti e anomalie dei servizi a pagamento perché chi cucca i sordi ha il dovere di far funzionare la roba per cui viene pagato. Oggi le tecnologie permettono la diagnostica remota di praticamente tutto, basta attrezzarsi e il prezzo del biglietto basta e avanza se usato bene.

Macchinetta dei biglietti, interfaccia da lurida clientela focacciaro-mafiosa e indicazione sul displayo che non accetta banconote (bubbamente manca l'indicazione del resto massimo, tanto a monetine è dura).

Selezione biglietto, ecc. ecc. ecc. fino al pagamento. Le monetine sono rifiutate, senza neppure pesarle, tutte quante.

Vabbé, l'ente in questione è in caduta libera in un paese in caduta libera. Speriamo che fallisca presto e via. Ovviamente non ci sono altri modi con acquistare il biglietto nella stessa città, non si può comprare a bordo senza pagare una multa ben superiore al costo del biglietto, ecc. ecc. Al solito.

Mi viene suggerito di chiamare il numero verde da cellulare. Vabbé, contrario come sono, chiamo e lascio le info.

Il giorno dopo già sono intervenuti! Ora c'è un foglio A4 fresco di laser con su scritto "GUASTA".

Troppo bubbo!

09 agosto 2008

Avanti il prossimo!
Mi ha colpito la storia di quel bubbo che, saputo che era morto, tutti a comprare le azioni della sua S.p.A.

Avevo sentito dire che capita lo stesso con i canzonettari e con gli scribacchini. Muori e, casomai finissero, compro le tue opere. Non so se è "casomai finissero", è una logica bubba e non del tutto chiara.

Comunque vorrei far sapere all'editore dei miei best seller:
1) che non li ho ancora scritti, ci sono solo le recensioni;
2) che cenè un quint più bello e misterioso e che non dico dov'è il manoscritto.

Insomma, giusto per essere espliciti, si vende di più se sono in forma. Non come quello delle azioni.

Se non ci fosse una manovra dietro quello dei telefoni è meglio che faccia moooolta attenzione ad attraversare la strada. Tra un po' le azioni (se rimangono) dovranno salire...

Troppo bubbo!

06 agosto 2008

Prospettive
Meglio non dire che lì i bubbi poveri non possono ravanare nei cassonetti della spazzatura, sembra di essere in un paese povero e senza prospettive.

Tanto per vietare, cosìcché l'apparato lavora, non sarebbe markettaramente meglio chessò vietare di buttare gli anelli di diamanti in mare quando sono passati di moda (ché troppi possono fare male ai piedini dei bagnanti) oppure vietare di fare elemosine superiori ai 100 milioni di euri chessono scomodi da mettere in tasca?

Tante lamentele perché i politicanti non si rendono conto della situazione, ma se si rendono conto è peggio.

Troppo bubbo!
Naturale!
Alla guida del bolide nel tale paese ci si abitua un po' a tutto. Cartelli sbagliati, indicazioni di lavori stradali terminati da anni, limiti senza mai il finelimite, ecc. ecc.

Mi appunto un esempio di sotto-marketing stradale.

Cartello con l'indicazione di temperatura, quelli soliti con il cerchio rosso e la temperatura in nero su campo bianco, quasi sempre sballata come tutti sanno. Questa volta quasi ci azzeccava, "30" mentre saranno stati un 32-34 gradi. Quindi un cartello "dossi artificiali" che segnalava la solita striscia di gomma nera, liscia come una palla da migliardo, e sempre utile per un massaggino lampo alla schiena o per ripristinare (o perdere) il contatto delle luci abbaglianti che si era ossidato anni fa.

E i dossi naturali? La strada aveva i soliti tombini a -20 cm s.l.d.m., pezzi in terra natuale senza asfalti aggiunti, rattoppi a +30 cm s.l.d.m., pietre, cemento, legno e detriti come superficie su cui sfrecciare, ecc. ecc.

Non sarebbe bene un cartello "Dossi naturali al 100% - Strada bio-bubba" ??

Altro appunto da navigato autista. Non so se il codice della strada sanziona ferocemente chi si ferma a qualche metro dalla striscia di arresto per aspettare il verde all'ombra.

Ma l'europ* a cosa serve? Il governo, le autorità, l'esercito? Nessuno che sanzioni un po' d'ombra? E che magari preveda il carcere per chi, fermandosi un po' prima, lascia gli altri al sole?

Troppo bubbo!

02 agosto 2008

La grande fuga
Mentre i poveracci arrivano, i poveracci scappano. In un allegro girotondo globale canotti e aerei si inseguono verso la speranza.

E' chiaro che i focacciari cercano di scappare, ciascuno come può. Ogni volta che vado in centro vedo una nuova gelateria-pizzeria-negozio di prodotti tipici o quello che sia con l'inequivocabile straccio colorato.

Taluni sono scappati in Pollonia, sempre per gelati-pizze-lo que sea, preferendo un clima politico e metereologico non buono ma che almeno cambia ad uno non buono ma che cambia solo in peggio.

Li capisco e vorrei essere uno che contempla con nostalgia la patria definitivamente lontana, poi si volta e dice "l'ho scampata bella" e via a mangiare mandolini e suonare pizze ispirato dalle macerie di una nazione in caduta libera cautamente vista da lontano.

Però un colorificio-ferramenta focacciaro! Lo presentavano come specializzato nel restauro... mah.

Vabbé, magari è uno spazio di minore competitività, eppoi di lavare piatti non è che mi piaccia... da pensarci.

Troppo bubbo!

01 agosto 2008

Il potere di non fare
Come è noto appena un bubbo, dopo fieri scontri, ottiene un potere la prima cosa che fa è non usarlo. Sei capone dei caponi, cosa fai? Niente.

Ad esempio tutti i bubbini in una grossa azienda sarebbero contenti di frustare chi non lavora (compreso chi non lavora, ovviamente) ma il capone che fa? Nulla. Di sicuro non si impegola in una lite con gli organizzati, che tanto ne può ricavare un extra-buget o una scusa per rampognare il middle-management.

Oppure sei capone di una chiesa e che fai verso le più feroci violazioni? Nulla, scrivi su delle bubberie che bisogna spiegarle per 10 pagine perché nella loro irrilevanza nessuno ci aveva pensato e qualche accenno che, visto benebene, si potrebbe forse riferire alla tale violazione, ma senza [NOMI], senza circostanze, senza coerenza e senza azione, come se fossi un povero bubbo indignato.

Questo è il cuore della bubbità del potere, il suo non uso, ma la facoltà di usarlo. Un po' come quelle culture antiche che tenevano ben separato il potere dalla gestione del mismo potere.

Così oggi tutti i pennivendoli pallonari sono contenti che, dopo poche ore di volo, possono accedere al sito di Amnesty.
Ma non potevano accedere a casa loro e magari firmare o scrivere di qualche appello?

Ma questo è il bello del potere. Autocensurare è il potere del pennivendolo che, se la censura è già pronta come network features, giustamente si ribella perché gli tolgono il suo diritto di non parlare delle violazioni dei diritti umani compiute da [NOME e COGNOME] o da [NOME STATO]. Così il capo è grato, il pennivendolo è autonomo, il bubbino già sa che le notizie che non si leggono vanno cercate altrove oppure non esistono. Qualcuno si lamenta anche della censura, contento di lamentarsi, mentre se dovesse rampognare l'autocensura sarebbe molto più bubbo.

In questo i poteri si distinguono dalle libertà. La libertà se non fai scende (ammesso che una volta ci fosse, io già non mi ricordo), il potere se non fai cresce.

Troppo bubbo!
La Grande Era del Kebabbaro Bianco
I democraturatici sostengono sempre d'aver vinto contro la tale dittatura però si nota che:

- ovunque passi una scolaresca fioccano le svastiche incise o pennarellate, "dritte" o "girate", oltre ai soliti "Bubbo e Bubba sono stati qui", "Viva la figa", ecc.

- c'era un paese (non il solito, un altro) con una alta percentuale di "razze" varie, era attivo culturalmente, i confini erano stati a lungo variabili percui non si poteva comunque ben dire chi era "locale" e chi "straniero". Ora ha il 2% di "altri", xenofobia diffusa almeno nei politicanti e i kebabbari sono tutti bianchi. I kebab sono ottimi (più verdura del solito, ma buona) ma la produzione culturale e l'avanzatezza ideologica risentono della riduzione di punti di vista e idee.

Così si spiega anche perché la pittura è finita dopo l'incredibile expluà di inizio secolo (scorso). Quelli che avrebbero dovuto continuare lo sviluppo sono finiti in lager e non sono tornati. Altre arti si sono riprese, più o meno, ma il colpo è stato duro.

Del resto non esiste la proprietà intellettuale delle cose e tutto deriva dalla rielaborazione di cose fatte da altri e evoluzionate (o almeno modificate da come si sono capite). Quindi se mancano gli altri uno non ci può arrivare e, chiaramente, non ci sono arrivati.

Troppo bubbo!